Verità dette e negate: in quell’ambiente di malviventi più di qualcuno sa che fine ha fatto Kata. Le indagini proseguono a tutto tondo. Anche all’estero. Perchè non è detto che la bambina sia rimasta in Italia. Chi è al corrente di notizie certe dovrebbe riferirle alla polizia se ha davvero a cuore la vita della bambina.
FIRENZE – L’ex hotel Ariston è stato blindato. Catene, lucchetti e saldature per evitare che chiunque possa violare il sequestro preventivo cui è stato sottoposto l’immobile occupato sino a qualche giorno fa. Anche una guardia giurata, istruita dagli investigatori, farà servizio davanti l’ingresso dello stabile che è stato teatro della scomparsa di Kataleya Mia Alvarez Romero, detta Kata, la bambina di 5 anni sparita nel nulla, mentre rientrava nell’edificio, lo scorso 10 giugno, nel giro di un quarto d’ora.
Dalla ricostruzione degli inquirenti, che hanno messo sottosopra il fabbricato senza trovare tracce della bimba persino nella rete fognaria, risulta che le telecamere di via Maragliano avrebbero inquadrato la bambina alle 15.01 mentre saluta il fratello di 8 anni che esce mentre lei rientra. Alle 15.13 gli occhi elettronici inquadrano Kata mentre sale le scale. Poi più nulla, in 15 maledetti minuti la bimba diventa un fantasma. Chi ha operato il rapimento sapeva di avere a disposizione un tempo assai breve ma nemmeno tanto per prelevare una bambina, nasconderla in quel dedalo di scale e appartamenti, per poi trasferirla chissà dove magari attraverso un cunicolo, oppure un’uscita non controllata da telecamere.
Gli inquirenti, in particolare il Pm della DDA Christine von Borries, hanno sentito ancora i genitori della bimba che affermano tante verità, alcune delle quali non stanno in piedi. La madre di Kata, Katherina Alvarez, avrebbe detto di essere tornata a casa alle 15.30 ma uno scontrino dimostra che a quell’ora la donna si sarebbe trovata in un supermercato, forse lo stesso dove lavora. La donna avrebbe dato l’allarme a 3 ore dalla sparizione della bimba e il fatto si commenta da sé. Tra le ipotesi dette o non dette dal padre della bimba, ce n’è un che desta una certa preoccupazione ma anche dubbi e perplessità. L’uomo avrebbe detto agli inquirenti che chi ha rapito la figlia avrebbe commesso un errore di persona.
Insomma avrebbe preso la bambina sbagliata. Ma da che cosa nasce questa sua congettura? Miguel Angel Romero si sarebbe limitato a dire agli investigatori che la sua permanenza in carcere avrebbe fatto maturare rancori da parte di qualcuno. Questo o questi “qualcuno” avrebbero poi organizzato il rapimento per vendetta. Oppure avrebbero sbagliato bambina, tant’è che l’assenza di richiesta di ricatto, a suo tempo già presa in considerazione dalla Procura, ne sarebbe la riprova.
Ma il padre della bimba è sincero? Qualche giorno dopo però arriva puntuale la smentita di simili dichiarazioni da parte dei legali dell’uomo, gli avvocati Filippo Zanasi e Sharon Matteoni, che negano l’ipotesi dello scambio di persona messa in bocca al loro assistito da alcuni organi di stampa. Il padre di Kata avrebbe espresso soltanto il desiderio di parlare con il Pm von Borries per raccontare ulteriori particolari oltre a quelli già riferiti. L’uomo è entrato nella stanza del magistrato inquirente dove, alla presenza di un ufficiale dei carabinieri, sarebbe rimasto una cinquantina di minuti senza la presenza dei legali. Successivamente la Procura fiorentina avrebbe chiesto il totale riserbo sull’inchiesta.
Ciò che trapela riguarda ancora la famiglia della piccola scomparsa che è tornata all’interno dell’edificio per un sopralluogo a cui hanno partecipato gli avvocati Matteoni e Zanasi e l’ex colonnello del Ris Luciano Garofano, nominato come consulente, a seguito dell’autorizzazione ottenuta dagli organi giudiziari. All’interno della struttura sono stati girati diversi video che adesso andranno analizzati prima di trarre una qualche diversa ipotesi investigativa:
”Siamo in un contesto di criminalità organizzata per il controllo del racket della struttura – ha detto il procuratore Luca Tescaroli – e la bambina ricade in una delle fazioni contrapposte”. Insomma faide, vendette fra bande rivali, rapimento a scopo di pedofilia e quant’altro potrebbero essere alla base della scomparsa di Kata che, quasi certamente, è stata trasferita altrove sfruttando una via di fuga già nota a diversi malviventi che abitavano nell’edificio. Una scorciatoia non controllata da telecamere che dal retro dell’ex hotel può condurre all’esterno senza essere visti. E’ probabile dunque che Kata si trovi altrove. Forse anche all’estero. Indaga l’Interpol.