Il ricordo del sindacalista rapito e ucciso da Cosa nostra affidato al lavoro di uno studente del liceo Filolao di Crotone.
Palermo – Il 10 marzo del 1948 Placido Rizzotto, presidente della Camera del Lavoro di Corleone, esponente di spicco del Partito Socialista e della Cgil, veniva rapito e ucciso da un gruppo di mafiosi mentre si recava da alcuni compagni di partito. Pagava con la vita il suo impegno a favore del movimento contadino per l’occupazione delle terre.
Le indagini sull’omicidio furono affidate all’allora giovanissimo capitano dei carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa e sfociarono nell’arresto di Vincenzo Collura e Pasquale Criscione, che ammisero di aver preso parte al rapimento di Rizzotto in concorso con Luciano Liggio, futura Primula rossa di Cosa nostra nonché mentore di Totò Riina. Grazie alla testimonianza di Collura fu possibile ritrovare alcune tracce del sindacalista, ma non il corpo, che era stato gettato da Liggio nelle doline di Rocca Busambra, nei pressi di Corleone. Criscione e Collura, insieme a Liggio, che rimase latitante fino al 1964, furono assolti per insufficienza di prove, dopo aver ritrattato la loro confessione in sede processuale.
Per il ritrovamento del corpo di Rizzotto si dovette attendere fino al 9 marzo 2012 quando l’esame del Dna, comparato con quello estratto dal padre Carmelo Rizzotto, morto da tempo e riesumato per questo scopo, confermò che i resti trovati il 7 luglio 2009, dopo una lunga e difficile indagine condotta dagli uomini della Polizia di Stato di Corleone, all’interno di una dolina di Rocca Busambra a Corleone, appartenevano al sindacalista ucciso da Cosa nostra. Il 24 maggio maggio del 2012 si svolsero a Corleone i funerali di Stato per Placido Rizzotto, alla presenza del Presidente della repubblica Giorgio Napolitano.
Oggi, nel 76esimo anniversario del barbaro omicidio, il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani ha inteso ricostruire la storia di Rizzotto attraverso l’elaborato di Sergiopio Sitra della classe I sez. D del liceo scientifico Filolao di Crotone perché “gli studenti di oggi devono conoscere i veri “eroi” del nostro passato, non troppo lontano, perché possano ispirarsi a modelli di cittadinanza attiva e responsabile. Ricordare non è solo un dovere morale ma un “dono”, un lascito, da trasmettere ai più giovani come forma di eredità più duratura e profonda”.
Ha scritto il giovane studente nel suo elaborato: “Placido Rizzotto fu un grande sostenitore delle lotte dei contadini che al tempo subivano pesanti soprusi e abusi dalla mafia. Nonostante subì diverse minacce dalla mafia corleonese, all’epoca guidata dal medico dottor Navarra, continuò ad appoggiare con grinta e coraggio le lotte di questi umili lavoratori”.