Conte replica a Grillo: “Estinzione M5S? Padre dà vita e non la morte”

L’ex premier sull’ultimo affondo del creatore del Movimento: “è comunità iscritti, al di fuori di questi esistono concezioni padronali”.

Roma – Come il un film che potrebbe intitolarsi “C’eravamo tanto amati”, tra i due titani del Movimento 5 Stelle, o di quello che resta, è un duello continuo. “Grillo? Un padre ha diritto a dare vita ai propri figli, non la morte”. Così il leader del M5S Giuseppe Conte, a margine di un evento a Cesena, ribatte all’ultimo affondo di Beppe Grillo, che ha richiamato l’estinzione del Movimento. “Quindi non esiste la possibilità che ci si arroghi con prepotenza il diritto di determinare un’estinzione – sottolinea l’ex premier – Il Movimento oggi è la comunità degli iscritti, al di fuori di questi esistono concezioni padronali che non si giustificano per le forze politiche”.

“Da creatore del Movimento rivendico il mio diritto all’estinzione del M5S. Quando vedo la bandiera del Movimento con davanti il mago di Oz che parla di democrazia diretta mi viene un buco nello stomaco”, le parole di Grillo in un video abbinato a un post. “Lui si può fare il suo bel partito, il suo manifesto, con la sua faccia, bella simpatica, sincera, con scritto Oz e 22 mandati. Potrebbe arrivare al 22%, se va da Fassino e si fa fare una profezia può arrivare al 15. Io gli darei anche una mano”, prosegue Grillo che poi sottolinea: “Il Movimento non c’è più, è evaporato, lo sappiamo tutti”.

Conte e Grillo, c’eravamo tanto amati

Dopo il volo degli stracci ecco il lancio dei coltelli. Non si arresta la polemica dopo mesi di scontri e accuse reciproche. La resa dei conti finale, con Giuseppe Conte che licenzia Beppe Grillo, fondatore del Movimento. Il presidente pentastellato Conte nel nuovo libro di Bruno Vespa sferra il colpo fatale a Grillo. Il j’accuse si consuma con queste parole: “Grillo è responsabile di una contro-comunicazione che fa venire meno le ragioni di una collaborazione contrattuale”, scandisce il leader nell’intervista. E dalle parole i fatti sono l’annuncio dello stop al contratto di consulenza per la comunicazione che lega Grillo all’associazione M5s per un compenso annuale di 300 mila euro. 

Tra la cessazione del contratto e il divorzio ufficiale, però, c’è anche l’Assemblea costituente. Alla fine di questa settimana, i gruppi di lavoro definiranno i quesiti che saranno poi posti al voto finale dell’Assemblea prevista per il 23 e 24 novembre. Tra questi, anche il quesito che chiederebbe agli iscritti di pronunciarsi sulla cancellazione del ruolo del garante. Eventualità che disarcionerebbe una volta per tutte il fondatore dal suo Movimento. Intanto, il siluro di Conte raggiunge le coste liguri. Dove il presidente pentastellato è impegnato nell’ultimo forcing di campagna elettorale per Andrea Orlando, dopo aver ribadito la collocazione del M5s nel campo progressista. E dove l’ex Nicola Morra, candidato alla presidenza, attacca: “il M5s si è trasformato nel partito personale di Conte, nuovo cespuglietto triste del Pd”.

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