La bozza d’intesa con l’Ue prevederebbe l’obbligo di avviare nuove gare entro giugno del 2027. Si lavora alla limatura del testo.
Roma – Alla fine di un agosto infuocato che ha visto i balneari protestare per la loro situazione, l’accordo tra il governo italiano e la Commissione europea sul tema delle concessioni sembra vicino: la bozza che trova la quadra prevederebbe l’obbligo di avviare nuove gare entro giugno del 2027. Tuttavia non si tratterebbe di una data da attendere obbligatoriamente, ma solo di un termine ultimo: i Comuni infatti sarebbero liberi di bandire gare anche prima, come sta già avvenendo in alcune Regioni. La trattativa – condotta dal ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto, in odore di lasciare Roma per raggiungere Bruxelles in qualità di commissario europeo – prevederebbe anche l’assenza di un diritto di prelazione in favore degli attuali concessionari e indennizzi a favore degli uscenti pagati dai subentranti.
Se l’accordo sarà confermato, potrebbe essere inserito all’interno di un decreto atto a evitare la procedura d’infrazione europea sul tema. La trattativa sulla riforma delle concessioni balneari è entrata nel vivo, e sono ore decisive per chiudere un’annosa questione. Sul dossier è attivo il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto, in procinto di lasciare Roma per raggiungere Bruxelles in qualità di commissario europeo. Sul piatto il governo italiano sembra essere pronto a mettere non solo la proroga delle concessioni fino a metà 2027, ma anche alcune regole stringenti.
Nella bozza d’accordo, inoltre, è previsto che possano esserci indennizzi in favore dei concessionari uscenti a carico di quelli subentranti. E ancora, riporta il Sole24Ore, le nuove concessioni potranno avere una durata variabile compresa tra i 5 e i 20 anni. Per ottenerle inoltre saranno valutate alcune caratteristiche, come l’esperienza professionale in attività comparabili, la quantità di personale che ci si impegna ad assumere dalla precedente gestione e penalizzazioni per chi detiene più di una licenza. Da decenni le concessioni vengono quasi sempre prorogate in modo automatico agli stessi proprietari, peraltro con canoni d’affitto molto bassi. Ma questo metodo viola la direttiva europea del 2006, nota come “direttiva Bolkestein”, che impone a tutti i paesi membri dell’Unione di fare dei bandi per mettere a gara le concessioni e aprire così il mercato alla concorrenza.
Dal 2006 a oggi, però, governi italiani hanno fatto slittare la scadenza delle concessioni, temendo di inimicarsi la categoria dei balneari. L’ultima proroga era stata quella voluta dall’attuale governo Meloni, che con la legge di bilancio approvata nel dicembre del 2022 aveva prorogato le concessioni fino alla fine del 2024. E oggi l’interlocuzione tra Roma e Bruxelles sta arrivando al dunque. In ogni caso si procede con cautela: già nel 2010, durante il governo Berlusconi IV, si era arrivati a un passo dall’intesa che era poi saltata per frizioni all’interno della maggioranza.
Nelle scorse settimane ad esprimersi sulle concessioni è stata anche l’Antitrust: l’Autorità garante della concorrenza e del mercato aveva inviato una segnalazione all’Anci e alla Conferenza Stato-Regioni chiedendo di evitare ulteriori proroghe e rinnovi automatici, ricorrendo invece “a modalità di assegnazione competitive delle concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali”. L’Autorità sollecitava gli enti “affinché tutte le procedure selettive per l’assegnazione delle nuove concessioni siano svolte quanto prima” e affinché l’assegnazione “avvenga non oltre il 31 dicembre 2024”, l’attuale limite fissato dalle normative. L’intervento dell’Antitrust era arrivato a pochi giorni dalla protesta sulle spiagge della categoria: il 9 agosto i balneari avevano aperto gli ombrelloni con due ore di ritardo.
Oggi la risoluzione del caso sembra più vicina. La prossima riunione del Consiglio dei ministri, a quanto si apprende, è prevista per domani alle 17.30. All’ordine del giorno potrebbe essere inserito l’esame di un decreto salva-infrazioni, con le nuove norme sulle concessioni balneari, ma non è ancora deciso in quanto il testo è in fase di lavorazione. Il governo italiano nella trattativa con Bruxelles, sarebbe riuscito a ottenere un riconoscimento per le imprese del territorio in sede di gara: una forma indiretta di premialità. Nei criteri di bando, infatti, dovrebbero essere considerati anche la corrispondenza degli impianti alle tradizioni locali (punto a favore degli operatori uscenti), la capacità di valorizzare il territorio e le sue specificità, l’essere stati titolari di una concessione che rappresentava una primaria fonte di reddito personale.