Il caso Ex Ilva: arrivate 10 offerte per l’acquisizione degli stabilimenti

I commissari straordinari “si riservano un periodo di tempo congruo per esaminare attentamente tutte le proposte ricevute”.

Roma – Il caso ex Ilva continua a tenere banco. E’ la terza volta che il gruppo siderurgico, un tempo dello Stato, passa di mano. I primi proprietari privati furono nel 1995 i Riva, poi nel 2017 arrivarono gli indiani del gruppo Arcelor Mittal, adesso la procedura si ripete. Dopo la presentazione delle manifestazioni di interesse, a visitare gli asset in vendita, in questi mesi, sono stati soprattutto gruppi stranieri non europei La novità ora è che sono pervenute dieci offerte per l’acquisizione degli stabilimenti entro il termine fissato alla mezzanotte tra il 10 e l’11 gennaio. La “scadenza, precedentemente prorogata a dicembre 2024, ha consentito una più ampia partecipazione al processo di presentazione delle offerte”, comunicano i commissari straordinari di Acciaierie d’Italia in Amministrazione straordinaria (As) e di Ilva in As.

“La partecipazione così significativa di grandi attori internazionali conferma che siamo sulla strada giusta per il rilancio della siderurgia italiana”, ha rilevato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. “Questa è la fase decisiva. Responsabilità, coesione e unità di intenti”, ha concluso il ministro. Critica invece la posizione della Fiom-Cgil: “In un passaggio così delicato come la presentazione delle offerte per l’acquisizione degli stabilimenti di Acciaierie d’Italia, la comunicazione deve avvenire non a mezzo stampa ma attraverso il confronto nelle sedi istituzionali, a partire da Palazzo Chigi, con il sindacato e l’azienda”. “Troviamo assolutamente inopportune le comunicazioni a mezzo stampa di chi ha la responsabilità di governare e di confrontarsi con la rappresentanza delle lavoratrici e dei lavoratori”.

Per la Fiom-Cgil, “considerati la strategicità dell’ex Ilva e gli accordi in essere, i presupposti sono la presenza in equity dello Stato, la garanzia del mantenimento dell’occupazione, gli investimenti necessari all’utilizzo degli impianti e alla transizione ecologica per la tutela della sicurezza e della salute ambientale”. I commissari straordinari di Acciaierie d’Italia Giovanni Fiori, Giancarlo Quaranta e Davide Tabarelli hanno definito cinque requisiti essenziali in mancanza dei quali l’offerta non verrà recepita. Il nuovo proprietario dovrà soddisfare: lo sviluppo della produzione siderurgica in Italia, realizzare la decarbonizzazione dei siti, tutelare i livelli occupazionali, sostenere le comunità locali e garantire la continuità operativa degli impianti.

Tra le offerte ricevute, indica una nota, tre sono per tutti i complessi aziendali: cordata Baku Steel Company Cjsc + Azerbaijan Investment Company Ojsc, Bedrock Industries management Co Inc e Jindal Steel International. Sette invece le offerte interessate a singoli asset, tra cui dai gruppi Marcegaglia, Eusider e Sideralba. In particolare, spiega la nota, le sette offerte interessate a singoli asset sono state presentate da: cordata Car Segnaletica Stradale Srl + Monge & C. Spa + Trans Isole Srl, Eusider Spa, cordata Eusider Spa + Marcegaglia Steel Spa + Profilmec Spa, Imc Spa, Marcegaglia Steel Spa, cordata Marcegaglia Steel Spa + Sideralba Spa e Vitali Spa.

I commissari straordinari “si riservano un periodo di tempo congruo per esaminare attentamente tutte le proposte ricevute, con particolare riguardo agli aspetti occupazionali, alla decarbonizzazione e all’entità degli investimenti, al fine di assicurare uno sviluppo sostenibile degli impianti e la massima tutela del lavoratori coinvolti”, si legge ancora nella nota. E’ prevista la tutela dei livelli occupazionali, con l’obiettivo di ridurre significativamente il ricorso agli ammortizzatori sociali, mantenendo un costante dialogo con le parti sociali. La procedura di cessione mira, inoltre, a prevedere attività e forme di compensazione a favore delle comunità locali e a preservare la continuità dei complessi aziendali delle Società in AS, con l’obiettivo di riportarle rapidamente ai massimi livelli di attività.

A novembre la Sezione crisi d’impresa del Tribunale del capoluogo lombardo aveva dichiarato lo stato di insolvenza di Acciaierie d’Italia Holding S.pA, già posta in amministrazione straordinaria nella primavera scorsa dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy. All’esito del procedimento intentato dai commissari di AdI in As, al quale hanno preso parte anche il socio privato Ancelormittal Italy Holding S.rl. e il socio pubblico Invitalia S.p.A., “è stato accertato – anche con l’ausilio di un supporto consulenziale – uno squilibrio finanziario di quasi 1 miliardo di euro, di composizione eterogenea, per lo più riconducibile a debiti verso i soci, verso professionisti e fornitori”. La verifica di stato passivo è stata fissata davanti al giudice delegato della procedura, Laura De Simone, per il 5 marzo 2025.

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