Mare Nostrum: il cimitero dei migranti

Le statistiche delle morti in mare parlano di numeri in vertiginoso aumento. E’ ormai impossibile contenere l’enorme flusso di fuggitivi che transitano in bare galleggianti alla mercé di scafisti senza scrupoli.

Roma – Il terribile fenomeno sembra inarrestabile. E il triste conteggio delle vittime pare sia diventato uno sport nazionale ed europeo. Fino ai giorni scorsi i decessi sulle rotte dei migranti sono stati oltre 2mila, un numero sottostimato, secondo chi opera nel settore, considerando che é quasi impossibile tenere conto di tutte le imbarcazioni che partono per la traversata con centinaia di disgraziati a bordo in cerca di un futruro migliore.

Un altro tragico naufragio è accaduto settimane addietro nel Mediterraneo, al largo di Lampedusa, dove 41 persone hanno perso la vita. I sopravvissuti sono stati solo quattro: tre ragazzi e una ragazza, un solo maggiorenne di 18 anni e poi due diciassettenni e un bambino di 13 anni. Questi ultimi hanno raccontato di avere ricevuto, al momento della partenza, la camera d’aria di un pneumatico come salvagente, poi le sei ore di navigazione e l’onda che ha capovolto il barchino di metallo. Le storiacce si ripetono. Solo quattro giovani sono riusciti a rimanere a galla. Dopo cinque giorni al largo, sono stati poi intercettati e portati in salvo. Un racconto che ha dell’incredibile, ma che finora la Procura di Agrigento non ha in nessun modo smentito.

“Con dolore e vergogna dobbiamo dire che dall’inizio dell’anno già quasi 2 mila uomini, donne e bambini sono morti in questo mare cercando di raggiungere l’Europa – ha affermato Papa Francesco – È una piaga aperta nella nostra umanità”.

Il Pontefice ha così lanciato un appello politico:

“Incoraggio gli sforzi politici e diplomatici che cercano di sanare questa piaga in uno spirito di solidarietà e di fratellanza – ha proseguito il Pontefice – come pure l’impegno di tutti coloro che operano per prevenire i naufragi e soccorrono i naviganti. In precedenza, durante il discorso, commentando un passaggio del Vangelo, il Papa aveva detto che Gesù ci dice, non abbiate paura. Non sono le persone i nemici, non sono loro, ma sono la morte e il peccato”.

Inutile, fino adesso, qualsiasi colloquio con i Paesi confinanti per evitare che tante vite umane si sacrifichino sull’altare della ricerca della libertà. La soglia delle 100 mila persone arrivate in Italia navigando per il Mediterraneo è già stata superata. Il governo Meloni ha annunciato che interverrà con un nuovo decreto Sicurezza che toccherà anche il tema delle migrazioni, cercando di aumentare i rimpatri. Ma il problema non è solo questo. I numeri non potranno mai sostituire la complessità di un fenomeno che ha nomi e cognomi, ognuno dei quali porta con sé le difficoltà del proprio vissuto.

Governare bene non equivale ad abbassare le percentuali di migranti, piuttosto ad interrompere la spirale di morti a cui ormai ci stiamo abituando. Non vi è alcun automatismo. Cioè la diminuzione dei flussi non corrisponderà mai ad una interruzione del fenomeno mortifero sempre in aumento. Tante le barche cariche di speranza alla ricerca di una “pace” perduta. Pensiamoci, perché tanta è la disperazione di migliaia di uomini, donne e bambini. Cordoli di umanità cercasi, a tutti i livelli.

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