Gli attivisti dell’ambiente di Fridays for Future in corteo da Roma a Torino passando sotto la Madunina. Chiedono anche “Palestina Libera”.
Roma – Sfilano da Roma a Milano, ma anche a Torino e in tutta Italia, i giovani attivisti dell’ambiente di Fridays for Future. E mettono in atto lo sciopero per il clima e contro il governo. Sotto la Madunina c’è pure Greta Thunberg, in piazza con gli studenti e i Giovani Palestinesi. L’attivista svedese indossa una kefiah, ed è accanto allo striscione in testa al corteo “Stop Genocide, Stop Ecocide”. Greta torna a Milano per una manifestazione partita da largo Cairoli dopo tre anni. Era il 2021 e aveva partecipato nel centro congressi MiC, a Youth4Climate, la conferenza dei giovani sul clima organizzata dal governo italiano come evento introduttivo alla riunione dei ministri dell’Ambiente in vista della Cop26, conferenza annuale dell’Onu.
Il primo sciopero scolastico per il clima venne organizzato nel 2018 proprio dall’attivista svedese allora 15enne. Thunberg, da allora paladina del movimento ambientalista durante la protesta a Bruxelles del 5 ottobre scorso per eliminare entro il 2025 i sussidi europei alle fonti fossili, in linea con l’accordo di Parigi, è stata anche arrestata. Quest’anno però Greta e gli altri devono fare i conti con la cosiddetta “norma anti-Gandhi”, inserita nel ddl sicurezza che prevede fino a 2 anni di carcere per chi manifesta bloccando le strade o la circolazione ferroviaria, se a farlo sono due o più persone. Il nuovo reato andrebbe a colpire direttamente le proteste di movimenti ambientalisti che in molte occasioni hanno organizzato sit-in e blocchi stradali per protestare contro cambiamento climatico e inquinamento.
Milano, ma anche a Roma, Torino e Aosta l’atmosfera è calda. Sono partiti in corteo da piazzale Ugo La Malfa nella Capitale, davanti al Circo Massimo, universitari e liceali – tra cui collettivi, Osa e Cambiare Rotta – che hanno aderito alla manifestazione promossa da Fridays for Future. Gli studenti, che sono circa 1500, sono diretti al ministero dell’Università e della Ricerca.
“Lotta per un clima libero dalla repressione. Palestina libera”, si legge sullo striscione che apre il corteo. La
giornata di mobilitazione studentesca – che si svolge in tutta Italia ed è stata chiamata “No Meloni Day” – è stata infatti convocata proprio in occasione del ritorno in piazza di Fridays for Future. “Repressione, scuola, gabbia, ambiente, genocidio: studenti contro il governo”, si legge su un altro striscione. A guidare il corteo è lo spezzone di Fridays for Future. “Siamo in un momento in cui gli studenti subiscono il caro vita, tra affitti
alle stelle e il rincaro delle mense”, spiega Elettra di Cambiare Rotta. E poi ancora “le aule sovraffollate, la crisi ambientale, la complicità dei nostri atenei con le aziende inquinanti e con il genocidio”, aggiunge la studentessa che sottolinea come oggi, in questa giornata, ci sia “la necessità di parlare anche di altro, oltre che del tema ambientale”.
“Ogni giorno è no Meloni day”, ribadiscono su uno striscione gli studenti. I ragazzi sventolano anche diverse bandiere della Palestina e ricordano la manifestazione che si terrà domani. “Free Palestine. 12/10 in piazza”, si legge. E dopo l’ultimo corteo di aprile tornano in piazza anche a Torino i Fridays for Future per lo Sciopero per la giustizia climatica. Circa in un migliaio si sono ritrovati in piazza Statuto per manifestare per le vie del centro cittadino. Insieme agli studenti delle scuole ci sono anche le sigle sindacali, i collettivi universitari, l’Intifada Studentesca e il comitato ‘Giù le mani dal Meisino’, in prima fila con lo striscione, che da mesi è in mobilitazione contro la realizzazione voluta dalla giunta di centrosinistra targata Lo Russo del Centro per l’educazione sportiva e ambientale all’interno del parco alla periferia nord di Torino.
“Stiamo saltando le lezioni per darne una a voi”, recita un cartello tenuto in mano dagli alunni di una scuola media. C’è anche lo striscione ‘Nonni insieme per il clima’: “Manifestiamo con i nostri nipoti per il loro futuro – dicono -. Pensiamo che in tutti questi anni le problematiche ambientali non siano cambiate, anzi a livello statistico sono aumentate, adesso – proseguono i nonni – si parla anche del tornado in America, in Florida, che sta creando disastri enormi. Le nostre motivazioni e le richieste sono sempre le stesse e il fatto che non ci
sentiamo abbastanza ascoltati o presi sul serio ci porta a resistere, a continuare a lottare”, spiegano Alice e Gaia studentesse di scienza forestali – è una vergogna che da anni parliamo sempre delle stesse cose e ancora azioni veramente concrete sembrano essere troppo lontane”, aggiungono. In testa al corteo c’è lo striscione ‘Rompiamo il silenzio siamo natura che insorge’.
Un centinaio di persone ha sfilato anche nelle vie del centro storico di Aosta. Partito dall’Arco d’Augusto alle 9.30, il corteo ha il suo punto d’arrivo in piazza Deffeyes, sotto palazzo regionale. “Ci parlano di sostenibilità – ha detto un manifestante nel suo intervento al microfono – e poi vogliono realizzare funivie
in aree protette e raddoppiare il traforo del Monte Bianco. Noi vogliamo trasporti pubblici efficienti, la ferrovia da Pont-Saint-Martin a Pré-Saint-Didier. L’autostrada è una funivia per turisti ricchi”. Un’altra partecipante al corteo ha aggiunto: “Le alluvioni di Cogne e Cervinia non sono conseguenza del maltempo ma del riscaldamento climatico”. Tra gli slogan scanditi “Salviamo la terra dall’effetto serra!” e la richiesta
di “treni”.
In testa al corteo gli striscioni ‘Sciopero per il clima’ e ‘Insieme per Cime Bianche’, comitato che si oppone alla realizzazione del collegamento intervallivo nel vallone di Cime Bianche, che si trova in Val d’Ayas. Tra i cartelli anche ‘Non si scia sulla pioggia’, ‘Stop funivie’, ‘Meno parole più azioni’, ‘Non guadagnerete niente su un pianeta morto’, ma anche riferimenti ai conflitti in corso, con ‘Cease fire’ (cessate il fuoco) e un richiamo alla bandiera palestinese. In coda anche l’associazione ambientalista ‘Valle virtuosa’ e alcuni esponenti politici locali, dal segretario regionale del Pd e presidente del Consiglio comunale di Aosta Luca Tonino ai consiglieri regionali Andrea Padovani, Erika Guichardaz e Chiara Minelli.