Le multinazionali del cibo, con la globalizzazione, vogliono governare e controllare le nostre menti. Controllare le menti è possibile controllando gli alimenti. C’è un progetto in atto: azzerare la tradizione culinaria e portare la globalizzazione dell’alimentazione.
Vi spiego perché. L’organismo umano va considerato come un complesso laboratorio biochimico, non come una macchina. L’uomo è dotato di un cervello, con la capacità di pensare e addirittura di elaborare. Nell’essere umano sono presenti sia la razionalità che l’emotività, ma a monte ci sono delle reazioni biochimiche in funzione ormonale. L’essere umano va studiato in toto, considerando l’aspetto biochimico, quello razionale, quello emotivo. Bisogna quindi rivedere il rapporto con il cibo, non solo contemplato come alimento che si assume per piacere, per necessità, per placare l’appetito, ma anche e soprattutto, come elemento che provoca inesorabilmente delle reazioni biochimiche nel momento in cui interagisce con il nostro organismo.
Possiamo tranquillamente asserire che il cibo nel nostro corpo svolge un effetto farmacologico, intervenendo con potenza e precisione sul nostro stato di salute, aggravandone o migliorandone le condizioni. E’ questa presa di coscienza che manca all’uomo. Voglio ribadire che con “Filosofia Alimentare” non si rinuncia al piacere del cibo, ma si esalta il suo gusto associandolo a una ricerca mirata biochimicamente del benessere fisico e psicologico. Le multinazionali del cibo, con la globalizzazione, vogliono governare e controllare le nostre menti. Controllare le menti è possibile controllando gli alimenti. C’è un progetto in atto: azzerare la tradizione culinaria e portare la globalizzazione dell’alimentazione. Così facendo si controllano più facilmente le masse. In che modo?
Offuscando con la cattiva alimentazione la vostra capacità elaborativa e le vostre coscienze. Vi posso assicurare che tutto questo è possibile con il cibo ed è quello che sta accadendo. È sotto gli occhi di tutti. Hanno iniziato la cultura globalizzante raggruppando le masse sotto il banale slogan ‘Difendiamo la Terra’ e stanno globalizzando il sistema alimentare attraverso le catene alimentari gestite da poche multinazionali. Il fine è portare l’essere umano ad alimentarsi male, con tutte le conseguenze che ne derivano: l’insorgenza di patologie come l’obesità, il diabete2, l’ipertensione, la bulimia e altre patologie, a volte nuove, a volte di fatto inesistenti.
Il tutto passa attraverso l’uso sistematico nel cibo di conservanti, additivi, aromatizzanti, coloranti, ecc. che rendono il cibo spazzatura più gustoso, accattivante alla gola, agli occhi e all’olfatto. Io dico che siamo ancora in tempo per cambiare la rotta se aprite gli occhi e vi ribellate, cominciando dal difendere culturalmente e proteggere le nostre tradizioni culinarie e le nostre specialità gastronomiche. In questo noi Italiani siamo i primi al mondo. Non inginocchiamoci passivamente di fronte allo sfacelo culinario che vogliono propinarci.