FOGGIA – I VIGILANTE NON MOLLANO. BEPPE ANTOCI: CITTADINI E OPERATORI FIDATEVI DELLO STATO

Questo ulteriore atto intimidatorio in un momento di massima attenzione delle istituzioni sulla famiglia Vigilante appare come una vera e propria sfida nei confronti dello Stato.

FoggiaNon c’è pace per Luca e Cristian Vigilante, i fratelli che dirigono, tra l’altro,  il centro per anziani “Il sorriso di Stefano” a Foggia. La scorsa notte, davanti all’ingresso di “Ristorazione Più” in via Saverio Altamura – luogo in cui vengono preparati i pasti per le strutture di “Sanità Più” di cui Luca è direttore amministrativo – è stato appiccato il fuoco.

È il quarto attentato dall’inizio dell’anno: il primo risale ai primi di gennaio quando l’auto di Cristian è stata fatta esplodere. Il 16 dello stesso mese deflagrava una bomba davanti al centro per anziani in via Vincenzo Acquaviva, colpito nuovamente in aprile, in pieno lockdown, con una seconda bomba. Fortunatamente in entrambi i casi il luogo era chiuso. I fratelli Vigilante vivono sotto scorta, in quanto coinvolti in prima persona nello scontro con la mafia foggiana.

Il centro anziani bruciato

Luca, insieme al suocero Paolo Telesforo, è parte offesa nel processo denominato “Decima Azione”, nome dell’operazione che nel 2018 ha portato all’arresto di trenta persone legate alla criminalità organizzata e appartenenti alla “mafia del pizzo” a Foggia. Il fratello Cristian invece è stato testimone di un tentativo di estorsione da parte di due affiliati al clan Moretti.

La scorsa notte a quanto pare sarebbe stato un uomo con il volto coperto e arrivato in bicicletta davanti a “Ristorazione Più”, probabilmente per un sopralluogo, per poi tornare munito di liquido infiammabile con il quale ha cosparso la porta di ingresso per poi appiccare il fuoco. I danni alla struttura sono notevoli, ma i fratelli non hanno nessuna intenzione di arrendersi e fanno sapere che la struttura continuerà a lavorare regolarmente.

Luca e Cristian Vigilante

“…Questa è una vera e propria sfida – commenta Luca Vigilantevogliono fare terra bruciata intorno a noi fino a quando non smettiamo di fare impresa. Questa volta non ha fatto il classico ‘boom’ ma è stato un attentato a tutti gli effetti. Lo hanno fatto sapendo che siamo sotto scorta, che con noi è intervenuto lo Stato. Chi ha agito lo ha fatto sapendo che era appena entrato in vigore il nuovo DPCM che stabilisce la chiusura dei locali alle 24.00. Ha agito sapendo di avere meno testimoni possibili. Per noi il problema non sono i danni alla porta d’ingresso e agli arredi della struttura: quelli vogliono farci smettere di lavorare…”.

Operazione di polizia “Decima Azione”

Mentre le indagini continuano a ritmo serrato sulla vicenda è intervenuto anche Giuseppe Antoci, presidente onorario della Fondazione Antonino Caponnetto:

“…Questo ulteriore atto intimidatorio in un momento di massima attenzione delle Istituzioni sulla famiglia Vigilante – ha detto Antoci – appare come una vera e propria sfida nei confronti dello Stato che sta operando con forza a Foggia e che sta tutelando la famiglia Vigilante contro chi pensa di poter ancora decidere i destini di un’impresa o di una comunità…

Giuseppe Antoci

…Il coraggio della famiglia Vigilante va accompagnato con forza attraverso l’attenzione che deve essere loro riservata non solo dalle Istituzioni ma anche e soprattutto dai loro stessi concittadini che devono stare al loro fianco, dimostrando vicinanza e condivisione. Occorre però che tutti i cittadini e gli operatori economici si fidino dello Stato denunciando, senza indugi, anche i primi tentativi di avvicinamento della criminalità che, approfittando anche del difficile momento che attraversa il Paese, cercherà sempre di più di allargare il suo raggio d’azione. Ecco, questo sarebbe un bel modo di stare al fianco dei Vigilante…”. 

 

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