La ministra Locatelli: “Dal 2025 prenderà il via la sperimentazione della riforma introdotta con il decreto 62”. Il report di Unicusano.
Roma – L’Italia è, ancora oggi, un Paese poco inclusivo. A raccontarlo sono i numeri raccolti dall’Unicusano nella sua ultima infografica pubblicata a ridosso della Giornata internazionale delle persone con disabilità, che si celebra oggi 3 dicembre. Il primo colpo è assestato sì al Belpaese ma anche al resto d’Europa: un disabile su tre è a rischio povertà o esclusione sociale. Come se non bastasse, il 17% di loro ha subito violenze o abusi e soltanto il 7% riesce a completare gli studi laureandosi. E pensare che in Italia circa 13
milioni di persone, ovvero il 22% della popolazione, vivono con una qualche forma di disabilità, di cui oltre 3 milioni in condizioni gravi. Eppure queste persone si trovano spesso ai margini, vittime di barriere fisiche, culturali e sociali che limitano la loro piena partecipazione alla vita quotidiana.
Eppure in Italia molto si sta facendo in questo senso. A metà ottobre, il primo G7 dedicato all’inclusione e alla disabilità, che si chiude dopo una tre giorni al Castello di Solfagnano, ha visto sia le testimonianze delle tante persone disabili che sono salite sul palco di Assisi e hanno animato la piazza con un ruolo di primo piano. E tante sono state le proposte dei ministri, con le idee degli esperti dei vari paesi. La ministra per le Disabilità, Alessandra Locatelli ha voluto dare un segnale forte: “o facciamo le cose insieme o non andiamo da nessuna parte”. Dal summit è nata la Carta di Solfagnano, con la partecipazione dei ministri del G7+UE e dei Paesi dell’outreach (Tunisia, Kenya, Sud Africa, Vietnam), e si è arrivati così alla Dichiarazione finale, un documento che rappresenta gli impegni dei ministri e dei paesi partecipanti al G7, ispirati dalla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità.
E pochi giorni fa l’annuncio di Locatelli: “A partire dal 2025 prenderà il via la sperimentazione della riforma sulla disabilità, introdotta con il decreto 62″. La ministra per le Disabilità lo ha rivelato alla 1/a Conferenza Regionale nelle Marche sullo Stato dei Servizi per le Persone con Disabilità, al Centro Congressi Federico II di Jesi (Ancona). “Si tratta di un’occasione unica per innovare il sistema di presa in carico e cura delle persone con disabilità, – ha aggiunto – che supera la frammentazione tra risposte sanitarie, sociali e socio-sanitarie grazie al Progetto di Vita, uno strumento centrale della riforma”.
“É importante un cambiamento culturale volto a superare il mero assistenzialismo e a favorire la valorizzazione dei talenti e delle competenze delle persone con disabilità. – ha proseguito Locatelli – Abbiamo creato un Fondo Unico per la Disabilità, con una dotazione storica di 700 milioni di euro, e ripartito 223 milioni per l’autonomia nella comunicazione. Inoltre, dal 2025 sarà introdotta una linea dedicata al trasporto degli studenti con disabilità, per supportare i territori che affrontano bisogni crescenti. Stiamo lavorando a un bando da oltre 250 milioni – ha concluso – per l’inclusione lavorativa e che promuove l’investimento in settori innovativi come l’agricoltura sociale.
Tornando all’infografica di Unicusano e guardando al mondo del lavoro si rileva che in Italia, solo il 32,5% delle persone con disabilità in età lavorativa ha un impiego, contro una media nazionale del 58,9%. La disoccupazione tra i disabili è al 20%, quasi il doppio rispetto all’11,3% della popolazione. Questi numeri sono accompagnati da discriminazioni dirette (esclusione esplicita) e indirette (barriere sistemiche, come la mancanza di accessibilità), che si riflettono non solo nelle difficoltà di trovare lavoro ma anche nelle condizioni di impiego. Tuttavia, il panorama non è uniforme: in Francia e Germania, per esempio, esistono percentuali obbligatorie di assunzione per i disabili nelle aziende, mentre in Italia il sistema di quote può essere bypassato attraverso sanzioni economiche.
Le donne con disabilità affrontano una discriminazione ancora più marcata. Solo il 49% di loro ha un lavoro retribuito, mentre il 70% degli inattivi tra i disabili sono donne. Il rischio di violenza è drammaticamente alto: il 36% delle donne disabili in Italia ha subito almeno una forma di violenza fisica o psicologica, un dato che sottolinea quanto siano intrecciate fra di loro vulnerabilità e marginalizzazione. Sempre in ambito lavorativo lo studio di Unicusano sottolinea come solo il 33% delle grandi aziende rispetti le esigenze dei dipendenti con disabilità mentre la percentuale sale al 56% nelle piccole aziende. Il Nord si conferma più inclusivo con sei aziende su dieci più ”sensibili” alle necessità dei dipendenti disabili, mentre al Centro-Sud ne sono soltanto quattro su dieci.
La Giornata internazionale delle persone con disabilità è stata proclamata nel 1981 con lo scopo di promuovere i diritti e il benessere dei disabili. Dopo decenni di lavoro delle Nazioni Unite, la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità, adottata nel 2006, ha ulteriormente promosso i diritti e il benessere delle persone con disabilità, ribadendo il principio di uguaglianza e la necessità di garantire loro la piena ed effettiva partecipazione alla sfera politica, sociale, economica e culturale della società. La Convenzione invita gli Stati ad adottare le misure necessarie per identificare ed eliminare tutti quegli ostacoli che limitano il rispetto di questi diritti imprescindibili. La Convenzione (Articolo 9, accessibilità) si focalizza sulla necessità di condizioni che consentano alle persone con disabilità di vivere in modo indipendente e di partecipare pienamente a tutti gli aspetti della vita e dello sviluppo.
Anche l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile si fonda sul principio che nessuno sia lasciato indietro, qui ricomprese le persone con disabilità. In particolare l’Agenda mira a un rafforzamento dei servizi sanitari nazionali e al miglioramento di tutte quelle strutture che possano permettere un effettivo accesso ai servizi per tutte le persone. Sensibilizzare l’opinione pubblica al fine di favorire l’integrazione e l’inclusione delle persone con disabilità permetterebbe un processo rapido verso uno sviluppo inclusivo e sostenibile, in grado di promuovere una società resiliente per tutti attraverso l’eliminazione della disparità di genere, il potenziamento dei servizi educativi e sanitari e in definitiva, l’inclusione sociale, economica e politica di ogni cittadino.
“L’affermazione dei diritti delle persone con disabilità è misura della civiltà di un popolo”. Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della Giornata Internazionale delle persone con disabilità. “Questa giornata – ha affermato Mattarella – offre l’opportunità per valutare il cammino sin qui percorso dalla Repubblica nella applicazione dei principi di eguaglianza dei cittadini, sanciti dalla Costituzione. La Convenzione delle Nazioni Unite del 2006 ha posto le basi per un nuovo approccio, riconoscendo che la comunità è, troppo spesso, in ritardo nell’accogliere le diversità”.
La riforma della condizione della disabilità in Italia, ha aggiunto poi il presidente della Repubblica, “con il suo focus sulla vita indipendente, sui progetti personalizzati e sull’inclusione lavorativa, rappresenta un’opportunità preziosa per costruire una società più equa e rispettosa della dignità di ogni persona. La sua attuazione richiederà un impegno costante e un forte coordinamento tra i vari livelli istituzionali e la società civile, con la diretta partecipazione delle persone con disabilità. ‘Nulla su di noi, senza di noi’ è principio fondamentale che esprime l’idea che nessuna decisione che riguardi la vita delle persone con disabilità possa essere presa senza il loro consenso. L’inclusione si nutre di scelte quotidiane, basate sulla capacità di valorizzare talenti e aspirazioni di ciascuno”.