La mafia è il primo problema del Paese. Lo Stato deve provvedere immediatamente affinché i boss mafiosi tornino immediatamente in cella. Ogni giorno che passano fuori è un affronto alle vittime e alla società civile.
Solitamente siamo abituati a pensare al mese di maggio come al periodo in cui si ricordano i martiri uccisi dalla criminalità organizzata. Gennaro Musella, Peppino Impastato, Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, gli uomini e donne delle scorte, tanto per citarne alcuni. Da settimane a questa parte abbiamo la percezione di essere tornati indietro di 30 anni. Il Bel Paese sta attraversando una fase paradossale nella quale assistiamo quotidianamente a una forte delegittimazione del movimento antimafia, ad un ridimensionamento del 41bis, alla messa in discussione delle interdittive prefettizie nonché al continuo scioglimento dei comuni per mafia. Inoltre l’attuale pandemia sta rafforzando in maniera indiretta il fenomeno mafioso. Mediante una strategia piuttosto simile a quella vissuta nell’Europa dell’Est post-sovietica, le organizzazioni criminali stanno attuando iniezioni di liquidità e soccorso alimentare, fortificando il proprio radicamento sul territorio. Le mafie stanno acquistando tutto ciò che c’è da acquistare. Le recenti rivolte nelle carceri, e le conseguenziali scarcerazioni di molti boss, rappresentano un chiaro segnale che il potere mafioso sta inviando allo Stato. In tal senso è ancora più urgente trovare soluzioni concrete per impedire che i capi mafiosi possano lasciare le strutture penitenziarie. L’Italia può contare anche su una sanità carceraria d’eccellenza dunque non rimane che utilizzarla.
La tattica posta in essere dalla coppia Petralia-Tartaglia è corretta. Almeno per il momento sembrerebbero scongiurate nuove scarcerazioni. I dubbi però rimangono e tanti. Ad esempio perché Di Matteo è riuscito ad ottenere la nomina a capo Dap nel 2018? Esiste un nesso tra le scarcerazioni e le rivolte carcerarie? Siamo davanti a una nuova trattativa Stato-mafia?
È fondamentale agire immediatamente, senza perdere tempo. Solo così potremo onorare i martiri di maggio.