Il figlio del boss è scomparso e il paese degli Strangio sprofonda nella paura

A San Luca in Aspromonte sono comparsi misteriosi manifesti della famiglia. Il Suv del 42enne è stato trovato carbonizzato con all’interno probabili resti umani. Incombe lo spettro di una nuova faida familiare.

SAN LUCA (Reggio Calabria) – Si tinge sempre più di giallo la scomparsa di Antonio Strangio, 42 anni, sposato con 4 figli minori, imprenditore agricolo e allevatore di San Luca, paese dell’Aspromonte roccaforte della criminalità organizzata calabrese. L’uomo manca da casa presumibilmente dal 18 novembre scorso mentre dopo una settimana è stato ritrovato carbonizzato il suo Suv nelle campagne fra i Comuni di Bovalino e San Luca, in contrada Bonamico. All’interno del veicolo i carabinieri del Gruppo di Locri e della Compagnia di Bianco, coordinati dalla Procura locridea, assieme ai medici-veterinari, rinvenivano resti biologici sulle prime attribuiti ad un animale, verosimilmente una pecora.

La zona dove è stato rinvenuto il fuoristrada bruciato

Più approfondite verifiche avrebbero escluso questa ipotesi perché il materiale repertato sembra appartenere ad un essere umano. Sono stati rinvenuti anche una collana, diversi denti e numerosi frammenti ossei, tra cui una porzione di mandibola, che vanno a rafforzare la probabilità che si tratti di resti umani. Ulteriori conferme arriveranno dagli esami autoptici e dalle analisi del DNA, già richiesti dall’autorità giudiziaria di Locri. Il fuoristrada è stato posto sotto sequestro dai militari del Ris di Messina per più accurate analisi ma gli inquirenti, già da subito, ritengono che il rogo sia stato appiccato con liquido infiammabile per cancellare le tracce di un verosimile agguato mortale in stile mafioso. Se i pezzi di scheletro dovessero appartenere ad Antonio Strangio la tragica vicenda assumerebbe i contorni dell’omicidio che riaccenderebbe una sorta di faida dopo una calma apparente di quasi 15 anni.

L’uomo rappresenterebbe una figura solo apparentemente di secondo piano nel clan locale, con qualche precedente e una condanna già scontata per traffico di droga. Figlio di Giuseppe Strangio, uno degli ‘ndranghetisti che rapirono il giovane Cesare Casella, vittima di uno dei più lunghi sequestri di persona a scopo di estorsione mai avvenuti in Italia, non avrebbe preso parte a recenti attività criminali. Alla vigilia di Natale del 1989, Strangio padre era rimasto ferito durante un conflitto a fuoco con i carabinieri che stavano simulando il pagamento di una parte del riscatto. Il criminale venne tratto in arresto e trasferito nel carcere di Lecce da dove evase durante un permesso premio.

Giuseppe Strangio

Se si trattasse di omicidio l’evento delittuoso potrebbe riaccendere la faida tra famiglie rivali che non hanno solo interessi economici in zona ma anche su Milano e l’intera Lombardia. Non viene esclusa nemmeno un’altra ipotesi: che si tratti di una sparizione simulata, per questioni ancora sconosciute agli investigatori. Ad alimentare i sospetti c’è anche un altro elemento: in paese sono stati affissi numerosi manifesti murali recanti la scritta Le famiglie Strangio e Scalia ringraziano tutta la popolazione ma dispensano dalle visite”, un messaggio in codice o che altro? Ci si riferisce ad Antonio Strangio? Il redattore del messaggio ha annunciato un lutto? In giro c’è paura e le persone escono di casa il minimo indispensabile mentre l’inchiesta non conosce soste.

I carabinieri stanno passando al setaccio il traffico telefonico e telematico degli apparati di comunicazione in uso a Strangio onde risalire alle celle telefoniche agganciate dall’uomo il giorno della sparizione e prima di dileguarsi come un fantasma:

Un necrologio davvero strano: un messaggio in codice?

“Non appena terminerà il periodo di commissariamento, dovuto alla mancanza di liste e di candidati alle ultime elezioni, darò vita a una lista per ricandidarmi a sindaco di San Lucaannuncia Klaus Davi, noto giornalista, opinionista, sondaggista pubblicitario e saggista – Lo Stato in Calabria ha sbagliato tutto quello che poteva sbagliare, trattando una terra meravigliosa come nemica. Accanendosi contro i piccoli comuni della Calabria inchiodati dal brand ‘ndrangheta e guardandosi bene dallo sciogliere i comuni del Nord: la città italiana più omertosa, la più infiltrata dalla ndrangheta è Milano. Auspico che la mia candidatura sia un messaggio di pace e di serenità per i giovani di San Luca a cui voglio dare una speranza. La Calabria sta facendo importanti passi avanti. L’aeroporto Tito Minniti è tornato a pieno regime, la nuova Gallico-Gambarie sta per essere inaugurata, le Comunità Ebraiche stanno promuovendo tantissimi eventi. Bisogna continuare su questa strada”.

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