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Comuni minori – Duello all’ultima scheda: si accende la città di Aci e Galatea

L’ultimo confronto, circondato da un clima da stadio, è fra due ex primi cittadini le cui gestioni nella comunità acese non hanno entusiasmato. Il Pd è stato scalzato al primo turno nonostante il successo personale di Francesco Fichera.

Roma – Ad Acireale si respira ancora un clima elettorale da stadio. Nessun candidato sindaco ha infatti raggiunto il fatidico 40% dei consensi. Il duello elettorale sarà tra due vecchie conoscenze del civico consesso acese ovvero fra Roberto Barbagallo e Nino Garozzo i quali, rispettivamente, hanno ottenuto il 34,3% e il 26,6% dei voti. Seguono Nino Nicotra con il 21,7% e Francesco Fichera con il 17,7%, esclusi entrambi dal ballottaggio. L’affluenza, al primo turno, è stata del 66%.

Nella città dei “Cento campanili” il sindaco uscente, l’ingegnere Stefano Alì, ha deciso di non ricandidarsi e si ferma al primo mandato. I cosiddetti grillini, adesso “contiani o pentastellati”, non sono presenti nella competizione elettorale. Eppure nel 2018 il M5S aveva fatto man bassa di tutti i seggi elettorali alla Camera dei deputati, battendo con Giulia Grillo alcuni campioni di preferenze come Nicola D’Agostino (allora di area renziana e leader regionale di Sicilia Futura) sul quale il centrosinistra, in particolare il Pd, aveva puntato con grandi aspettative e Basilio Catanoso (centrodestra). Anche il collegio senatoriale all’epoca sfumava per il candidato militellese Giovanni Burtone, preferendo Tiziana Drago, del Movimento 5 Stelle

Stefano Alì

Tempi che furono. In ogni caso una bella sventola a tutto il centrodestra e centrosinistra acese. Gli stessi elettori adesso sono proiettati nel bel mezzo del 2023 in una competizione tutta a destra con risvolti al centro. Tutti in cerca della propria rivincita. A una settimana circa dalla proclamazione di uno dei due contendenti che, nel frattempo affilano le armi, il sindaco Alì allo stesso tempo amministra e con distacco elettorale traccia il resoconto della propria amministrazione. Ma anche questo a qualcuno dà fastidio e, imbracciando scudo e armi al vetriolo, prova a delegittimare il suo operato e a esaltare quello del predecessore. Certamente non del commissario straordinario.

L’augurio, anche per i Comuni minori come Acireale, è uno solo: chiunque vincerà dovrà essere l’artefice della propria azione amministrativa senza gestire e/o rispondere della sua politica per interposta persona. L’esperienza, d’altronde, deve essere per tutti un salvacondotto che ci affranchi nella vita, dai variegati affreschi quotidiani che vengono, pur nella loro bellezza, oscurati da ombre inquietanti. Ma forse è un sogno, o un incubo dal quale, però, vogliamo risvegliarci.

Nicola D’Agostino

Comunque, le numerose fughe verso altri lidi e i cambi di casacca, hanno di fatto prosciugato l’esperienza pentastellata acese. Così a sfidarsi ad Acireale sono stati in 4, tra cui 3 ex primi cittadini, tutti di centrodestra. L’unico di centrosinistra che ha cercato di dribblare gli altri contendenti, ma con scarso successo, è stato Francesco Fichera, nonostante il successo personale. Gli altri candidati sono Antonio Nicotra, Antonio Garozzo e Roberto Barbagallo. Quest’ultimo è stato sindaco per 4 anni. Il mandato è stato interrotto nel 2018 per l’arresto avvenuto in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare nell’ambito di un’inchiesta che lo ha visto condannato in primo grado. Pena sospesa poi a 1 anno e 4 mesi. L’appello è in corso.

Più recente la notifica di un avviso di garanzia, di cui lo stesso protagonista ha parlato. Ma a tenere banco è la questione della condanna e l’eventuale applicabilità della legge Severino in caso di elezione di Barbagallo, appoggiato nella sfida elettorale soprattutto dal neoriconfermato deputato regionale Nicola D’Agostino, lo scorso anno confluito in Forza Italia. Il partito di Berlusconi, nelle ultime ore, ha confermato il proprio sostegno allo stesso Barbagallo. Garozzo, la cui candidatura è stata sollecitata dal ministro Adolfo Urso, tenta la rimonta quater.

Roberto Barbagallo

Comunque vadano le cose, il nuovo primo cittadino dovrà vedersela con emergenze di ogni tipo: frazioni abbandonate al degrado e all’incuria, scarsa sicurezza cittadina, servizi pubblici scadenti e altre problematiche che incidono negativamente sulla vita dei residenti. Criticità che riguardano, purtroppo, migliaia di Comuni, da Nord a Sud.

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