LIVORNO – FINTE NOZZE PER OTTENERE VERA CITTADINANZA. ACCIUFFATI I CINQUE PARANINFI.

Combinavano matrimoni fasulli fra anziani e ragazze compiacenti ai fini di ottenere la cittadinanza italiana. Beccati con la fede nuziale nel "sacco".

Livorno – Cento militari appartenenti a 10 Reparti differenti del Corpo, coordinati da questo Comando Provinciale e dal dipendente Nucleo PEF (Polizia Economico-Finanziaria) hanno eseguito 5 misure cautelari personali e 55 perquisizioni nelle province di Livorno, Siena, La Spezia, Torino e Padova per porre fine a un subdolo sistema di celebrazione di falsi matrimoni tra italiani, sudamericani e nordafricani finalizzati all’ottenimento di un titolo di soggiorno in Italia. Si tratterebbe di 24 livornesi – 15 uomini e 9 donne – che, tra il 2014 e il 2019, hanno celebrato le proprie nozze con cittadini stranieri. Il fatidico “sì” non è stato mosso, però, dal desiderio di coronare il sogno di una vita insieme.

24 matrimoni combinati a Livorno
24 matrimoni combinati a Livorno

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Le ipotesi di reato formulate dalle Procure competenti riguardano il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e l’induzione in falso in atto pubblico. Un cittadino della Repubblica Domenicana di anni 55 è stato arrestato e condotto in carcere, mentre per 4 livornesi è stato disposto l’obbligo di dimora. I 5 sarebbero gli artefici di questa rete di finti matrimoni che negli ultimi anni ha portato 24 persone ad ottenere indebitamente il titolo per il permesso di soggiorno.   

Da quanto è emerso dalle indagini gli autori degli illeciti, dopo un congruo pagamento in denaro, reperivano soggetti compiacenti – italiani di ambo i sessi, frequentemente gravitanti nelle aree limitrofe a Piazza della Repubblica e via Garibaldi, spesso bisognosi di liquidità necessaria per acquistare stupefacenti – disponibili a contrarre “fittiziamente” matrimonio con persone del tutto sconosciute, in molti casi, incontrate soltanto in occasione della cerimonia nuziale.

La zona dove venivano adescati gli italiani

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Tra gli indizi che hanno seguito gli inquirenti c’era anche il fattore anagrafico. Infatti, come riscontrato nella maggior parte dei matrimoni, le coppie di sposi spesso erano caratterizzate da una consistente differenza d’età. In due casi le “spose” dominicane si sono ritrovate già vedove di uomini anche trent’anni più anziani e subito dopo il matrimonio. Ad una di queste, poco più che quarantenne, è stato contestato anche l’abbandono di persona incapace di provvedere a sé stessa in ragione delle patologie sofferte e dell’età avanzata.

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