Un’ombra del passato arma la mano del fratello killer

Danilo ha ucciso a coltellate il germano Alessio e ferito l’altro fratello. Dopo l’arresto ha spiegato: “Io vittima di bullismo, nessuno ha capito”.

GIOIA SANNITICA (Caserta) – L’intera comunità gioiese ha reso omaggio alla salma di Alessio Melillo, 25 anni, impiegato, vittima di fratricidio. I funerali si sono svolti ieri nella chiesa di piazza Madonna delle Grazie, nella frazione di Caselle, dove abitava la vittima ed i suoi familiari. Presso l’ospedale Cardarelli di Napoli, non in pericolo di vita, si trova in terapia maxillo-facciale l’altro fratello Giovanni, apprendista idraulico di 22 anni, anche quest’ultimo colpito dalle coltellate dell’ultimogenito, Danilo di 19 anni, nel tentativo di disarmarlo.

Da tempo i tre fratelli erano ai ferri corti. Pare che Alessio e Giovanni tenessero molto al futuro di Danilo e non avrebbero mancato occasione per rimproverarlo di qualche mancanza ma, soprattutto, lo spronavano a trovarsi un lavoro per evitare brutte tentazioni e cattive amicizie. Il ragazzino, riservato e introverso, mal sopportava l’intrusione dei fratelli nella sua vita e quando si vedeva oggetto di una bella strigliata andava su tutte le furie. Sino all’ultimo violento alterco del 14 febbraio scorso quando, nel pomeriggio, fra i tre congiunti sarebbero volate parole grosse sempre per gli stessi motivi. Al culmine della rabbia Danilo avrebbe afferrato un coltellaccio da cucina con una lama lunga ben 25 centimetri con il quale si sarebbe avvicinato ad Alessio per colpirlo con sette coltellate. In aiuto del giovane, stramazzato sul pavimento di casa in un lago di sangue, accorreva Giovanni che rimediava un violento fendente alla mandibola mentre tentava di strappare l’arma dalla mano del fratello.

Alessio Melillo. Da Facebook

Dopo la sanguinosa sfuriata Danilo Melillo si sarebbe dato alla fuga nella campagne di Caselle dove, qualche ora dopo, l’avrebbero rintracciato e fermato i carabinieri di Piedimonte Matese coadiuvati dai colleghi di Caserta. Il giovane si trovava in stato confusionale e con gli abiti sporchi di sangue e mentre scoppiava in lacrime confessava il delitto. Il giovane, dopo le incombenze di rito, veniva tradotto in carcere a disposizione dell’autorità giudiziaria. La madre dei tre fratelli, sconvolta dalla tragedia, è stata raggiunta dal marito in Svizzera dove entrambi i coniugi lavorano da anni. Il pubblico ministero Mariangela Condello, della Procura di Santa Maria Capua Vetere, disponeva il sequestro della salma e della stanza dove è avvenuto l’omicidio, oltre all’autopsia del corpo di Danilo subito dopo restituito ai familiari per le esequie.

Da un primo esame ricognitivo il ragazzo sarebbe stato colpito dal germano con diversi fendenti alla schiena, al petto e al volto, alcuni dei quali mortali. Insomma un ragazzo che tutti descrivono schivo e riservato,  ultimo figlio di una famiglia laboriosa e perbene, si sarebbe trasformato in un killer implacabile e le ragioni di questo comportamento abnorme andrebbero ricercate, forse, nel suo passato. Davanti al giudice per le indagini preliminari, Emilio Minio, il giovane indagato per omicidio volontario e tentato omicidio, pur ammettendo il duplice crimine, si sarebbe avvalso della facoltà di non rispondere. Subito dopo l’arresto, però, il giovane avrebbe raccontato alcuni particolari scabrosi della sua vita:

Danilo Melillo

” Quando avevo 12 anni e frequentavo la scuola media sono stato vittima di bullismo da parte di alcuni coetanei – ha detto il ragazzo agli inquirenti – Nessuno, né a scuola né in famiglia ha preso in seria considerazione questo mio grave disagio…Mio fratello mi ripeteva sempre le stesse cose, continuamente  mi chiedeva di prendermi maggiore cura di me stesso, di uscire più spesso, di non restare troppo chiuso in casa…”.

E’ probabile che rimproveri e rimbrotti siano stati scambiati dal giovane come offese insopportabili che, alla lunga, gli avrebbero armato la mano a fronte di una rabbia covata per troppo tempo. Sono solo ipotesi, naturalmente, che andranno confermate dagli investigatori e verificate dagli esperti in sede processuale. La comunità del piccolo centro dell’Alto Casertano è rimasta sconvolta:

I carabinieri nella frazione di Caselle

” Tutta la comunità è vicina ai genitori e parenti delle vittime – ha detto i sindaco Giuseppe Gaetano –  è una tragedia di tutti. Una famiglia meravigliosa: tutti commossi e tutti vicino ai familiari”. Su disposizioni del Gip sammaritano l’indagato, difeso dagli avvocati Danilo Riccio e Giuseppe Stellato, rimane in carcere.

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