L'Italia ragiona solo in emergenza per quanto riguarda la sicurezza stradale. Se un caso fa breccia nell’opinione pubblica si tratta per un attimo il problema
L’Italia ragiona solo in emergenza per quanto riguarda la sicurezza stradale. Se un caso fa breccia nell’opinione pubblica si tratta per un attimo il problema, per poi ricadere nell’indifferenza generale. I pedoni morti, oltre 600 nel 2018, sono una triste realtà.
Chi scrive, tra l’altro, è soprattutto un pedone al 70% e poi un automobilista per il restante 30%.
Nel 2010, quando cambiarono le norme sui pedoni, commentai esprimendo la mia preoccupazione, sostenendo che avrebbero portato confusione. Tanto per essere chiari: se seguissi tali regole da pedone morirei tre volte al giorno.
Alcuni anni dopo lanciammo come Fondazione Caponnetto, insieme alla polizia locale di Bagno a Ripoli, un vademecum di regole per la sicurezza stradale.
Negli anni successivi abbiamo avuto una legge poco efficace, per la parte della prevenzione, sugli omicidi stradali.
La sicurezza stradale ha bisogno di molta attenzione nei particolari, sia da parte del legislatore che dell’utente della strada.
Con tale attenzione, tra l’altro, si potrebbero evitare numerosi incidenti stradali, come i due avvenuti a Roma, in cui sono morte due sedicenni, investite da un ventenne e quello successivo, di un ottantacinquenne che ha investito una settantanovenne.
Prima di attraversare, a prescindere dalle strisce pedonali e dai semafori, si deve guardare quattro volte: a destra, a sinistra e poi ancora a destra e a sinistra. Quando si guida bisogna, oltre a non bere e a non farsi di droga, stare attenti agli angoli bui. Ad ognuno di noi è capitato, a volte, di non vedere un pedone e di domandarsi da dove sia sbucato.
Al contempo chi amministra deve posizionare meglio le strisce: nel 90% dei casi sono messe male. La sicurezza è una cosa seria: non va affrontata con gli slogan ma con lo studio.
Vi faccio una proposta provocatoria, basata sul mio essere sostanzialmente pedone: leviamo al pedone il diritto di precedenza o mitighiamolo con l’obbligo di guardare prima di attraversare, tranne che nelle zone pedonali dove chi cammina è sovrano. Pensateci: credere di poter fare sempre quello che si vuole in realtà aumenta il numero di morti.
Iniziamo con la sperimentazione in alcune zone e vediamo se il numero dei morti cala… io dico di sì.