Franca Ballerini è uscita di scena ma la famiglia Magliacani ha ottenuto giustizia sino a un certo punto. Non si è mai chiarito il ruolo della donna nel terribile omicidio del marito.
Torino – Siamo sulle colline torinesi agli inizi degli anni Settanta quando i carabinieri scoprono il cadavere di un uomo saponificato avvolto in una coperta. E’ il 25 Ottobre 1973 e i resti sono di Fulvio Magliacani, un facoltoso commerciante di mobili 28enne. Questa è la sua storia.
Tutto inizia il 21 Giugno 1972, Franca Ballerini, moglie della vittima, telefona al suocero dalla casa al Sestriere dove, con la madre e la figlia Stefania di soli due anni, stava trascorrendo un breve periodo di vacanza. È preoccupata, non riesce a contattare telefonicamente Fulvio, rientrato a Torino per occuparsi di alcune faccende. Non risponde al telefono di casa e nemmeno allo show-room. Così insieme al fratello di Fulvio irrompe nell’abitazione dei coniugi, una villetta nel quartiere dei ricchi La Pellerina.
Non hanno le chiavi ma entrano dalla finestra. Del loro congiunto nessuna traccia. Fulvio era scomparso. Franca Ballerini rientra in città e sporge denuncia al commissariato. Ma siamo negli anni di piombo, tra attentati e stragi, la polizia non presta attenzione alla fuga di un uomo dal tetto coniugale. Almeno questa è la tesi della moglie. A Francesco Magliacani, suocero di Franca, questa ipotesi non torna, anche perché Fulvio è innamoratissimo della giovane e splendida moglie, una biondina dagli occhi azzurri. Non gli torna perché due giorni dopo la scomparsa, l’auto e la moto del figlio vengono rubate sotto casa.
Ormai sono passati sei mesi, il signor Magliacani è un padre affranto e distrutto dal quel mistero, non trova pace ma è ostinato e deciso a scoprire la verità. Per questo si presenta davanti al maresciallo Raffaele Savoia, del nucleo Investigativo dei carabinieri: “…Quell’uomo – racconta Savoia anni dopo – mi confidò le sue paure, i suoi dubbi, le sue certezze. Parlò subito di delitto. Non credeva che il figlio fosse fuggito con una donna. E mi disse che la nuora, Franca Ballerini, sapeva, era coinvolta nell’omicidio… Nessuno gli aveva dato ascolto…”.
Savoia è un investigatore esperto, furbo e altrettanto ostinato, intende vederci chiaro. Decide di indagare ma non è un caso prioritario e Francesco Magliacani bussa alla porta del suo ufficio ogni giorno, gli dice di non mollare. Così dopo aver ascoltato il giro di amici e conoscenti di Fulvio e Franca, ordina di pedinare la bella biondina. I carabinieri scoprono che Franca Ballerini si vede con un uomo. Certo non significa che la donna sia coinvolta in un omicidio, magari è solo una giovane mamma un po’ irrequieta e troppo sola. Magari non si conoscevano prima della sparizione di Fulvio Magliacani. Magari. Paolo Pan, l’uomo frequentato da Franca, viene fermato alla frontiera con la Francia perché presenta documenti falsi e nel bagagliaio c’è un borsone di denaro di cui Pan non è in grado di chiarire la provenienza. Sorpresa: con lui c’è la Ballerini.
L’attenzione degli inquirenti si sposta su quell’uomo. Paolo Pan è un 32enne che, come Franca, ha avuto in dono la bellezza, assomiglia ad Alain Delon. Le donne gli cascano tra le braccia. Fin da quando era un bulletto di periferia e sfotteva gli amici del bar, quelli che aspiravano al posto fisso in Fiat. Gli piace vivere sopra le righe. Topo d’appartamento, il tirocinio da criminale nel riformatorio, poi via verso l’élite della mala, inventa un traffico internazionale di auto rubate di lusso (Ferrari, Porsche, Mercedes) con un cargo le porta in America. Soldi a palate, la bella vita a Nizza. Il maresciallo Savoia mette insieme i pezzi, non può essere una coincidenza il coinvolgimento di Pan nel traffico di auto di lusso, il furto in casa Magliacani e la bella biondina. Stringe il cerchio ma Pan è furbo, freddo e intelligente con un ego spropositato.
I carabinieri però riescono ad individuare il tallone d’Achille di Pan: è il fratello Tarcisio, esattamente il suo opposto, il classico ladro di galline ma soprattutto un chiacchierone. Negli ambienti della criminalità torinese gira voce che Tarcisio Pan si vanti di aver fatto fuori il marito di Franca Ballerini. Gli investigatori utilizzano un loro informatore, facendogli indossare un rudimentale registratore, fissato col nastro adesivo.
Tarcisio non è molto sveglio e spesso è ubriaco, per cui non si accorge di nulla. Racconta di aver atteso Fulvio Magliacani nella camera da letto, della sua abitazione, insieme a Paolo, entrando grazie alle chiavi che gli aveva lasciato Franca Ballerini. Quando l’uomo arriva i due lo accoltellano a morte avvolgendo il corpo in una coperta. Le tracce di sangue vengono cancellate e in quegli anni il Luminol non esisteva, poi lo seppelliscono sulle colline di Fiano. Si ma dove? Manca ancora un tassello per completare il puzzle.
La sera del 25 Ottobre 1973 Tarcisio Pan è in un locale a bere, quando viene provocato da tre teppistelli, trascinato in strada e riempito di botte. Poi uno lo minaccia con la pistola, gli urlano in faccia di portarli a Fiano dove sapeva. E’ terrorizzato e li conduce nel bosco, lo legano ad un albero e spariscono. Dopo mezz’ora casualmente arrivano i carabinieri con le pale. Il resto lo sappiamo. A Torino, il comandante del Nucleo speciale di polizia giudiziaria è un certo generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, noto per i suoi metodi poco ortodossi ma efficaci. Coincidenze.
Il giorno successivo Franca Ballerini e Paolo Pan vengono arrestati e rimangono in galera per quattro anni, in attesa di un processo che inizia con comodo, quattro anni dopo conquistando ogni giorno le prime pagine dei giornali. Accuse reciproche tra gli amanti diabolici e colpi di scena, come la rivelazione in aula che la figlia di Franca era il frutto della relazione con il suo amante. Chissà se era la verità – non esisteva il test del DNA – o solo una cattiveria nei confronti della famiglia Magliacani, da sempre diffidente nei suoi i confronti, magari il tentativo di una donna, definita dai “profiler” del tribunale “..Solo una piccola ipocrita, vana e superficiale, con un ego fragile”, di dare una parvenza di valore sentimentale alla relazione extraconiugale con Paolo Pan.
Nel 1977 la corte d’Assise condanna all’ergastolo i due amanti, nel Gennaio 1979 la corte d’Appello conferma l’ergastolo per Paolo Pan e assolve con formula piena Franca Ballerini. Ad ottobre 1981 la Corte di Cassazione annulla l’assoluzione di Franca Ballerini ma conferma le altre sentenze. Per Paolo Pan la condanna all’ergastolo diventa definitiva. Il 12 ottobre 1982 Franca Ballerini torna in carcere. Assolta due mesi dopo per insufficienza di prove. Non si riesce a determinare se la provocante bionda sia o meno la committente dell’omicidio. Ha un alibi di ferro, visto che si trovava in montagna al momento del delitto e i due fratelli Pan erano esperti “topi d’appartamento” in grado di introdursi facilmente dalle finestre della villetta quindi senza utilizzare le chiavi per aprire la porta. Come fecero il padre e il fratello di Fulvio.
Dopo 22 anni di carcere Pan viene graziato dal Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, per poi ritornarci dopo essere stato pizzicato in Perù con parecchi chili di cocaina. Estradato in Italia finisce comunque la sua pena nel 2012 ed ora vive da uomo libero a Roma. Il fratello se la cava con pene minori, perché collaboratore di giustizia, muore nel 2003. Franca Ballerini sparisce dai radar e non appena la sua assoluzione diventa definitiva pare frequenti un facoltoso dentista. Così per non perdere l’abitudine. La figlia Stefania, dalle informazioni che abbiamo raccolto, dopo essersi laureata lavora come manager in un customer service di Roma. Casualità? I genitori del povero Fulvio Magliacani sono scomparsi da quasi trent’anni. Hanno ottenuto giustizia a metà.
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