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Hi-tech a prezzo di saldo: ma l’Iva era evasa

Eseguita un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per un 45enne italiano e al sequestro per un valore superiore a 28 milioni di euro. Ordita una frode “carosello” che ha visto il riciclaggio dei proventi illeciti di un’attività informatico-elettronica.

Piacenza – Tra il 4 ed il 9 maggio – all’esito di un’indagine coordinata dalla procura europea EPPO (European Public Prosecutor’s Office), sede di Venezia – i militari del Comando provinciale della Guardia di Finanza piacentina, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip presso il tribunale di Padova, nei confronti di un soggetto italiano di anni 45, risultato essere a capo di un sodalizio criminale dedito alla commissione di frodi Iva a carattere transnazionale.

Le investigazioni, condotte dal Nucleo Polizia Economico-Finanziaria di Piacenza, hanno consentito di raccogliere gravi indizi circa l’esistenza di una associazione per delinquere finalizzata alla commissione di frodi sull’Iva intracomunitaria c.d. “carosello”, nonché al successivo riciclaggio e reimpiego dei proventi illeciti generati.

In particolare, la frode carosello risultava così strutturata: i soggetti coinvolti acquistavano prodotti per l’informatica e l’elettronica all’estero, interponendo, nelle transazioni commerciali una serie di società fittizie aventi sede sia in Italia che nell’Unione Europea, al fine di sfruttare la mancata applicazione dell’IVA trattandosi di operazioni intracomunitarie in cui l’imposta viene applicata nel Paese di destinazione.

Il meccanismo fraudolento, nell’ambito del quale sono state coinvolte oltre 20 persone compiacenti e 70 società “cartiere” (di cui 34 italiane e le restanti presenti in Austria, Belgio, Bulgaria, Germania, Lettonia, Lituania, Paesi Bassi, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia e Spagna), consentiva di generare crediti IVA milionari e di rivendere sul mercato, dopo diverse cessioni fittizie, i prodotti tecnologici e informatici – anche di alta gamma – a un prezzo decisamente inferiore rispetto a quello praticato dalle imprese oneste, applicando, in talune circostanze, scontistiche superiori al 50%.

Il GIP del tribunale di Padova, su richiesta del procuratore europeo delegato – sede di Venezia, ha quindi disposto il sequestro preventivo per equivalente del profitto del reato fino alla concorrenza dell’IVA evasa pari ad oltre 28 milioni di euro.

L’operazione ha portato, tra l’altro, al sequestro – nei confronti dell’arrestato ritenuto al vertice del gruppo criminale – delle quote di una società nonché di un complesso immobiliare di assoluto pregio, situato in un palazzo storico nel centro di Bologna.

La procura europea – EPPO ha pubblicato la notizia sul proprio sito istituzionale al seguente link: https://www.eppo.europa.eu/en/news/italy-eppo-arrests-suspected-ringleader-eu28-million-vat-fraud-scheme.

La diffusione del presente comunicato stampa è stata autorizzata dalla procura europea – Sede di Venezia EPPO. Le accuse dovranno essere vagliate nel corso delle successive fasi processuali ed i soggetti coinvolti nelle indagini non potranno ritenersi colpevoli fino a sentenza definitiva.

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