Astrazeneca ritira il vaccino anti-Covid in Ue: “Non c’è più domanda”, ma sarà vero?

Lo strano tempismo della scelta della casa farmaceutica con la class action nel Regno Unito contro i danni causati dalla somministrazione.

Roma – C’è lo stop all’autorizzazione al vaccino anti-Covid in Ue di Astrazeneca, e a confermarlo sono proprio i suoi vertici. “Considerata la quantità di vaccini disponibili ed efficaci per le nuove varianti di Covid-19, non c’è più stata domanda per il vaccino Vaxzevria* che di conseguenza non è più stato prodotto nè distribuito. Non prevedendo quindi una futura domanda” per il prodotto, “Astrazeneca ha pertanto deciso di ritirare l’autorizzazione all’immissione in commercio per Vaxzevria all’interno dell’Ue”. Ma la notizia arriva dopo che, il 30 aprile, il gruppo farmaceutico ha ammesso che il vaccino “in casi molto rari può causare Tts”, la cosiddetta ’sindrome da trombosi con trombocitopenia’, caratterizzata da coaguli di sangue e bassi livelli ematici di piastrine. 

“AstraZeneca-Oxford ha un profilo di sicurezza accettabile e gli enti regolatori di tutto il mondo affermano costantemente che i benefici della vaccinazione superano i rischi di effetti collaterali potenzialmente estremamente rari”, ha precisato poi un portavoce del gruppo farmaceutico, mentre sui media britannici rimbalzavano le dichiarazioni dell’azienda – diffuse dal ’Telegraph’ che ha citato documenti depositati dalla società in febbraio, nell’ambito di una causa legale collettiva nel Regno Unito – sul rischio che il vaccino Covid-19 Covishield* possa causare in casi molto rari la cosiddetta sindrome da trombosi.

Il vaccino anti Covid di Astrazeneca

Ebbene Astrazeneca, esprime “solidarietà” a chiunque abbia perso i propri cari o abbia riportato problemi di salute. E anche se qualcuno ci ha lasciato le penne il gruppo farmaceutico afferma che “la sicurezza dei pazienti è la nostra massima priorità e le autorità regolatorie hanno standard chiari e rigorosi per garantire l’impiego sicuro di tutti i farmaci, compresi i vaccini“. Una decisione, quella di ritirare l’autorizzazione al vaccino anti-Covid che di certo non lascia indifferenti. Non sorprende che sia arrivata pochi giorni prima dell’ammissione, durante un processo per i danni da vaccino in Gran Bretagna, dei possibili casi di trombosi “molto rari” causati dall’immunizzazione.

Dodici delle 51 famiglie che avevano citato in giudizio a Londra il colosso farmaceutico però ha annunciato di aver rinunciato a portare avanti la richiesta di risarcimento danni dinanzi all’Alta Corte della capitale britannica di fronte alla prospettiva concreta di vedersi respinti i ricorsi e di dover sostenere pesanti costi legali. I familiari tiratisi indietro dalla class action hanno difeso le loro ragioni, negando categoricamente di poter essere bollati come “teorici della cospirazione” e dicendosi amareggiati di aver dovuto rinunciare a causa dei “cavilli tecnici” con cui tanto l’azienda quanto il governo si sarebbero fatti scudo.

Il primo dei 51 casi depositati presso l’Alta Corte è stato presentato l’anno scorso da Jamie Scott, padre di due figli, che è rimasto con una lesione cerebrale permanente. Aveva sviluppato un coagulo di sangue e un’emorragia al cervello dopo aver ricevuto il vaccino nell’aprile 2021. Se non altro, la scelta di Astrazeneca con uno strano tempismo corre ai ripari dai colpi a raffica giunti dal Regno Unito dove si cerca verità su quelle morti. Potrebbe esserci un giudice a Londra.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa