DITE LA VERITA’ SULLA SCOMPARSA DI EMANUELE

Sarebbero più persone a sapere che fine ha fatto lo studente di Ingegneria sparito come un fantasma tra Ischia e Casamicciola Terme. Tra menzogne e assassini farlocchi la soluzione del caso diventa sempre più difficile e controversa.

ISCHIA – Era tornato da Napoli nella sua casa di Ischia da dove si è allontanato senza fare più ritorno. Emanuele Arcamone, 23 anni, studente della facoltà di ingegneria meccanica all’università di Napoli, era uno studente come tanti altri, con qualche esame indietro. Null’altro che potesse far pensare a chissà quale disagio psicologico o ad esperienze particolari che ne potessero aver minato la mente. Pare che fosse in crisi, dicono gli amici, ma nulla di serio. Problemi di giovani che passano. L’8 maggio del 2013 Emanuele prendeva il traghetto e faceva ritorno nella casa dei suoi genitori ad Ischia. Giusto il tempo di posare i bagagli, alcuni effetti personali tra cui il portafogli ed il cellulare sul tavolo della sua stanza per poi uscire di nuovo. Appena fuori di casa scompare come un fantasma. L’ultimo a vederlo è stato il padre Francesco che, nel primo pomeriggio, avvista il figlio sulla strada che va da Ischia a Casamicciola Terme.

il giovane sotto durante un volo in caduta libera prima dell’apertura del paracadute.

Il giovane, poco più avanti, incrocerà anche un conoscente che riferirà ai carabinieri di averlo visto camminare in strada tranquillo con una maglietta chiara e jeans blu. Da quel pomeriggio dell’8 marzo di 7 anni fa di Emanuele Arcamone di sono perdute le tracce. Negli anni qualche segnalazione di cittadini che diranno di averlo visto a Milano, a Napoli e in altre città ma nulla di veritiero, una volta effettuate le verifiche. Eppure Emanuele per uscire di casa cosi di fretta e senza portare nemmeno il portafogli con sé avrebbe potuto avere un appuntamento al quale era già in ritardo.

Francesco Arcamone, papà di Emanuele.

Oppure, immaginando un improbabile suicidio, il giovane aveva ritenuto inutile portarsi appresso i suoi effetti personali una volta deciso l’insano gesto. Comunque stiano le cose carabinieri e volontari una volta ricevuta la denuncia di scomparsa hanno controllato palmo a palmo non solo l’intera isola di Ischia ma ogni anfratto della strada Provinciale, ex strada Statale 270, che dal comune isolano porta Casamicciola Terme lungo un percorso costiero di quasi 4 chilometri e mezzo. Ma del giovane nemmeno l’ombra. Gli investigatori scandagliano la vita privata dello studente universitario ma non trovano nulla di interessante, nemmeno un indizio che possa portare nella direzione giusta. Emanuele si sarebbe dileguato come uno spettro pur non avendone l’intenzione e, comunque, non di propria spontanea volontà. Certo è che su quella strada potrebbe aver incontrato qualcuno che lo avrebbe fatto salire a bordo di un veicolo per poi condurlo chissà dove ma chi può dirlo con certezza?

La ex statale 270 dove si perdono le tracce del giovane avvistato per l’ultima volta su quella strada dal padre e da un conoscente.

Dopo anni di silenzio tombale due notizie che rinnovano il dolore dei genitori: un uomo prima incolperà una donna per l’omicidio dello studente poi si autoaccuserà della sua morte asserendo di averlo ammazzato. La donna risulterà estranea ai fatti mentre l’uomo, tale Ivano D’Antonio, 28 anni, di Napoli, per annunciare la sua “confessione” sceglierà Facebook dove pubblicherà un post che è tutto un programma. In pratica il giovane scriverà sul suo profilo di aver ucciso Emanuele per poi seppellirne il corpo in una zona ben precisa dopo aver urinato sul cadavere. D’Antonio aveva scritto anche si essersi costituito alla polizia del capoluogo partenopeo. Immediati i riscontri degli inquirenti che si recavano nella zona indicata dal “presunto assassino” senza trovare assolutamente alcun cadavere.

il messaggio di Ivano D’Antonio postato su Fb e poi risultato totalmente fasullo.

D’Antonio incontrava anche gli inviati di Chi l’ha Visto a cui riferiva le sue farneticanti dichiarazioni che servivano soltanto a ferire ancora di più genitori e parenti del povero ragazzo scomparso:

”… Riguardo alla vicenda di Emanuele – racconta Francesco Arcamone, padre di Emanuele – siamo rimasti vittime di uno sconsiderato a noi sconosciuto che si è preso gioco di questa dolorosissima vicenda, accusando prima una donna, che non conosceva Emanuele, per poi autoaccusarsi dell’omicidio di mio figlio dichiarando di averne oltraggiato il cadavere per poi seppellirlo nel terreno di proprietà della madre…”.

Ivano D’Antonio.

Insomma un pazzoide che accuserà anche la redazione di Chi l’ha Visto di avergli dato 50mila euro per l’intervista. Cosa ovviamente non vera. Che fine ha fatto Emanuele?

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa