La giusta via di mezzo dei latini insegna che nei momenti delle decisioni più gravi occorre equilibrio e buon senso. Pare che il premier Conte si stia orientando in questo senso. Speriamo che duri.
Roma – E’ in atto uno scontro forte nella maggioranza, stavolta non si tratta di sgomitate per guadagnarsi spazi politici. Piuttosto per tentare di arginare l’avanzata del virus, che non intende togliere il disturbo. Almeno per il momento. Per questo ci sono tante ipotesi a confronto all’interno dell’area di governo per individuare la migliore strategia da intraprendere, in considerazione del costante aumento dei contagi. Infatti si sta valutando una nuova stretta a livello nazionale per tentare di far diventare piatta quella linea che tende ancora al rialzo.
Alcuni, i cosiddetti rigoristi, fra cui Roberto Speranza ed il commissario straordinario Domenico Arcuri, spingono affinché nel fine settimana, dopo il consueto report dell’Istituto superiore di Sanità, si valuti un inasprimento delle disposizioni anti-covid. Quello che vorrebbero fare è preparare nuove misure, più drastiche, da emanare subito, in coordinamento con il Comitato tecnico scientifico e le Regioni. I 5 Stelle, di contro e diremmo saggiamente almeno stavolta, invitano alla prudenza facendo presente che con la gente esasperata che c’è in giro, la tenuta sociale ed economica del Paese è messa a serissimo rischio. Un rischio che farebbe sprofondare nel baratro le classi sociali più deboli e non solo quelle.
Con determinazione si sta cercando di valutare l’ipotesi di stringere da subito alcune misure già prese precedentemente, onde evitare un diffuso, inevitabile lockdown successivo, assai indigesto e dannoso per tutti. Non è più una questione di restrizione delle libertà fondamentali e di un tempo presente negato ma di sopravvivenza morale e fisica legata ai nostri comportamenti. Nel futuro andrà sicuramente meglio e bene ma se non si comprende che il “dopo” dipende da “oggi” purtroppo ogni sacrificio sarà inutile.
Se il Covid si comporterà, e la Scienza ne è certa, come si è comportata l’influenza nei decenni la sua curva virale, primo o poi, diventerà piatta e soltanto allora potrà invertire la tendenza giocando al ribasso. Prima di allora ognuno di noi dovrà proteggersi e proteggere. Il blocco totale alla “Masaniello–De Luca” non porterà da nessuna parte se non dentro il “tunnel della morte“. Tanto per non scherzarci sopra.
Walter Ricciardi, consulente del ministro Speranza, lo ha detto chiaramente, aprendo uno squarcio su quel che sono le spinte che provengono dal ministero: “…Milano, Napoli e forse Roma sono fuori controllo. Pertanto quando non riesci a contenere devi mitigare, ovvero devi bloccare la mobilità...”. Intanto, onde evitare ulteriori fibrillazioni da Palazzo Chigi al momento si smentisce categoricamente che sia in arrivo un nuovo Dpcm previsto dai soliti “male informati” per questo weekend.
Infatti Giuseppe Conte sta monitorando, con il suo entourage, l’andamento della curva dei contagi e altri parametri, non meno determinanti, riferiti alla pandemia. L’alto numero di infetti preoccupa tutti così il governo è pronto ad intervenire in qualsiasi momento ma il via alle misure da allarme rosso si avrà se la curva si allargherà a dismisura e non si potranno evitare decisioni più rigide per tutti. Va detto però che questa fase epidemiologica non ha molto a che fare con quella della primavera scorsa quando non si parlava di asintomatici. In questo preciso momento si parla di contagiati asintomatici la cui percentuale sfiorerebbe il 90% con una forchetta residua del 10% da dividere con sintomatici lievi, gravi, gravissimi e vittime. Tanto per essere chiari e limpidi.
E’ evidente che commercianti ed imprenditori stanno facendo pressing per evitare provvedimenti che potrebbero mettere in ginocchio, ulteriormente, interi settori della già decimata filiera produttiva. Il Presidente del Consiglio è contrario a chiusure generalizzate e confida, lo ripetiamo, nel poter evitare un nuovo decreto, mentre il ministro degli Affari regionali ha istituito una sorta di cabina di regia permanente, per sentire quotidianamente i governatori e controllare in tempo reale i territori.
In ogni caso è lo stesso governo a sollecitare le Regioni ad intervenire laddove la curva dei contagi appare più preoccupante. Infatti l’ultimo Dpcm, tanto contestato dai sindaci, andava proprio in questo senso. Insomma si preferiscono, laddove sono necessari, lockdown locali in quanto più efficaci. Rigoristi, faciloni, negazionisti ed opportunisti cerchino di essere prudenti e attenti. Occorre equilibrio e buon senso. C’è più pericolo di morire di fame di quanto non ve ne sia per morire di Covid.
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