La pioggia di razzi nella notte è stata per la gran parte intercettata, pochi i danni, 31 i feriti. Pressioni americane su Israele perché eviti rappresaglie.
Roma. Notte di guerra sopra i cieli del Medio Oriente. Come ampiamente previsto, e ripetutamente minacciato dal regime degli ayatollah dopo l’attacco israeliano al consolato di Teheran a Damasco, l’Iran ha lanciato un attacco a Israele in tre ondate, con centinaia di droni e missili da crociera. L’esercito israeliano, aiutato dai caccia di Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna, ha neutralizzato la maggior parte degli attacchi, come ha spiegato il primo ministro Netanyahu: “Abbiamo intercettato l’attacco”. Secondo una prima ricostruzione di Tel Aviv i danni sarebbero limitati e i feriti soltanto 31.
Dal canto suo l’Iran ha spiegato di aver raggiunto tutti gli obiettivi prefissati e che l’attacco era una “risposta obbligata al raid israeliano contro il nostro consolato a Damasco, ma per noi la questione è chiusa così“. Teheran ritiene in questo modo di aver salvato la faccia dopo l’attacco israeliano e che in assenza di una risposta militare di Te Aviv non vi saranno altre ritorsioni. E proprio per evitare che in Medio Oriente si inneschi una pericolosa escalation militare gli Usa hanno dato notizia di una telefonata di 25 minuti tra Joe Biden e Benyamin Netanyahu durante la quale l’inquilino della Casa Bianca ha spiegato di essere contrario, e che non parteciperà, ad una eventuale offensiva di risposta a Teheran.
Auspicio condiviso dal nostro ministro degli Esteri Antonio Tajani che nel condannare l’attacco ha però aggiunto: “Mi auguro che il governo israeliano adotti la prudenza e non ci sia un suo contrattacco. Ora dobbiamo lavorare per evitare di infiammare il Medio Oriente. Ora il nostro obiettivo come governo italiano che presiede il G7 è fare di tutto per evitare l’escalation e che i contendenti siano più prudenti”.
Sulla stessa linea la premier Meloni che a nome del governo ha condannato gli attacchi contro Israele e informato che la presidenza italiana del G7 ha organizzato per il primo pomeriggio di oggi una conferenza in collegamento a livello dei leader. “Esprimiamo forte preoccupazione per una destabilizzazione ulteriore della regione e continuiamo a lavorare per evitarla” ha chiosato la premier.
Questa mattina una fonte israeliana ha spiegato che nessuna decisione è ancora stata presa sulla possibilità di una risposta all’attacco e che la linea militare sarà discussa nel Gabinetto di guerra previsto per le 15 (le 14 in Italia).