Legge di bilancio da 28 miliardi, con coperture in extra deficit per 15,7 miliardi, a cui si aggiungono 5 miliardi di tagli e il resto tra risparmi e rimodulazioni di spese.
Roma – Come largamente atteso, gli spazi di intervento erano stretti, quindi il governo nell’approntare il disegno di legge di Bilancio, approvato dal Consiglio dei Ministri, ha concentrato gli sforzi su pochi e selezionati obiettivi, rinviando le riforme più corpose a tempi migliori.
Cuore della manovra rimangono la conferma per un anno del taglio del cuneo fiscale e l’accorpamento delle prime due aliquote Irpef, interventi ai quali saranno destinati 15 miliardi, di cui più di 4 per la riforma dell’Irpef. Il taglio sarà del 6% per chi ha un reddito fino a 35mila euro e del 7% per chi non supera i 25mila euro l’anno. Mentre le nuove aliquote saranno del 23% fino ai 28 mila euro, del 35% tra i 28 e i 50mila, e del 43% sopra i 50mila. In più è stata ampliata fino agli 8.500 euro l’esenzione dalle tasse per i redditi da lavoro dipendente.
Novità previste anche per le pensioni, con la rimozione del vincolo sulle pensioni contributive, che impediva a chi è nel sistema contributivo di andare in pensione al raggiungimento dei 70 anni se il suo assegno non superava di 1,5 volte la pensione sociale. Colpo di spugna per Ape sociale e Opzione donna, sostituiti dal Fondo flessibilità che consentire l’uscita anticipata dal lavoro a 63 anni con 36 di contributi per disoccupati, lavori gravosi e persone con disabilità. La soglia è ridotta a 35 anni per le donne. Prevista la rivalutazione al 100% delle pensioni fino a 4 volte il minimo e per le pensioni minime di chi ha più di 75 anni.
Destinati cinque miliardi al rinnovo dei contratti della pubblica amministrazione, mentre alla sanità dovrebbero andarne 3, per alleggerire le liste d’attesa coinvolgendo il privato. Qualcosa è stato fatto anche per il contrasto alla denatalità, bandiera del programma di governo, cui andrà un miliardo per garantire la decontribuzione alle mamme che lavorano e aumentare i fondi per gli asili nido, con l’obiettivo di renderli gratuiti per i secondi figli. Non è stata però prorogata la misura che toglieva l’Iva sui prodotti della prima infanzia, che quindi diventeranno presto più cari.
Capitolo canone Rai: è prevista una riduzione da 90 a 70 euro all’anno, con il prelievo che resta nella bolletta elettrica, anche se lo sconto verrà assorbito dalla fiscalità generale rimanendo quindi a carico di tutti i contribuenti. Esclusa totalmente una tassa di successione sui patrimoni più esorbitanti, mentre per le multinazionali dal primo gennaio 2024 scatterà la global minimum tax al 15% sugli introiti realizzati nel mercato italiano. Al contrario le aziende che torneranno in Italia dopo aver delocalizzato, riceveranno agevolazioni ad hoc e quelle che assumeranno giovani, donne o ex beneficiari del reddito di cittadinanza, godranno di una diminuzione della tassazione del 15%. Misura che comporta la fine dell’agevolazione per l’Aiuto alla crescita economica (Ace), che è stata abrogata dopo essere stata in vigore dal 2011. Per le partite Iva, infine, scompare l’acconto di novembre.