Ospedale di Amatrice, cattedrale nel deserto di una ricostruzione al rallenty

Fra ruderi e casette di legno, svetta il mega-cantiere del nuovo nosocomio, opera sovradimensionata che non è dato sapere quando vedrà la luce.

AMATRICE (Rieti) – Chi passa per Amatrice, nota località sabina famosa per la sua pasta a base di guanciale, ha la sensazione che tutto sia rimasto fermo all’epoca del terribile sisma del 24 agosto 2016. Tutto il paese è un grande cantiere ma la ricostruzione, a detta degli abitanti, procede a rilento nonostante l’impegno del Comune sabino e i suoi solleciti alla Regione Lazio e al Commissario straordinario del Governo per la riparazione, la ricostruzione, l’assistenza alla popolazione e la ripresa economica dei territori delle regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria. Gli enti da cui dipende la “sopravvivenza” di questi piccoli centri montani annunciano snellimenti e maggiore velocità nelle procedure ma i risultati ancora non si vedono.

La ricostruzione arranca tra pastoie burocratiche e ritardi

Il centro storico, andato completamente distrutto, rivedrà il suo antico splendore chissà quando mentre decine e decine di unità immobiliari d’emergenza ospitano ancora centinaia di cittadini che sperano, con tenacia, di vedersi ricostruite le proprie abitazioni. In alcune frazioni va ancora peggio:

”Qui tutto è rimasto fermo com’era subito dopo il terremoto dice Giuseppe, residente nella frazione di Bagnolo – sono rimaste solo cinque famiglie. Prima ce n’erano una trentina. Non hanno fatto nulla, in sette anni niente…Promettono, promettono ma i lavori non si fanno…”.

Si lamentano i cittadini ma anche gli esercenti, i commercianti per non parlare degli imprenditori che si prodigano per lavorare e sostenere la scarsa economia locale. C’è poi chi ha fatto le valigie ed è andato via, come tanti giovani, e chi è rimasto nella speranza che qualcosa cambi:

Nella frazione di Bagnolo tutto è rimasto come quel tragico giorno

”Negli anni un calo c’è stato – aggiunge Giovanni, titolare di un salumificio e caseificio storico – ma noi resistiamo perché ormai, da tanti anni, abbiamo clienti fidelizzati, però è dura…La ricostruzione è lenta, capiamo che non è una cosa semplice ma è lenta”.

Chi vive nelle casette di legno non si lamenta ma avrebbe tanta voglia di lasciarsi alle spalle questi sette anni di sofferenze e tornare a casa propria:

”Fra quelli morti e quelli che se ne sono andati dopo il terremoto siamo rimasti non più di mille – continua Francesco – la ricostruzione comunque va a rilento. Per altro c’è pure la paura di tornare nelle case di cemento perché abbiamo visto che cosa è successo… Iniziano i lavori e se ne vanno, c’è poco controllo…”.

Il nuovo ospedale di Amatrice in costruzione

I cittadini parlano malvolentieri e sembra che abbiano da dire molto di più che due frasi smozzicate ai cronisti. Fra ruderi, casette di legno e un paio di centri commerciali ben messi, ad Amatrice, proprio accanto al vecchio nosocomio “Grifoni andato distrutto dal sisma e poi demolito sino alle fondamenta, è in fase di costruzione un mega-ospedale a cinque piani dove dovrebbero sorgere pronto soccorso, i vari reparti, sale operatorie, degenze e amministrazione. L’opera, dal costo ipotizzato (nel 2020) di 27,6 milioni di euro, finanziati dalla Regione Lazio per 11 milioni di euro, dal Ministero federale dell’Ambiente della Natura, dell’Edilizia e della Sicurezza Nucleare della Repubblica Federale di Germania per 6 milioni, oltre ai 10 stanziati dal Commissario di Governo, verrà realizzata dal consorzio di imprese Rennova di Teramo, mentre la progettazione è stata eseguita da “Valle 3.0” di Roma.

Una struttura sanitaria che dovrà fare i conti con la carenza di medici, infermieri e non solo

La struttura sanitaria, superdimensionata e criticata da ambientalisti geologi per via dell’impatto sulla natura e per l’allerta sismica del territorio, dovrà poi essere munita di tutte le apparecchiature necessarie e del personale, in un momento in cui la sanità pubblica è carente di medici, infermieri e personale amministrativo con esperienza. Non si poteva farne a meno magari sostituendo il gigante di cemento e ferro con un ospedale più a misura d’uomo? Magari destinando i fondi per altri interventi urgenti?:

”Per quanto riguarda la ricostruzione la burocrazia non aiuta – assicura Giorgio Cortellesisindaco di Amatrice – Continuiamo a sollecitare tutti gli enti preposti…L’ospedale nuovo è sovradimensionato, non è una struttura idonea a questo territorio. Verrà consegnato alla fine del 2025…”.

Il sindaco Giorgio Cortellesi, da Fb

Il vecchio ospedale, mai messo in sicurezza, doveva essere ammodernato e adeguato per il rischio sismico sin dal 2009. La Regione Lazio aveva stanziato anche i soldi. Tutto inutile.

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