Oggi la sentenza Open Arms: Salvini “Processo all’Italia ma non ho paura”

Il vicepremier fiducioso: “Voglio credere che questo sia un Paese normale, e in un Paese normale chi difende i confini non viene condannato”.

Palermo – L’ultima immagine del processo Open Arms è quella di Giulia Bongiorno, che a ottobre nell’aula bunker del Pagliarelli di Palermo smonta le accuse a carico di Matteo Salvini: “Dimostrerò che Open Arms ha avuto innumerevoli possibilità di sbarcare i migranti ma ha opposto innumerevoli e innumerevoli rifiuti”. Bongiorno tiene la sua arringa nell’aula bunker del Pagliarelli di Palermo, e dice subito: “Open Arms aveva tantissime soluzioni per far scendere a terra i migranti”, sferra l’attacco la legale andando subito al succo: “Si contesta al ministro Salvini il reato di sequestro di persone per avere tenuto dei migranti a bordo, dal 14 al 19 agosto 2019, al contempo si considera legittimo che Open Arms abbia tenuto a bordo gli stessi migranti dal primo al 14 agosto. Quando era evidente a tutti, persino a Malta, che Open Arms aveva il dovere di andare in Spagna”. 

Oggi è prevista la sentenza per il vicepremier. Nell’ultima udienza dello scorso 18 ottobre Bongiorno ha chiesto l’assoluzione del leader della Lega “perché il fatto non sussiste”. Per Salvini, anche lui presente nell’aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo, il pm ha però chiesto sei anni di carcere con l’accusa di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per aver impedito nel 2019, quando era ministro dell’Interno, lo sbarco di 147 migranti a bordo di una nave della Ong spagnola a Lampedusa. In un’intervista rilasciata a Il Giornale, l’allora ministro dell’Interno a detto di non avere paura della condanna. Sono “fiducioso, perché voglio credere che l’Italia sia un Paese normale, e in un Paese normale chi difende i confini non viene condannato”, ha detto il ministro. “In caso contrario, sarebbe una pessima notizia per il Paese e un motivo di festa per i trafficanti e per i nemici dell’Italia. Significherebbe che, qui, tutto è concesso”.

Salvini con l’avvocato Giulia Bongiorno

Dopo l’udienza di ottobre, il processo è stato rinviato al 20 dicembre per eventuali repliche delle parti e per la sentenza. L’assoluzione, ha detto al quotidiano, sarebbe “una buona notizia per l’Italia, perché confermerà che la difesa della Patria è un sacro dovere di ogni cittadino come sancito anche dall’articolo 52 Costituzione”. Matteo Salvini ha poi aggiunto di essere sicuro che gli alleati siano al suo fianco in questo processo che, ha detto, “non è solo un processo a Salvini, è un processo all’Italia”.

Nella sua arringa diretta, efficace e pungente – fino ad arrivare netta alla richiesta di assoluzione per Salvini – l’avvocato Bongiorno aveva affrontato con precisione chirurgica ogni piega di un processo che, disse, ha avuto molte “pagine nere”. Dalla linea politica di quel governo al ruolo dell’allora ministro dell’Interno. “Salvini stava combattendo una battaglia, ma non certo contro i migranti che voleva fare sbarcare… la Guardia costiera si era messa in ginocchio consentendo lo sbarco qualora Open Arms avesse inviato moduli che attestassero la condizione di disagio. Quella di un’Italia in ginocchio nel chiedere alla ong in tutti modi di consentire lo sbarco dei migranti; l’altra quella scritta dalla Spagna che a una richiesta di intervento da parte dell’Italia, aveva risposto semplicemente ‘Buonasera’, senza dare seguito a quella richiesta”.

E ancora, “i confini, e lo dico convintamente contrariamente a quanto qualcuno pensa, lungi dall’essere strumenti di discriminazione, – aveva proseguito la tesi difensiva – sono lo scudo della pace e se non ci fossero regnerebbe il caos. Chiedo per Matteo Salvini l’assoluzione perché il fatto non sussiste”. Perché “usare a sproposito il termine diritto è molto pericoloso, innanzitutto per i diritti. Non esiste il diritto di bighellonare per due settimane con i migranti a bordo pur di non ottemperare un divieto. Non esiste il diritto di rifiutare le indicazioni degli Stati delle zone di ricerche e soccorso. Non esiste il diritto di scegliere dove, quando e come fare sbarcare i migranti e quanti migranti. Non esiste il diritto di ignorare le offerte di aiuto, né quello di di rifiutare ogni soluzione”.

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