Il generale Vannacci e Ilaria Salis sono le stelle nascenti, ci riprovano Sgarbi e Cecchi Paone e spunta la nipote di Giovanni Giolitti.
Roma – Tutti i leader politici di primo piano, tranne Matteo Salvini e Giuseppe Conte, sono in corsa alle elezioni europee. Tutti in campo per tirare la volata e portare voti alla loro lista. Anche se hanno già fatto sapere che nonostante la presenza in lista, rimarranno in Italia e non andranno a Strasburgo. Con l’eccezione di Matteo Renzi, pronto a lasciare il seggio al Senato in caso di elezione. “Vi parlo dal mio ufficio del Senato a cui sono molto affezionato. Io in questo ufficio lascio un pezzo di cuore, ho deciso di candidarmi alle europee e se sarò eletto andrò al Parlamento Europeo”, afferma il leader di Iv Matteo Renzi, in una diretta sui suoi canali social annunciando la sua candidatura alle elezioni europee.
“Matteo Renzi si candiderà all’ultimo posto in lista in quattro circoscrizioni su cinque, garantendo così il suo pieno sostegno al progetto. Tutti i candidati della Lista Stati Uniti d’Europa si sono impegnati, se eletti, a lasciare eventuali altri incarichi e andare al Parlamento europeo. E ora tuffiamoci nella campagna elettorale, sfidando sovranisti e anti europeisti nel nome degli Stati Uniti d’Europa”, scrive in una nota la leader di Più Europa Emma Bonino. Il leader di Italia Viva infatti, parlando delle elezioni Europee e di chi si candida poi in Ue non ci va, ha più volte detto “Succede solo in Italia”.
“Uno si candida alle Europee e dice ‘votatemi’ perché vuole andare in Europa e poi ‘no, non ci vado’. Meloni, Schlein, Tajani, tutti quelli che stanno dicendo ‘votatemi, mi candido’, poi dicono ‘ragazzi, se votate me, io in Europa non ci vado’”, ha fatto notare Renzi. “Possibile che noi italiani ci facciamo sempre riconoscere? Così si prende in giro la gente. Metterci la faccia per non essere eletti – ha polemizzato ancora – e mandarci qualcun altro al posto nostro: non c’è nessun altro Paese che lo fa. Un po’ di serietà: se vi candidate restate in Europa e se non volete andare in Europa, non candidatevi. Non considerate dei cittadini dei fessi”.
“Guardandovi negli occhi vi chiedo un aiuto”, si è rivolto così al suo elettorato e non solo – questa almeno la sua speranza – durante la diretta social. “Ho deciso di candidarmi alle elezioni europee, e a differenza di quello che fanno gli altri”, annuncia polemico, “se sarò eletto andrò all’europarlamento”. Ed è talmente determinato che ha dato mandato ai suoi legali “di agire in giudizio contro Lilli Gruber per le dichiarazioni rilasciate nel corso della trasmissione ‘8 e mezzo’ per la parte in cui la conduttrice ha affermato che Renzi come gli altri leader se eletto non andrà in Europa”, “è una affermazione falsa, tendenziosa e priva di fondamento” – si legge nella nota di Italia Viva.
Renzi all’ultimo posto in lista. Una scelta controcorrente, quella del posizionamento, forse presa perché non vuole lo scontro diretto con gli altri leader – Meloni, Tajani, Calenda -, forse perché come Nanni Moretti in “Ecce bombo” si è chiesto se gli elettori lo notano di più se si mette in disparte. Ma oltre ai leader big, queste elezioni europee vedono l’avanzare di personaggi che sono quasi big, per il risalto mediatico avuto fino a oggi. Ilaria Salis, il generale Roberto Vannacci, Vittorio Sgarbi che rientra in pista ma come “indipendente”, la pronipote di Giovanni Giolitti (Giovanna) e pure Alessandro Cecchi Paone (detto Pavone). Outsider che compaiono nelle liste depositate per le elezioni dell’8 e 9 giugno.
E allo scadere dei termini per presentare gli elenchi per le cinque circoscrizioni in cui è divisa l’Italia per il voto per l’Eurocamera non sono molte le sorprese dell’ultimo minuto. Anche se sono già pronti i ricorsi delle formazioni più piccole, che non sono state aiutate dal governo con un taglio delle firme dell’ultimo minuto, necessarie per presentarsi, che alla fine è stato negato. Come annunciato a guidare le liste di Fratelli d’Italia c’è la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, “detta Giorgia” come da escamotage per personalizzare il voto come un referendum sul suo nome di battesimo (“sono una di voi, una del popolo” ha detto a Pescara confermando ufficialmente la sua candidatura).
Al Centro se la vedrà direttamente con Elly Schlein, che ha lasciato il posto di capolista a Stefano Bonaccini (Nord Est), Cecilia Strada (Nord Ovest) e Lucia Annunziata (Sud). Ma anche con Carlo Calenda, con Matteo Renzi (candidato ma non da capolista in 4 circoscrizioni) e con il suo vicepremier, Antonio Tajani. Non correrà, invece, Matteo Salvini, che al Centro schiera Vannacci. Pensioni & Lavoro Risveglio europeo ma anche Democrazia Sovrana e popolare di Marco Rizzo (che aveva perorato la causa di un taglio firme direttamente a Palazzo Chigi), hanno depositato le liste anche senza le firme necessarie e hanno già annunciato ricorsi. Mentre alla Corte d’Appello di Roma è stata ricusata la lista Alternativa Popolare, capeggiata in tutte le circoscrizioni dal sindaco di Terni Stefano Bandecchi.
Si è presentato in tutte le circoscrizioni anche Cateno De Luca (in ospedale per una polmonite) con la sua ‘Libertà’. De Luca ha una polmonite in stato acuto, associata a un significativo stress psicofisico ed ad un eccessivo affaticamento fisico e dunque la partecipazione a qualsiasi altra attività risulta impossibile, informa una nota. Lui è capolista nella circoscrizione Isole di “Libertà”. Dietro De Luca la portavoce nazionale del movimento ed ex parlamentare Laura Castelli, la testimone di giustizia Piera Aiello, anche lei ex parlamentare, Edy Bandiera, Giulia Ferro, Barbara Figus, l’attuale vice presidente della commissione regionale antimafia Ismaele La Vardera e Antonio Giuseppe Parrinello.
Da segnalare un evergreen. Ancora fresco di dimissioni da sottosegretario ai Beni Culturali per inchieste giudiziarie e conflitti di interesse torna Vittorio Sgarbi, candidato di Fratelli l’Italia. Al fotofinish ci sono stati anche dei passi indietro. La lista Stati Uniti d’Europa è stata presentata senza candidati democristiani. Niente componenti “targati” Totò Cuffaro. Hanno rinunciato a una candidatura che sembrava certa nella circoscrizione Isole l’ex sindaco di Agrigento Marco Zambuto, ex Pd a trazione renziana e ora compagno della figlia di Totò Cuffaro, e Laura Abbadessa, avvocato e consulente dell’assessore alla Famiglia in Sicilia Nuccia Albano della Dc, moglie del magistrato Massimo Russo, assessore alla Sanità nel governo di Raffaele Lombardo.