L’indagine nasce dopo la scomparsa di Pasquale Lamberti, l’imprenditore svanito nel nulla 4 anni fa, dopo aver lasciato una nota in cui indicava i responsabili della sua sparizione.
Brescia – Quattro arresti, due in carcere e due ai domiciliari, più un divieto di esercitare attività d’impresa, sono stati eseguiti questa mattina da finanzieri e carabinieri nei confronti di persone residenti nelle province di Milano, Sondrio, Monza e Brianza e Taranto. I provvedimenti cautelari sono da inquadrare nell’ambito di un’inchiesta del pm dell’antimafia di Brescia Teodoro Catananti relativa alla scomparsa di Pasquale Lamberti, un imprenditore svanito nel nulla il 3 luglio del 2021 da Besate nel Milanese. L’uomo era sparito dopo aver lasciato un messaggio nelle note del cellulare in cui indicava cinque presunti responsabili della sua sparizione.
L’indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia, ha avuto inizio, nel 2021, dall’attività di monitoraggio di alcuni soggetti, ritenuti prossimi a contesti di criminalità organizzata di matrice ‘ndranghetista, che avrebbero acquisito, tramite una società svizzera, la proprietà di un’azienda bresciana operante nel settore zootecnico, depauperandola del proprio capitale e quindi determinando una procedura fallimentare.
Un’attività predatoria promossa da persone di origine calabrese con la complicità di imprenditori del Nord e di un commercialista della provincia di Monza e Brianza, attraverso l’acquisto di beni immobili destinati a familiari, l’utilizzo di auto di lusso, nonché l’acquisizione di disponibilità finanziarie su carte di credito prepagate rilasciate da una piattaforma finanziaria svizzera.
Oltre ad aver dissipato il patrimonio della società, gli indagati avrebbero goduto di finanziamenti garantiti dallo Stato pari a oltre 1.700.000 euro e ottenuto un anticipo di crediti commerciali presso istituti bancari originati da fatture per operazioni “inesistenti”, per un valore di circa 400mila euro.
Oltre ai provvedimenti cautelari, il Gip ha disposto il sequestro per un importo complessivo pari a oltre 650mila euro, quale provento delle condotte illecite ipotizzate. La Procura della Repubblica di Brescia ha inoltre emesso un sequestro preventivo d’urgenza su somme di denaro e disponibilità finanziarie pari complessivamente a oltre 2.500.000 di euro, nonché sulle quote di una società coinvolta.