Dalla tolleranza (che funzionava), all’intolleranza (che fa cilecca)
La legge Merlin è entrata in vigore più di sessanta anni fa, decretando la chiusura delle case di tolleranza ed introducendo i reati di favoreggiamento e di sfruttamento della prostituzione.
La semplice prostituzione non veniva e non viene considerata un reato. Il cliente, infatti, che si rivolge ad un professionista per un rapporto sessuale non viola la legge penale. Nonostante negli ultimi decenni siano state sollevate questioni di legittimità costituzionale sulla legge, la Consulta le ha respinte tutte.
La Lega ha iniziato a raccogliere le firme per indire un referendum abrogativo della normativa contestata, ma al momento non sembra ci sia molta chiarezza in merito. I criteri per l’ applicazione della Legge Merlin sono sempre più discutibili, diventando sintomo di quello che possiamo definire un tipico vizio italiano: fingere di non vedere per evitare di “mettere mano” e quindi disciplinare una materia scomoda.
La legge Merlin è un provvedimento pessimo, dato che consente di incriminare la persona che presta la sua casa ad una collega per incontrarsi con un cliente, poiché si renderebbe responsabile di favoreggiamento.
Sono sempre più frequenti nei Tribunali italiani processi che hanno per oggetto casi al limite del paradosso. Il tutto Mentre su internet dilaga la navigazione e l’iscrizione a siti d’appuntamento a luci rosse. E cosa dire poi dei cd. Club privè, destinati formalmente allo scambio di coppie, ma che invece celano forme di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione anche abbastanza evidenti .
Alcuni studi hanno stimato che la tassazione della prostituzione porterebbe alle Casse dello Stato miliardi di Euro ogni anno, i quali potrebbero essere utilizzati per il finanziamento d’opere di solidarietà e d’assistenza ai bisognosi ed ai meno fortunati. Il coraggio è doveroso. Non si vuole certo riesumare “in toto” la normativa precedente all’ ingresso della Legge Merlin, ma almeno di ispirarsi a nazioni come la Germania, l’ Olanda e la Svizzera.
Pensiamo agli FKK tedeschi, ovvero le saune che ospitano professioniste del sesso munite di Partita Iva che contrattano liberamente il prezzo della prestazione con i clienti e pagano le tasse, mentre il titolare del locale mette esclusivamente a disposizione della prostituta il luogo dove lavorare …
Se la civile e progredita Germania è arrivata a tanto non si vede perchè l’ Italia non possa ispirarsi ai cugini teutonici. È arrivato il momento di affrontare i problemi a testa alta, basta nascondere la testa sotto il cuscino.