LIEGI – DROGA E ARMI DAL BELGIO ALLA SICILIA. ANDATA E RITORNO CON MORTI AMMAZZATI E LUPARA BIANCA

Gli interessi di cosa nostra fra la Sicilia e il Belgio sono altissimi e riguardano droga e armi. Tanti i morti ammazzati e gli agguati mafiosi non denunciati e c'è pure un pentito che ritratta. In questa direzione potrebbero orientarsi di nuovo le indagini per la scomparsa di Jessica Lattuca.

Liegi – 14 settembre 2016: Mario Jakelich e Maurizio Di Stefano, detto Furia, facevano rientro nel loro appartamento di Liegi, in Belgio. Ad aspettarli, nascosti in bagno, c’erano tre sicari armati di mitra e pistole semiautomatiche che iniziavano a sparare all’impazzata. Jakelich veniva colpito alla testa e spirava dopo pochi minuti dopo mentre Furia, nonostante fosse stato raggiunto da cinque proiettili, si lanciava nel vuoto da una porta vetrata finendo rovinosamente sul marciapiede ma riusciva a salvarsi. Come nelle fiction di polizia.

Di Stefano uscirà indenne anche da un secondo attentato messo in atto a Favara nel maggio 2017 quando si trovava insieme a Carmelo Nicotra, anche lui scampato all’agguato mortale. Questo è solo uno dei racconti forniti dal collaboratore di giustizia Giuseppe Quaranta, già rappresentante provinciale di cosa nostra, e dal pregiudicato Mario Rizzo che, dopo un primo periodo di collaborazione con gli inquirenti, ha poi ritrattato tutte le sue rivelazioni.

Mario Jakelich

I due avevano reso dichiarazioni che sono servite alla magistratura per chiarire le dinamiche di una lunghissima scia di sangue occorsa sull’asse Favara–Liegi e che ha portato (grazie all’operazione Mosaico, conclusasi con l’arresto di 8 persone e l’iscrizione nel registro degli indagati di altre 18 accusate di tentato omicidio, traffico di droga, estorsione e detenzione di armi) all’individuazione dei movimenti delle cosche criminali fra l’Italia e il Belgio.

Gli arresti, invece, riguardano i tentati omicidi di Maurizio Di Stefano e Carmelo Nicotra. L’excursus criminale era iniziato nel 2015 con l’omicidio di Carmelo Bellavia, detto Melu Carnazza, avvenuto all’interno del suo magazzino. Da quel momento cominciava una vera e propria faida di mafia che ufficialmente ha contato 5 omicidi e 2 tentati delitti. Gli inquirenti, però, sono convinti che numerosi degli agguati avvenuti non sarebbero stati mai denunciati.

Giuseppe Quaranta

Gli uomini che facevano capo a Bellavia avrebbero individuato in Furia il mandante dell’omicidio di Melu Carnazza. Da qui si sarebbe originata la vendetta con una serie di attentati e contro-agguati che hanno provocato vittime tra gli affiliati alle due famiglie, alcuni uccisi a Favara, altri a Liegi, quest’ultimo polo strategico per i traffici illeciti della criminalità organizzata e, in particolar modo, per lo smistamento di armi e droga.

Filippo Russotto e Gessica Lattuca.

L’operazione Mosaico, resa possibile grazie alla collaborazione tra DDA di Palermo e Procura di Liegi, con l’ausilio dell’Europol, potrebbe portare, tra l’altro, ad una svolta decisiva sulla misteriosa scomparsa di Gessica Lattuca, la mamma di 4 figli sparita nel nulla il 12 agosto del 2018 proprio a Favara.

Le armi sequestrate nell’agguato mortale di Liegi

Nel registro degli indagati risultano iscritti Enzo Lattuca e Filippo Russotto, rispettivamente fratello e compagno della donna, che sarebbero coinvolti nel traffico di droga nel medesimo asse Sicilia-Belgio. Gessica e Filippo, più volte, sarebbero andati e Liegi con l’auto del compagno per poi ritornare a Favara dopo alcuni giorni. Di quei viaggi non si è mai saputo molto. Le indagini sulla scomparsa di Gessica Lattuca si erano dirette anche in questa direzione che poi, però, sembrava abbandonata per poi ritornare in auge alla luce dei recenti accadimenti. 

 

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