Non tutti i divorzi (all’italiana) sono brevi

Meloni liquida il compagno con un post su X (ex Twitter), Calenda e Renzi si tengono il muso da settimane ma non riescono a lasciarsi: separati in casa?

Roma – Nell’era del divorzio breve – la Cassazione ha appena dato il suo ok alla risoluzione del rapporto in sole 24 ore – la premier, che pure non ne avrebbe avuto bisogno perché sposata non è, sembra aver colto lo spirito dei tempi e con un tweet mattutino su X ha annunciato al Paese (e al mondo) che il suo rapporto decennale con il giornalista Andrea Giambruno era finito.

E’ bastato un click per mandare in frantumi una famiglia che comunque tradizionale non era, mancando all’unione di fatto il suggello cartaceo. Visto come si sono messe le cose tra i due non basterà nemmeno l’ormai mitica pesca della pubblicità a rimettere insieme i cocci. Troppo urticanti i “fuorionda” di Giambruno, carpiti e rilanciati da “Striscia la notizia“, perché la donna ancor prima della premier – che comunque temeva il lento logoramento – potesse attendere di visionarne un altro prima di separare il suo destino da quello dell’impenitente compagno.

Renzi e Calenda separati in casa?

C’è invece un’altra famiglia di fatto – beninteso soltanto politica – che dell’astioso battibecco quotidiano tra coniugi sembra aver fatto un’arte, quasi una ragione di vita, o forse più semplicemente un modo per sentirsi vivi. Chi se li filerebbe altrimenti Renzi e Calenda se ogni giorno non facessero volare qualche straccio e annunciassero la fine della loro storia? Epperò il fatidico “the end” continua a non comparire sul teleschermo, dove invece si assiste quotidianamente ad una nuova puntata di “Casa Vianello”, con i due politici che alternativamente vestono i panni del marito scostante e musone (Vianello) o quello della moglie annoiata anelante nuovi sussulti (Mondaini).

Vorrebbero lasciarsi ma non ci riescono. L’ultimo a provarci facendo la faccia brutta è stato Renzi annunciando di aver diviso i gruppi al Senato, separando quindi i destini di Italia Viva e Azione; subito però Calenda gli ha fatto sapere che quella scissione è da considerarsi nulla. Punto e a capo, in attesa di una nuova puntata. A far litigare i reucci del Centro ci si mettono anche i figli, intesi come deputati e senatori, che annusato il divorzio si sono fatti capricciosi e passano da un genitore all’altro tra gli strali del tradito di turno. Calenda paventa anche una violazione delle norme sul finanziamento pubblico, e qui la cosa si fa più spessa perché si parla di “roba”, di soldi, non più di ideali.

La lite non appassiona ma diverte, in attesa che i due contendenti arredino di contenuti politici le rispettive nuove dimore dove assicurano di volersi trasferire. Saranno comunque dirimpettai, perché nessuno dei due vuole perdere di vista il Centro del panorama politico e i suoi fantomatici elettori. Finiranno per guardarsi dalle rispettive finestre, forse segretamente per rimpiangere il tempo passato insieme. Basterà una pesca a farli incontrare di nuovo. Dove? Ovviamente in Centro.

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