Traffico rifiuti tossici: Cassazione, no a estradizione ingegnere svizzero

Arrestato nel trapanese, su di lui pendeva un mandato di arresto europeo. In Germania rischia una condanna fino a 10 anni.

Palermo – La sesta sezione della Cassazione ha annullato per la seconda volta – e sempre con rinvio alla Corte d’appello di Palermo – l’estradizione di Roger Burri, cittadino svizzero di 63 anni, in cella a Trapani dopo essere stato arrestato a Castellammare del Golfo, dove era stato individuato perché inseguito da un mandato di arresto europeo. Burri, ingegnere, è sotto inchiesta a Essen (Germania) dove, di fronte al tribunale regionale, è accusato di avere gestito in maniera illecita un grosso quantitativo di rifiuti tossici (circa 473,6 tonnellate di mercurio elementare), di avere rimosso illegalmente rifiuti, in violazione di divieti previsti dalla legge tedesca e senza le necessarie autorizzazioni.

Secondo l’accusa, avrebbe anche trasferito, sempre violando le leggi della Repubblica federale, rifiuti pericolosi, conseguendo un guadagno per milioni di euro. In Germania rischia una condanna a dieci
anni
ma la Cassazione, dopo un primo annullamento sempre per motivi formali, ha adesso trovato (sentenza 3726/2024) una nullità insanabile nella procedura di estradizione, dato che non sarebbe stato tradotto in tedesco l’invito a presenziare all’udienza in cui si doveva trattare la richiesta di estradizione in Corte d’appello, a Palermo: Burri aveva così rinunciato a essere presente ma, come hanno fatto rilevare i
suoi difensori, gli avvocati Antonino Vallone e Valentina Milazzo, la procedura seguita era del tutto irregolare.

Rifiuti tossici in una discarica

Per questo che il supremo collegio, presieduto da Giorgio Fidelbo, ha rinviato gli atti a una sezione della corte palermitana, diversa da quella che aveva emesso la sentenza ora annullata. La battaglia giudiziaria va avanti da settembre scorso, sin da quando Burri, invitato al matrimonio di un amico, si era presentato con la propria carta d’identità in albergo a Castellammare, e, dopo la trasmissione dei suoi dati alle autorità di polizia, era stato poi arrestato, in esecuzione del cosiddetto Mae, il mandato di arresto europeo. Burri, in
Svizzera, è titolare di due aziende che si occupano dello smaltimento di rifiuti metallici non ferrosi; le sue società sono leader nel mondo e intrattengono rapporti commerciali in Russia, Belize, Gran Bretagna, Turchia, Cina, Israele e India, con un giro di affari che ammonta a oltre venti milioni di euro.

Secondo i legali c’è stato un travisamento delle normative transnazionali in materia di rifiuti pericolosi e sono stati violati i diritti garantiti dalla Costituzione italiana. Ma per adesso l’annullamento è scattato solo per motivi di forma.

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