Carcere, Uilpa: suicida altro agente a Roma, il sesto nel 2024, è emergenza

Il segretario De Fazio denuncia: “uno stillicidio di vite spezzate che vede il Governo inerte, capace di varare solo decretini”.

Roma – “Aveva 36 anni, originario di Cittanova (RC), da un paio di mesi impiegato alla Centrale Operativa
Nazionale della Capitale, stamattina doveva assumere servizio, ma nella notte si è tolto la vita sparandosi, sembrerebbe, con l’arma d’ordinanza”. Lo spiega Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria in un comunicato pubblicato sul sito del sindacato. “Sale così tragicamente a 6 il numero degli appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria che dall’inizio dell’anno si sono tolti la vita, il precedente a Favignana solo domenica scorsa, mentre a 52 ammontano i suicidi dei detenuti nello stesso periodo”, spiega.

E’ “una carneficina, una strage senza precedenti – sottolinea – e che non può non avere, seppur fra concause diverse, un’origine comune. Uno stillicidio di vite spezzate che vede il Governo inerte, capace evidentemente di varare solo decretini, forse strumentali a strategie politiche, ma non certo utili a sollevare le sorti di un sistema carcerario sempre più alla deriva, né a fermare la spirale di morte che non ha precedenti”. E ancora, prosegue: “Sappiamo bene che a provocare un gesto estremo come il suicidio concorrono una serie di fattori, ma ciò che sta accadendo, con un’incidenza di cui non si ha memoria nella storia dell’amministrazione penitenziaria, non può non derivare direttamente anche da ragioni connesse al lavoro prestato. Per questo per noi si tratta di morti in servizio e per servizio”.

Il segretario della Uilpa polizia penitenziaria ricorda il collega che si è tolto la vita: “non era coniugato, prima di essere trasferito alla Centrale Operativa Nazionale di Roma, aveva prestato servizio presso la Casa Circondariale di Locri e in Calabria aveva lavorato pure suo papà, anche lui poliziotto penitenziario,
ora in quiescenza. Attorno al suo dolore e a quello di tutta la sua famiglia ci stringiamo costernati e affranti. Al Ministro Nordio e al Governo Meloni chiediamo una vera presa di coscienza, di tutte queste morti portano il peso della responsabilità politica e morale”, continua De Fazio.

Tra le pieghe delle cifre e dei rapporti che spesso sfuggono all’attenzione del grande pubblico – si legge sul sito della polizia penitenziaria – emerge senza ombra di dubbio che il fenomeno suicidario tra le forze dell’ordine (nella Polizia Penitenziaria in particolare) è una realtà allarmante, più che preoccupante.
Un’ombra macabra che grava sulle spalle di coloro che, ogni giorno, indossano la divisa con senso di responsabilità e dedizione verso la comunità. Tra di loro, accade un suicidio ogni cinque giorni. Quasi doppio rispetto alla popolazione in generale. Una durissima realtà confermata da ben 450 casi di suicidio negli ultimi dieci anni, di cui 62 solo nella Polizia Penitenziaria.

I dati (ad eccezione di quelli della Polizia Penitenziaria) provengono dall’Osservatorio Nazionale Suicidi Forze dell’Ordine – ONSFO dell’Associazione Cerchio Blu. Proprio l’ONSFO ci tiene a sottolineare che circa il 30% dei suicidi non viene reso noto, per il volere delle famiglie a mantenere privata la tragedia. Per questa ragione va tenuto conto che i dati pubblici potrebbero essere sottostimati, appunto, del trenta per cento.

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