Gli occhi della ‘ndrangheta sul Fentanyl, la droga degli Zombi. E la politica si allarma

Negli Usa è già emergenza, con circa 180 decessi al giorno, mentre in Italia l’intelligence segnala un interessamento della criminalità.

Roma – Nasce come potente farmaco analgesico ma, usato illegalmente come droga, può trasformarsi in un killer spietato. Il Fentanyl, un oppioide sintetico, è stato ribattezzato la ‘droga degli Zombi’. Negli Usa è già emergenza, con circa 180 decessi al giorno, mentre in Italia – dove al momento il fenomeno è contenuto – l’intelligence segnala un interessamento della ‘ndrangheta, che starebbe valutando la convenienza dell’immissione sul mercato della sostanza.

Proprio per prevenirne la diffusione sul territorio nazionale, il governo ha deciso di giocare di anticipo mettendo a punto un ‘Piano nazionale di prevenzione contro l’uso improprio di Fentanyl e di altri oppioidi sintetici’. L’obiettivo, ha spiegato in conferenza stampa a Palazzo Chigi il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, è “non farsi cogliere impreparati: in Italia non c’è un’emergenza Fentanyl ma c’è negli Usa, e non essendoci frontiere invalicabili è bene non trovarsi scoperti”. Da Mantovano, inoltre, un appello alle famiglie ad alzare l’allerta anche contro i “cattivi maestri” rappresentati dai rapper Usa: “Su internet i loro testi sono facilmente rintracciabili e arrivano agli adolescenti senza filtri esaltando tale sostanza. Quindi le famiglie devono accrescere l’attenzione”.

Il livello di allarme è talmente alto che il contrasto al traffico della ‘droga degli Zombi’ sarà “un tema importante nel prossimo G7, in particolare nella prossima riunione dei ministri degli Esteri”, ha sottolineato Manotovano. La “parola d’ordine del governo è prevenzione”, ha commentato la premier Giorgia Meloni dicendosi “fiera che l’Italia sia una delle primissime Nazioni in Europa ad adottare un piano molto articolato di prevenzione”.

Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, illustrando le misure contenute nel Piano avverte: “Saranno potenziati i controlli, da parte dell’Arma dei Carabinieri e dei Nas, sulla distribuzione del Fentanyl sul territorio nazionale nonché le misure di sicurezza dei luoghi dove la sostanza è conservata, per evitarne la sottrazione indebita. Questo significa intensificare i controlli per evitare eventuali furti. A questo proposito il Ministero sta allertando Regioni e farmacie a prestare massima attenzione e garantire la corretta custodia del farmaco”.

I numeri sono allarmanti: in Usa si contano 73mila decessi da oppioidi sintetici (soprattutto Fentanyl) nel 2022 e 137 sono quelli registrati in Europa nel 2021. In Italia, dal 2016 ad oggi i decessi registrati sono 2 e si segnalano anche 5 comunicazioni riguardanti intossicazioni non fatali, ma siamo probabilmente dinanzi ad una “sottostima del fenomeno”, si afferma nel Piano, che avverte: “Si tratta di una minaccia potenziale capace di influire in modo significativo sulla salute e la sicurezza europea in un prossimo futuro”.

Il ministro Orazio Schillaci

Una delle principali piazze di spaccio è il web. A fronte di queste fredde e agghiaccianti cifre, il Piano prevede delle attività di “prevenzione e contrasto”. Varie le misure: potenziati, tra l’altro, i controlli ed il monitoraggio dei Nas; sono previste campagne di informazione e formazione del personale sanitario e la Polizia verrà dotata di tecnologie ad hoc per la rilevazione delle droghe sintetiche. Il pericolo è concreto se si pensa che bastano 1-2 milligrammi di Fentanyl a provocare la morte per soffocamento, in più ha bassi costi e si può nascondere facilmente (in un’operazione in Italia lo scorso anno è stato ritrovato nascosto tra le pagine di libri). Non solo: in circolazione ci sono anche sostanze simili che sono 100mila volte più potenti della morfina (il Fentanyl è 50-100 volte più impattante).

A tracciare l’identikit di queste nuove sostanze, che sempre di più stanno rimpiazzando l’eroina anche a seguito dello stop alla produzione di oppiacei in paesi come l’Afghanistan, è la presidente del Gruppo tossicologi forensi italiani, Sabina Strano Rossi, che avverte: bastano solo 1 o milligrammi di tali sostanze per uccidere. Il Fentanyl, spiega l’esperta intervenuta alla presentazione a Palazzo Chigi del Piano, è sintetizzato completamente in laboratorio. E’ un farmaco utilizzato per la sedazione in anestesiologia, per curare pazienti con dolore cronico che non rispondono ad altre terapie e nei pazienti oncologici.

Iscritto nella tabella 1 del dpr 309/90 sulle sostanze stupefacenti, deve essere prescritto con ricetta medica non ripetibile. Il problema è che può essere utilizzato per scopi diversi da quelli terapeutici e può essere sintetizzato illecitamente in laboratori clandestini, come i suoi analoghi. I suoi effetti principali sono la depressione del sistema nervoso centrale e la depressione del respiro che conducono alla intossicazione acuta, al contempo determina un effetto euforizzante. Proprio la depressione del sistema respiratorio può provocare coma e decesso per soffocamento.

Esiste però un antidoto al Fentanyl e agli altri oppiacei: è il naloxone, che può rapidamente invertire gli effetti di tali sostanze. Quest’ultimo viene commercializzato come prodotto farmaceutico in Europa e le farmacie ne devono essere obbligatoriamente provviste. Il Fentanyl e simili hanno però un effetto più potente della morfina o eroina ed una durata d’azione più prolungata dell’antidoto, e dunque, rileva Rossi, ne possono essere necessarie varie dosi per contrastare l’effetto dell’oppiaceo sintetico. A preoccupare oggi, sottolinea, “è proprio la presenza nel mercato illecito anche di altri oppiacei simili al Fentanyl che sono ancora più potenti”.

“Questo vuol dire – spiega – che è sufficiente che lo spacciatore si sbagli di poco nella preparazione della dose perché il soggetto possa andare facilmente incontro ad una overdose”. Il naloxone, in questi casi di derivati super potenti del Fentanyl, mette in guardia l’esperta, “può essere meno efficace e sono necessarie più dosi per poter contrastare l’intossicazione acuta. Tutto questo può portare a delle criticità se non si hanno scorte di naloxone sufficienti ad esempio in Pronto soccorso”. C’è inoltre anche il rischio dell’uso di tali droghe come “sostanze incapacitanti per commettere ad esempio reati sessuali”.

Silvestro Scotti, segretario generale della Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg), sottolinea che la medicina generale può essere un’ottima “sentinella”: “avere un ruolo di controllo grazie alla conoscenza dei nuclei familiari, il Fentanyl ha formulazioni di facile uso, come lo spray nasale, e non è particolarmente costoso. Possiamo facilmente capire se il consumo di questo farmaco per il dolore, da parte di un paziente con dolore oncologico per esempio, può essere più elevato tanto da far sospettare l’utilizzo, come sostanza stupefacente, da parte di altri componenti della famiglia.

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