La misura che ha suscitato per mesi un vespaio di polemiche e ridotto sul lastrico i conti dello Stato da oggi è entrata in vigore.
Roma – Dopo l’approvazione definitiva del Parlamento e la firma del Presidente della Repubblica, il decreto Superbonus approda in Gazzetta Ufficiale ed è in vigore da oggi. Nei giorni scorsi il via libera definitivo della Camera dopo aspre polemiche sulla scena politica. Una misura molto contestata, non solo dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, ma anche dalla Cgia di Mestre, che ha fatto un rapido calcolo: con i 122,6 miliardi spesi per il solo Superbonus si potevano costruire 1,2 milioni di alloggi pubblici (con un costo di 100mila euro a immobile), risolvendo così, almeno in parte, l’emergenza abitativa che colpisce, secondo il Censis, 3,5 milioni di persone. Una provocazione, certo. Eppure il senso dell’analisi della Cgia è chiaro: investendo nelle case popolari si sarebbe fatta una vera redistribuzione a favore delle classi sociali meno abbienti.
La principale novità è che le spese per il Superbonus sostenute dal primo gennaio 2024 (ora al 70% e nel 2025 scenderà al 65%) potranno essere portate in detrazione in 10 anni anziché in 4: in ballo c’è un ammontare di detrazioni fruibili di quasi 12 miliardi tra il 2024 e il 2025. Viene allungata a 10 anni (dagli attuali 5) anche la detraibilità per il sismabonus e il bonus barriere. Quello che cambia per le banche è che dal 2025 tutti gli istituti finanziari non potranno più compensare i crediti del superbonus con debiti previdenziali, assistenziali e i premi per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, pena il recupero del credito con interessi e una sanzione. Inoltre, banche, assicurazioni e intermediari che hanno acquistato crediti pagandoli meno del 75% del loro valore originario, dovranno ripartire le rate in 6 quote annuali, che non potranno essere cedute o ulteriormente ripartite.
Sul fronte dei bonus edilizi arriva anche la stretta sui lavori di ristrutturazione, con il bonus casa che dal 2028 al 2033 scenderà al 30%. Il bonus è stato confermato anche per quest’anno al 50%, con un tetto di spesa detraibile di 96mila euro: ma dal 2025, salvo proroghe, l’aliquota scenderà al 36%, con un tetto che dovrebbe scendere a 48mila euro. Arriva inoltre un plafond di 400 milioni per consentire la cessione e lo sconto in fattura nelle zone colpite dai sismi del 2009 e del 2016: potrà essere usato solo per le nuove pratiche.
Per il 2025 sono poi previsti un fondo da 35 milioni per gli interventi in altre zone colpite da sismi e uno da 100 milioni gli interventi degli enti del terzo settore, onlus, organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale. Arriva anche il coinvolgimento dei Comuni per i controlli ai cantieri del Superbonus, con un ritorno pari al 50% delle somme riscosse. Vengono infine rinviate la sugar (al luglio 2025) e la plastic tax (al luglio 2026), che sarebbero scattate a luglio.