Arrestato a maggio con l’accusa di aver violentato una studentessa, l’uomo era uscito di prigione tre anni fa dopo aver scontato la pena per lo stesso reato.
Roma – Simone Borgese, lo stupratore seriale arrestato lo scorso 8 maggio con l’accusa di aver violentato una studentessa, e successivamente posto agli arresti domiciliari, dovrà tornare in carcere. Lo ha disposto la Cassazione dichiarando inammissibile il ricorso presentato dai suoi legali contro la decisione del tribunale del Riesame. Quest’ultimo aveva accolto la richiesta del procuratore aggiunto Giuseppe Cascini di una misura cautelare più severa, ovvero il carcere.
Borgese era già stato condannato a 7 anni e 6 mesi per violenza sessuale, rapina e lesioni ai danni di una tassista, reati commessi l’8 maggio 2015. Dopo aver scontato la sua pena fino al 10 novembre 2021, Borgese era stato scarcerato. In seguito al nuovo arresto, aveva scelto di non rispondere durante l’interrogatorio davanti al gip di Roma, Maddalena Cipriani. Nell’ordinanza che disponeva i domiciliari, il giudice aveva evidenziato il “concreto pericolo” che l’uomo potesse commettere reati simili a quello per cui era stato arrestato, basandosi sulle modalità delle sue azioni e sui suoi precedenti specifici.