Palermo, Burtone contro l’autonomia differenziata: “No a cittadini di serie A e B”

Il deputato siciliano del Pd annuncia di aver iniziato a raccogliere le firme per il referendum abrogativo della riforma Calderoli.

Palermo – Anche nel capoluogo siciliano, come in tutta l’isola, è iniziata la raccolta delle firme per il referendum abrogativo sull’ autonomia differenziata. A darne notizia è Giovanni Burtone, deputato del Pd del Parlamento regionale che annuncia: “Abbiamo poco tempo e dobbiamo attrezzarci con una grande mobilitazione per raggiungere al più presto le firme necessarie. Non consentiremo di spaccare il Paese, non ci possono essere cittadini di serie A e di serie B. La destra sta facendo un errore madornale sulla pelle dei cittadini. Tutti, ma proprio tutti, devono avere le stesse opportunità a prescindere dal luogo di nascita, in sanità, nella scuola, nei diritti”.

Per Burtone si tratta di “una battaglia importante che deve essere di popolo, a difesa del Sud e della Costituzione che sancisce la unità e indivisibilità di questo Paese. Andiamo a firmare per il bene della nostra Italia”, è l’appello del deputato dell’Ars. Una battaglia la sua che si inserisce in quella nazionale, che riguarda una serie di Regioni pronte a cancellare con la volontà popolare la riforma Calderoli. Due settimane fa, la presentazione del testo delle opposizioni in Cassazione. Ad annunciarlo erano stati Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, di Avs. “Depositeremo il quesito referendario insieme alle organizzazioni sindacali, ai partiti dell’opposizione e a tante associazioni” avevano detto.

Il banchetto per la raccolta firme contro l’autonomia

“L’autonomia differenziata – firmata dal Capo dello Stato a fine giugno – è una pessima riforma che penalizzerà la qualità della vita dei cittadini delle Regioni che sono più indietro e creerà maggiori diseguaglianze e problemi di bilancio” aveva sottolineato anche il segretario di Più Europa Riccardo Magi. Per questo Più Europa sarà in campo nel sostenere il referendum abrogativo. Meloni intanto consenta di firmare i referendum con firma digitale gratuitamente, sbloccando la piattaforma che da due anni e mezzo il governo deve realizzare. Non abbia paura del popolo”. In quel momento le Regioni che avevano aderito erano Campania, Emilia Romagna, Toscana, Puglia e Sardegna. Ma a questo punto anche la Sicilia si aggrega alla “crociata”.

Al via anche in Sicilia la campagna referendaria per la cancellazione dell’autonomia differenziata, promossa da un comitato composto da sindacati, partiti, associazioni della società civile. Postazioni per la raccolta delle firme in tutta l’Italia. Nell’isola i comitati territoriali hanno allestito banchetti nelle piazze, nei mercati, nelle località marine, davanti a ospedali. “Diciamo no ad una legge che spacca completamente il Paese. Calderoli non tiene conto che diritti fondamentali come studio e salute sono messi in pericolo – dice Luisella Lionti, segretario generale Uil Sicilia -. Non sono giudizi ideologici, vogliamo investimenti e vogliamo ripartire e con questa legge non accadrà”.

Due i testi su cui il coordinamento ragiona: uno totalmente abrogativo della legge, l’altro per un colpo di bianchetto parziale, che però di fatto fermerebbe la riforma. I voti nei consigli regionali sono finalizzati a scongiurare la raccolta firme per il referendum, con una deadline che incombe: i testi referendari vanno depositati entro e non oltre il 30 settembre. Quanto all’ipotesi di impugnare la riforma, appellandosi alla Corte costituzionale, da quanto emerso dalla riunione sembrerebbe la Sardegna l’unica regione destinata a un passo di questo tipo. Ad aprire le danze è stata la Campania.

Il Consiglio regionale presieduto da Gennaro Oliviero, ha approvato infatti con 36 voti favorevoli dei consiglieri di maggioranza di centrosinistra, Gruppo misto e del Movimento 5Stelle (all’opposizione della Giunta), 9 voti contrari dei consiglieri del centrodestra e l’astensione del consigliere Raffaele Maria Pisacane (Azione-Per), la deliberazione consiliare per chiedere l’indizione del referendum abrogativo dell’Autonomia differenziata. La decisione, ai sensi dell’articolo 75 della Costituzione, investe la legge, di recente approvazione, 26 giugno 2024 n. 86, per l’attuazione del regionalismo differenziato e che riguarda le Regioni a statuto ordinario, ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione. L’articolo prevede che un referendum abrogativo possa essere chiesto da 500mila cittadini oppure da cinque Consigli regionali. 

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