Già condannato per l’assassinio di due donne, il magazziniere sardo era stato giudicato colpevole anche dell’omicidio dell’avvocatessa modenese, giudizio ora annullato dalla Cassazione.
MODENA – Non sarebbe lui l’assassino della professionista modenese: era già in galera per altri due femminicidi. La Suprema Corte di Cassazione, infatti, ha annullato la condanna di secondo grado al fine pena mai per omicidio all’imputato Pasquale Concas, magazziniere di 54 anni, originario di Osilo, provincia di Sassari, disponendo un nuovo processo. L’uomo era stato condannato all’ergastolo anche in primo grado presso il tribunale di Bologna e la pena era stata poi confermata dal successivo consesso giudiziario nel settembre 2023 per aver ammazzato l’avvocato modenese Elena Morandi, 56 anni, il 24 settembre 2017. Concas che lavorava in Emilia da molti anni si trovava già in carcere a seguito di altra condanna a 24 anni per l’omicidio della prostituta ungherese Arietta Mata, strangolata a Gaggio di Castelfranco, nel Modenese, il 20 gennaio del 2018.
Anni prima Concas aveva subito una terza condanna per l’omicidio di Loredana Gottardi, 75 anni, rapinata e accoltellata ad Olbia il 19 gennaio del 1994. Il magazziniere avrebbe ucciso le vittime attribuitegli dagli inquirenti a scopo di rapina, anche di poche centinaia di euro. Il legale dell’imputato, avvocato Alessandro Betti, ha presentato ricorso in Cassazione contro l’ergastolo sollevando la sussistenza del ragionevole dubbio sulla penale responsabilità dell’imputato. Dunque si aprirà una nuova fase processuale sulla morte della civilista modenese avvenuta nel suo appartamento di via Boccabadati a cui l’assassino avrebbe tentato anche di dare fuoco:
“Ora si potrà verificare quello che è realmente accaduto nell’abitazione della persona offesa, in particolare rispetto all’ipotesi alternativa di una tragica fatalità – dice l’avvocato Betti – La sentenza della Corte d’Appello e d’Assise non si è confrontata con l’ipotesi alternativa che non sia stato un omicidio intenzionale, ma che la morte sia legata a cause accidentali”.
Concas e la Morandi, alcuni mesi prima della tragedia, si erano conosciuti in un bar del quartiere Vaciglio e tra i due era nata una assidua frequentazione che pare fosse sfociata in una relazione sentimentale. Secondo la ricostruzione degli investigatori Concas uccise la vittima per sottrarle 300 euro e poi diede fuoco all’abitazione della donna, al fine di simulare un incidente. All’epoca dei fatti le indagini esperite dalla Squadra Mobile, e coordinate dal Pm Marco Imperato, avevano appurato che Concas sarebbe stato un assassino seriale che non si sarebbe fatto alcuno scrupolo pur di raggiungere il proprio obiettivo, ovvero il denaro. Nella fattispecie si sarebbe approfittato della impossibile difesa della donna che proprio quel giorno aveva abusato di alcol e medicinali per rapinarla e poi soffocarla.
Il bottino sarebbe ammontato a soli 300 euro più un computer e nel maldestro tentativo di inscenare un incidente domestico Concas avrebbe poi appiccato fuoco alla testata del letto. L’uomo però avrebbe chiuso le finestre, forse per rendere la combustione più veloce, ottenendo però l’effetto inverso: le fiamme senza ossigeno si spegnevano poco dopo distruggendo poca roba ma lasciando integro il corpo senza vita della vittima. Per altro il giorno del decesso violento della professionista il presunto assassino si sarebbe trovato proprio in casa della Morandi poiché il suo telefonino sarebbe rimasto agganciato alla cella telefonica del ripetitore di zona.
Al criminale sardo veniva infine contestata anche l’aggravante della recidiva dunque gli inquirenti erano convinti che Concas fosse un serial killer e i fatti davano ragione a poliziotti e magistrati. Nel 1994, a Olbia, Loredana Gottardi veniva sgozzata con un acuminato coltello dopo aver consumato un whisky col proprio sicario che, per simulare una tragedia, tentava invano di provocare un’esplosione in casa. Stessa malasorte toccava ad Arietta Mata, la squillo magiara ritrovata cadavere sui binari a Gaggio di Castelfranco e uccisa da Concas, secondo l’accusa, per sfilarle dal borsellino 700 euro da giocare in una sala slot. Concas ha avuto una compagna, all’epoca studentessa di Pedagogia, con la quale ha avuto una relazione durata 11 anni. I due si erano conosciuti quando la donna faceva tirocinio in carcere dove Concas scontava la condanna per il primo omicidio: ”Mi disse mentendo che era tutta una montatura – riferiva la donna durante un’intervista – mi sento una miracolata…”.