Nassiriya, 21 anni fa la strage in Iraq. L’Italia non dimentica

A perdere la vita nell’attentato 28 persone, 19 gli italiani. Un camion di tritolo a folle velocità sulla base Maestrale e la tragedia.

Roma – Sono passati 21 anni da quel giorno terribile in cui il contingente italiano di stanza a Nassiriya, nel sud dell’Iraq, fu oggetto di un pesantissimo attacco kamikaze. A perdere la vita in quell’attentato, organizzato con un camion imbottito di tritolo lanciato a folle velocità contro la base Maestrale, furono 28 persone. Altissimo il tributo di sangue del nostro Paese: 19 infatti furono le vittime italiane. Dodici di loro erano carabinieri appartenenti alla Multinationale Specialized Unit. Si tratta di Massimiliano Bruno, Giovanni Cavallaro, Giuseppe Coletta, Andrea Filippa, Enzo Fregosi, Daniele Ghione, Horacio Majorana, Ivan Ghitti, Domenico Intravaia, Filippo Merlino, Alfio Ragazzi, Alfonso Trincone. Appartenevano invece all’esercito Massimo Ficuciello, Silvio Olla, Alessandro Carrisi, Emanuele Ferraro, Pietro Petrucci.

Ma nell’esplosione di Nassiriya rimasero uccise anche due vittime civili: il cooperatore Marco Beci, e il regista Stefano Rolla, impegnato nelle riprese di un documentario. L’attentato suscitò immediatamente la fortissima commozione di tutto il Paese, rappresentato dall’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Un bagno di folla rese omaggio ai caduti, prima nella camera ardente allestita nel Sacrario delle Bandiere del Vittoriano; quindi ai funerali di Stato celebrati nella basilica di San Paolo fuori le mura, e officiati dal cardinale Camillo Ruini. Il dolore per quel lutto nazionale, diversi anni dopo, nel 2009, si tradusse nell’istituzione della Giornata del ricordo dei caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace.

Un’immagine tragica e emblematica della strage di Nassiriya

A ricordare il più grave sacrificio di truppe italiane dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, per molto tempo rimasero le macerie della base militare Maestrale, sventrata dall’esplosione. All’attentato seguirono due inchieste. Una da parte delle autorità militari, finalizzata a verificare se fossero state prese tutte le misure necessarie a prevenire gli attacchi; e una aperta dalla Procura di Roma che mirava all’individuazione degli autori della strage. La prima inchiesta definì un errore il sistemare la base al centro della città, e senza un percorso obbligato di avvicinamento alla struttura. Nella seconda si arrivò solo a confermare che il furgone aveva 400 kg di tritolo mescolato a liquido infiammabile. Due decenni dopo quelle macerie oggi non ci sono più, sostituite da un complesso di uffici.

Vale la pena ricordare che un ruolo decisivo lo ebbe il carabiniere Andrea Filippa, quel giorno di 21 anni fa di guardia all’ingresso principale, che intervenne tempestivamente uccidendo gli attentatori e impedendo loro di sfondare l’ingresso: se fosse avvenuto, il numero di vittime sarebbe stato ben più alto. “Nella Giornata del Ricordo dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace, il pensiero va a coloro che, animati da profondo senso del dovere, dedizione e coraggio, hanno donato la propria vita per l’Italia e per i valori della pace e della cooperazione internazionale”, scrive il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un messaggio inviato al ministro della Difesa Guido Crosetto.

Il terribile attentato a Nassirya

“A ventun anni dal tragico attentato di Nassiriya, rinnoviamo la memoria dei diciannove italiani che persero la vita in quell’orribile atto di violenza, insieme agli iracheni che condivisero il medesimo tragico destino, e con loro, quella di tutti i caduti nelle missioni internazionali. La loro morte richiama il valore dell’impegno per la costruzione di un mondo più giusto, libero dalle atrocità della guerra e dal peso dell’oppressione”, prosegue il capo dello Stato. “Il ritorno di conflitti su larga scala e il crescere di tensioni che minacciano la sicurezza collettiva, sottolineano il ruolo delle missioni internazionali per costruire ponti di dialogo e arginare la violenza”, dice Mattarella. “La Repubblica Italiana, con i suoi uomini e donne impegnati nei territori più travagliati, offre un contributo di inestimabile valore per riportare speranza e pace tra i popoli. Donne e uomini che offrono esempio di impegno e altruismo, onorando valori fondamentali della nostra Costituzione”, prosegue.

“A quanti, operando in aree di crisi, mettono a rischio la propria vita in difesa della pace e dei diritti umani, va la riconoscenza del Paese. Ai familiari dei Caduti, custodi di un sacrificio così elevato, rinnovo la vicinanza degli italiani”, conclude Mattarella. A ricordare quegli attimi tremendi è anche la premier Giorgia Meloni sui social: “Un tremendo attentato che rimarrà sempre scolpito nella nostra mente”. In questo giorno “di ricordo e commozione – scrive –  la nostra riconoscenza va a quanti hanno sacrificato la vita nell’adempimento del proprio dovere, unitamente al ringraziamento di tutto il governo italiano, mio in primis, alle donne e agli uomini delle Forze Armate che, impegnati anche nelle aree più difficili, operano ogni giorno per la costruzione della pace con dedizione, profondo senso di umanità e amore per la Patria. L’Italia non dimentica”.

L’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ai funerali di Stato

Il Ministro dell’interno, Matteo Piantedosi, con “commossa gratitudine” va con il pensiero a “tutti gli italiani che hanno sacrificato la propria vita al servizio del nostro Paese e della Comunità internazionale, operando con valore e coraggio in complessi teatri di crisi per difendere la pace e la libertà. Oggi commemoriamo anche i nostri connazionali che, impegnati con onore e dedizione per garantire la sicurezza della popolazione, 21 anni fa rimasero vittime del primo tragico attentato a Nassiriya, città poi colpita da altri due violenti attacchi terroristici, nel 2004 e nel 2006. Nel ricordare con riconoscenza il sacrificio dei nostri caduti, rivolgo la mia sincera vicinanza alle loro famiglie”, ha concluso il titolare del Viminale. 

“Onore al coraggio di chi opera per la sicurezza e la pace. Con gratitudine e rispetto, mi stringo ai feriti e ai familiari di tutti i caduti nelle missioni italiane a servizio della comunità internazionale”, scrive sui social il presidente della camera Lorenzo Fontana. Il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli, partecipa invece alla Santa Messa in suffragio dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace, che si svolge nella Basilica di Santa Maria in Aracoeli a Roma. Da Treviso invece arriva la notizia di una mozione di Fratelli d’Italia che mira anche ad istituire formalmente il 12 novembre come Giornata del ricordo di Nassiriya nelle scuole, per preservare la memoria di una tragedia che ha segnato l’Italia.

Il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, in occasione del 21mo anniversario della strage ricorda “con profonda commozione i nostri connazionali caduti in missione di pace a Nassiriya, sacrificando la propria vita per la sicurezza e la libertà altrui. E’ una ricorrenza che ci chiama, come italiani, a tenere viva la memoria di un dolore che appartiene a tutto il Paese e alla Sicilia in particolare”. “Nel 2008, da presidente del Senato – prosegue il governatore – ho avuto l’onore di intitolare la Sala stampa di Palazzo Madama ai caduti di Nassiriya, un gesto simbolico per onorare il loro sacrificio nelle istituzioni della Repubblica. Quel luogo oggi porta il loro nome, a titolo di monito e impegno, perché l’Italia continui a riconoscere il valore di quanti hanno dato la propria vita per aiutare gli altri. La Regione si stringe attorno alle famiglie dei caduti, nella
convinzione che il ricordo di quel giorno continuerà a essere per noi tutti una lezione di dedizione e di servizio alla pace”.

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