Gli amici del cooperante arrestato in Venezuela a novembre scorso e Articolo 21 vogliono tenere alta l’attenzione sul caso.
Roma – Mentre prosegue l’attività diplomatica e del governo caso di Alberto Trentini, il cooperante italiano fermato il 15 novembre dall’autorità del Venezuela, Venezia si mobilita. Circa una quarantina di persone ieri si sono date appuntamento sul molo di piazzetta San Marco, nella città lagunare, per dar vita a un flash mob a favore della liberazione di Trentini, detenuto dal 15 novembre nel carcere di Caracas accusato di terrorismo. In dodici hanno indossato al collo un cartello con una lettera per formare lo slogan Free Alberto, reggendo uno striscione con la foto di Alberto Trentini e l’hashtag #freealberto, mentre uno speaker col megafono spiegava ai passanti il motivo della protesta.
“Alberto è un nostro caro amico, un professionista preparato, un uomo per bene, che non ha mai usato violenza, abbiamo bisogno dell’attenzione di tutti per tener viva l’urgenza per le sue condizioni di salute e la speranza di farle tornare a casa al più presto”, ha detto Luca Eelis Tiozzo, portavoce degli amici di Alberto. Tra i presenti l’attrice Ottavia Piccolo, in rappresentanza dell’Associazione Articolo 21. Due settimane fa un vertice a Palazzo Chigi dedicato alla situazione che sta vivendo il nostro connazionale detenuto nel Paese insieme ad altri sette cittadini italo-venezuelani recentemente arrestati.
Farnesina e ambasciata italiana a Caracas, spiegava una nota di Palazzo Chigi, stanno seguendo il caso di Alberto Trentini con la massima attenzione fin dall’inizio, attivando tutti i canali possibili per garantire una soluzione positiva e tempestiva. Il governo “ribadisce la necessità di mantenere la massima discrezione da parte della stampa al fine di favorire il buon esito della vicenda”. Nel corso della riunione a Palazzo Chigi il ministro degli Esteri Antonio Tajani aveva avuto una conversazione telefonica con la madre di Alberto Trentini per esprimere vicinanza e rassicurarla sull’impegno delle istituzioni.
La situazione in Venezuela desta allarme e l’attività diplomatica si muove su crinali molto delicati: la vicenda di Trentini si inquadra nel clima di forte tensione che si è venuto a creare dopo le elezioni presidenziali del 28 luglio che hanno confermato Maduro (ma l’esito è stato oggetto di contestazioni e proteste): da allora in Venezuela sono stati arrestati 127 cittadini stranieri (svizzeri, tedeschi, americani, spagnoli, italiani, ucraini, albanesi e olandesi) che ora sono detenuti.