SNIFFARE IL CIBO INGRASSA

La cultura del NO

Oggi aggiungo un’altra chicca scientifica in campo alimentare che vi stupirà: SNIFFARE IL CIBO INGRASSA. Il fenomeno è dovuto alla stimolazione da parte del profumo del cibo sul vostro sistema neurovegetativo o sistema nervoso autonomo, che controlla le funzioni corporee involontarie come il battito cardiaco, il ciclo mestruale (quindi la messa in circolo di ormoni a vostra insaputa), la respirazione, etc. A tutte queste azioni ci pensa lui e noi possiamo dedicarci ad altro. Ad esempio, quando passate davanti a un fornaio e siete travolti ed estasiati dal profumo del pane appena sfornato, oppure quando sniffate della cioccolata (le donne lo fanno), le molecole volatili odoranti, in contatto con le cellule olfattive delle cavità nasali, stimolano tramite un segnale elettrochimico l’ipotalamo. Quest’ultimo interagisce con l’ipofisi che, a sua volta, “comunica” al pancreas di mettere in circolo insulina. In pratica, semplicemente sniffando il cibo, tramite il sistema ipotalamo-ipofisi-pancreas, il vostro corpo, mettendo in circolo insulina, si prepara a trasformare in grasso quello che mangerete dopo questa stimolazione, anche se di fatto non avete ancora “addentato” nulla. È per questo motivo che l’andamento dei livelli d’insulina nell’organismo, semplicemente sniffando i cibi, è equiparabile a quando abbiamo un picco glicemico. Vi ricordo che va valutato l’effetto biochimico in funzione ormonale degli alimenti e non la caloria, che è una bufala! 

Invito e sfido scettici, gli ignoranti e i detrattori a contestare in termini scientifici quello che io affermo. Sono pronto a un confronto sia pubblico che privato. Scrivetemi a dr.lemme@filosofialimentare.it

Ho pubblicato tre libri, uno più bello dell’altro, in cui illustro i concetti base della biochimica alimentare, demolendo il concetto di caloria, dichiarando che i grassi fanno dimagrire e fanno bene, spiegando in chiave scientifica i risultati strabilianti ottenuti su obesi, ipertesi, diabetici, anoressici e bulimici. Ho scoperto e verificato che il cibo va valutato in funzione ormonale e non calorico/quantitativa. Mai nessuno nella storia della medicina ha sviscerato queste verità. Le domande da parte dei lettori sono sempre le stesse: “Ma in quale Università ha imparato tutto questo?” o “In quali pubblicazioni ha trovato queste scoperte?” Ho cominciato a riflettere e mi è venuto in mente questo concetto: vuoi vedere che la differenza tra la mente del comune mortale e la mente geniale consiste proprio in questo? Cioè nel fatto che il Genio non ha bisogno di imparare da qualcuno o frequentare una scuola è lui stesso che fa scuola! Quando invece è prassi che il comune mortale copi, impari e si impegni seguendo modelli predisposti da altri senza metterli mai in discussione.

Spesso e volentieri la gente mi chiede “Ma lei sa anche cucinare?”. Io rispondo “Sì”. Allora mi chiedono “Dove ha imparato?”. Quando dico che so fare il formaggio mi chiedono “Chi gliel’ha insegnato?”. Chi mi segue in televisione mi riferisce che non riesce a non rimanere lì a guardarmi per la prontezza delle battute o per come mi so muovere davanti alle telecamere. Mi chiedono se ho fatto scuole di recitazione o qualche corso speciale di comunicazione. Io rispondo che non ho fatto nessun corso. Chi viene a mangiare al mio Ristolemme si stupisce per come è arredato, nota il portaombrelli o entra in bagno e rimane sbalordito. Mi chiedono chi sia il mio architetto e io rispondo che l’ho progettato io. A quel punto la domanda è: “Ma è laureato anche in Architettura o ha frequentato qualche corso di arredo e design?”. Io rispondo di no.

Quando vengono a sapere che ho brevettato il Tavolemme, il sistema di tavoli componibili del mio Ristolemme, mi chiedono da quale designer ho preso spunto. Io dico “Da nessuno, l’ho ideato giocando con una moneta da un euro”.  Chi visita la mia Fabbrica del Benessere a Desio, dove preparo cibo sano e dove tutto è rivolto al benessere dell’uomo, e viene a sapere che mi occupo personalmente della ricerca e sviluppo, mi chiede “Ma quanti collaboratori ha?” Io confesso “Nessuno”. Io non imparo dagli altri, ma da me stesso e dai miei errori che non vedo come tali, per me sono esperienze di vita che insegnano. La mia vita non è guidata dagli altri. So cosa stai pensando: chi si loda si imbroda! È la frase con cui il comune mortale liquida il nuovo, si rifiuta di imparare il diverso, ecco questa è la categoria degli imbecilli, dei presuntuosi, dei saccenti, in una parola sola dei ‘ciucci-presuntuosi’ che non fanno altro che criticare gli altri e il mondo che li circonda per partito preso, con l’unico obiettivo di demolire ogni iniziativa o intuizione altrui.

Sono soggetti negativi, distruttivi, il loro scopo è demolire quello che li circonda, seminano zizzania, raccontano falsità, divulgano cattive notizie spesso inventate su soggetti che hanno preso di mira; sono pervasi dall’invidia, si nutrono di energia in funzione delle sfortune altrui. I social ne sono pieni. Si ergono a giustizieri, proclamando di voler fermare i malfattori, ma il male lo fanno loro con questo modo antisociale di operare. Vivono tra noi, in ogni società, in alta percentuale, almeno il 20%. I peggiori esemplari di questa categoria sono i politici, soprattutto di sinistra, bloccano qualsiasi iniziativa privata imprenditoriale, mirano a statalizzare tutto e coltivano la cultura dell’uguaglianza verso il basso, appiattendo e impoverendo la società sia da un punto di vista economico che culturale, il tutto camuffati da buonisti. Il loro bersaglio tipico è il creativo, l’uomo di successo, l’imprenditore, chi ama lavorare, lo vogliono distruggere spesso in modo subdolo, presentandosi come amici. Il loro successo dipende dalla repressione del successo altrui. Sono persone che cercano di bloccare l’evoluzione. Ti fanno vedere solo gli aspetti negativi per fare in modo di distoglierti dall’idea di fare. ‘Non facendo’ si blocca l’evoluzione e loro sono soddisfatti. Se uno va avanti, gli antisociali fanno di tutto per far fallire la riuscita del progetto, per poi dire soddisfatti te l’avevo detto io’. Ma l’evoluzione si può solo rallentare, non si può bloccare. Questi soggetti criticano, danno consigli, giudicano, rompono i coglioni, sono quelli della cultura del NO, del ‘non si può fare’, quelli che dicono ‘sembra facile ma è rischioso’, ‘chi te lo fa fare’, quelli che io definisco esseri inutili, che vivono sul pianeta Terra con la sola funzione di tubi digerenti, che mangiano, cacano e inquinano e lì si ferma il loro contributo. Iniziate ad allontanarli, a imparare qualcosa di nuovo da attivare, a realizzare qualcosa di più nel vostro condominio o quartiere o regione o nazione. Prendete esempio da me, iniziate a verificare quello che io affermo, iniziate a metterlo in pratica, iniziate a leggere qualche mio libro, leggete questo articolo con spirito critico, ma in una posizione di apprendimento che possa migliorare il rapporto con il cibo, con voi stessi, con il mondo che vi circonda.

Se vi fermate, come la maggior parte di voi fa, nel liquidarmi con ‘ma quante cazzate dice sto stronzo del dr.Lemme che non è neanche un dottore perché è Farmacista’ non evolverete. Continuerete a svolgere il vostro ruolo di tubo digerente. Ma io continuo a elaborare, inventare, realizzare fatti. Se andrete oltre l’emotività capirete. L’emotività blocca l’evoluzione.

Alberico Lemme

Poi esiste un’alta percentuale di chi mi legge che invece apprende, apprezza e non si ferma a un giudizio dettato dall’emotività, ma riflette, pur non approvando in toto il mio pensiero e il mio modo di comportarmi. Per questi ultimi inizia un percorso evolutivo a loro stessa insaputa. È quello che avviene in maniera spontanea a chi intraprende non tanto la Dieta Lemme, che è andata in soffitta, bensì il Viaggio Culinario guidato da me con l’uso del cibo, del piacere di mangiare senza privarsi di nulla. Molti tubi digerenti durante il Viaggio si evolvono in persone con capacità elaborativa e mi dicono che da quando mi hanno conosciuto e hanno applicato le mie conoscenze e i miei principi di biochimica in campo alimentare hanno cambiato in meglio la loro vita. Commentano “Tu sei un essere speciale che lavora, studia, ricerca e si impegna totalmente per il bene dell’umanità”. Sono coloro che ancora si reputano umani, non bestie, con il desiderio di capire, applicarsi, evolversi, di lasciare una traccia della loro esistenza sul pianeta invece che lasciare che il tempo passi inutilmente.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa