Istat: ad agosto inflazione in calo, ma salgono i prezzi del “carrello della spesa”: +0,9%

Rallentano invece i prezzi dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto, che scendono da +1,8% a +1,1%.

Roma – L’inflazione ad agosto scende all’1,1%, secondo le stime preliminari dell’Istat. Su base annua, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività, al lordo dei tabacchi, scende infatti dall’1,3% del mese precedente. Accelerano invece i prezzi del “carrello della spesa, che ad agosto passa dal tendenziale +0,7% al +0,9%. Rallentano infine i prezzi dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto, che scendono da +1,8% a +1,1%.

Secondo l’Istat, la ragione della discesa si deve all’ampliarsi della flessione su base tendenziale dei prezzi dei Beni energetici (-6,1% da -4,0% di luglio), nonostante le spinte al rialzo registrate nel settore degli energetici regolamentati. Accelerano invece i prezzi del “carrello della spesa”, che ad agosto passano dal tendenziale +0,7% al +0,9%. Un sostegno all’inflazione si deve inoltre all’evoluzione dei prezzi dei servizi, che risente delle tensioni nel settore del trasporto aereo. Ad agosto l’inflazione di fondo sale a +2,0% (da +1,9% di luglio).

Ad agosto accelerano i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona

Nel dettaglio, secondo l’Istat il lieve rallentamento del tasso d’inflazione riflette in primo luogo l’ampliarsi della flessione su base tendenziale dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (da -6,0% a -8,6%) e dei Beni durevoli (da -1,2% a -1,8%), ma anche la decelerazione dei prezzi dei Servizi relativi all’abitazione (da +2,7% a +2,5%). Un sostegno alla dinamica dell’indice generale si deve invece all’accelerazione dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (da +11,7% a +14,0%) e, in misura minore, dei Servizi relativi ai trasporti (da +2,2% a +2,9%) e dei Beni alimentari lavorati (da +1,6% a +1,8%).

Nel mese di agosto l’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, sale a +2,0% (da +1,9% di luglio), e quella al netto dei soli beni energetici a +1,9% (da +1,8%).

Nel loro complesso, i prezzi dei beni accentuano il calo su base tendenziale (da -0,1% a -0,5%), mentre la dinamica dei servizi risulta in lieve accelerazione (da +3,0% a +3,2%). Il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni si accresce, portandosi a +3,7 punti percentuali (dai +3,1 di luglio).

I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona accelerano su base tendenziale (da +0,7% a +0,9%), mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto decelerano (da +1,8% a +1,1%).

L’aumento congiunturale dell’indice generale riflette, per lo più, la crescita dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (+3,2%), dei Servizi relativi ai trasporti (+1,9%, dovuto per lo più a fattori stagionali) e dei Beni alimentari lavorati (+0,9%). Gli effetti di questi aumenti sono stati solo in parte compensati dalla diminuzione dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (-1,0%) e dei Beni alimentari non lavorati (-0,6%).

L’inflazione acquisita per il 2024 è pari a +1,1% per l’indice generale e a +2,2% per la componente di fondo.

In base alle stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) diminuisce dello 0,1% su base mensile, a causa dei saldi estivi di cui il NIC non tiene conto, e aumenta dell’1,3% su base annua (in decelerazione da +1,6% di luglio).

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