La maxi-operazione della Procura ha stroncato una fitta rete di interessi che confluivano nel campo politico e imprenditoriale. A latere l'ombra della politica?
Napoli – Alle prime luci dell’alba le Forze dell’Ordine hanno inflitto un duro colpo alla camorra partenopea. Con 59 arresti eseguiti su ordine del Gip del Tribunale di Napoli, i carabinieri del Ros hanno decapitato il clan Puca, Verde e Ranucci. Gli indagati sono accusati di numerosi reati, tra i quali associazione mafiosa, concorso esterno, corruzione elettorale, estorsione e turbata libertà degli incanti.
La maxi-operazione della Procura ha messo in luce una fitta rete di interessi che confluivano sia nel campo politico che imprenditoriale. Al momento sarebbe pronto un provvedimento che disporrebbe un maxi-sequestro di beni per un valore di oltre 80 milioni di euro. L’operazione dei Carabinieri è stata posta in essere grazie alle indagini dei Ros, sotto la guida del comandante generale di divisione Pasquale Angelosanto e della Procura di Napoli, guidata dal Procuratore Giovanni Melillo. Un duro scacco da parte delle forze dell’ordine alla camorra che imperversa nei comuni dell’hinterland di Napoli, a nord del capoluogo partenopeo. Tra gli indagati ci sono anche i tre fratelli del senatore di Forza Italia Luigi Cesaro, già precedentemente indagato nell’operazione antimafia denominata “Olimpo”. Per Antonio e Raffaele Cesaro sono scattati gli arresti domiciliari. Mentre il terzo, Antimo, è stato condotto in carcere.
L’operazione ha sottolineato ancora una volta come ormai la camorra sia organica al tessuto imprenditoriale locale, tanto da sovrapporsi, a volte, ai cosiddetti colletti bianchi con lo scopo di procacciarsi appalti pubblici.