E’ caccia grossa a Ignoto 1

Numerosi e pesanti gli indizi che gravano su Mohamed Gaaloul, il maggiore sospettato per l’omicidio di Alice Neri. Ma non è detto che non vi sia un’altra persona che aveva interesse a uccidere la giovane mamma di Ravarino. Grande attesa per l’esame del Dna che potrebbe portare alla svolta dell’inchiesta.

CONCORDIA SULLA SECCHIA (Modena) – Tre le tracce di Dna, appartenenti ad un profilo maschile, che non sarebbero riconducibili al principale sospettato di omicidio, mentre quelle rinvenute su una tanica d’olio esausto sono le sue. I Ris di Parma, durante l’esecuzione di accertamenti irripetibili, alla presenza dei consulenti della difesa, hanno scoperto materiale biologico sulla spallina del reggiseno di Alice Neri, 32 anni, la mamma di Ravarino, assassinata nelle campagne di Fossa di Concordia e ritrovata carbonizzata nella notte tra il 17 e il 18 novembre scorso.

Due di questi Dna sarebbero da escludere perché almeno uno apparterrebbe ad un militare mentre il terzo sarebbe compatibile con “Ignoto 1”. Il Dna rilevato invece sulla tanica per lo smaltimento dell’olio esausto sarebbe invece compatibile con quello di Mohamed Gaaloul, 29 anni, arrestato in Francia quasi un mese dopo l’omicidio, il 14 dicembre 2022, e attualmente detenuto e indagato per femminicidio e distruzione di cadavere.

Alice con il marito Nicholas

Per quanto riguarda infatti quest’ultimo Dna, le cui condizioni di degradazione lo rendono verificabile sino ad un certo punto, la genetista forense Marina Baldi, consulente di parte nominata dall’avvocato Roberto Ghini, difensore di Gaaloul, ha sottolineato come tutto sia ancora in fase di valutazione mentre per il legale della famiglia Neri, l’avvocato Cosimo Zaccaria, il Dna avrebbe un’altissima compatibilità e inchioderebbe il tunisino alle proprie responsabilità. Al momento attuale gli indagati per omicidio rimangono, oltre a Gaaloul, il marito della vittima, Nicholas Negrini, 34 anni, e Marco Cuccui, 33 anni, collega della vittima, con la quale era rimasto sino alle 3.30 del mattino allo Smart Cafè del paese.

Nella tragica vicenda, ancora piuttosto nebulosa, avrebbe avuto un qualche ruolo anche un quarto uomo, altro collega di Alice, con la quale avrebbe avuto una relazione. Le indagini svolte finora, però, consentirebbero di escludere con certezza il coinvolgimento di questa persona, per altro mai indagata, perché non sarebbe stata presente sulla scena del crimine. A chiarire i fatti il Gip di Modena, Andrea Scarpa, che a suo tempo non aveva accolto la richiesta della difesa di Negrini che intendeva sottoporre ad esame scientifico la tuta da lavoro dell’uomo a cui Alice faceva le sue confidenze e non solo. Per quanto riguarda invece il Dna di Ignoto 1, l’avvocato Antonio Ingroia, difensore del marito della vittima, ha chiesto ed ottenuto che lo stesso venga analizzato al fine di individuarne la paternità:

Mohamed Gaaloul

”Il dna non appartiene agli attuali tre indagati – evidenzia la criminalista Katia Sartori, Ctp di Negrini – si tratta di un Dna buono che si presta a future comparazioni, essendosi già prestato ad altre che hanno escluso al momento gli attuali tre indagati…Questa presenza c’è e chiederemo che venga attribuita la paternità a questo Dna ad oggi sconosciuto. E’ indispensabile chiedere ulteriori accertamenti perché è impensabile procedere in questa vicenda senza chiarire questo aspetto. Un Dna sulla spallina di un reggiseno trovato a undici metri dall’auto data alle fiamme verosimilmente ci restituisce un dato importante: la vittima potrebbe essere stata aggredita e successivamente uccisa”.

Sul materiale genetico rinvenuto sul manico della tanica ove sono stati riscontrati marcatori presenti anche nel profilo genetico di Gaaloul, occorre evidenziare un altro particolare. Quella tanica, pare ormai assodato, conteneva l’olio esausto usato per incendiare l’auto della vittima. Quello stesso contenitore sarebbe stato ripreso in un video girato da alcuni amici del giovane tunisino durante una grigliata svoltasi sul luogo del delitto diversi giorni prima. Il fusto sarebbe stato utilizzato come sgabello dai giovani presenti alla scampagnata a base di carne dunque sarebbe verosimile che Mohamed Gaaloul possa aver toccato il manico della latta depositandovi sopra il proprio materiale biologico.

Marco Cuccui

Il Dna di Gaaloul è stato rinvenuto anche su una sigaretta elettronica trovata sempre sul luogo dell’incendio. E anche sul borsello del giovane tunisino sarebbe impresso il codice genetico della vittima misto a tracce di cocaina:” Credo che in una vicenda così grave – ha chiosato l’avvocato del giovane tunisino, Roberto Ghini – la comunicazione di notizie affrettate e non circostanziate altro non faccia che alzare una cortina di fumo…”.

Sul luogo del delitto, sotto una ruota dell’auto carbonizzata, era stato trovato anche un fazzoletto ma il Dna isolato dagli investigatori era compatibile con quello di un contadino che probabilmente l’aveva gettato proprio in quel punto:

L’auto di Alice Neri, la donna è stata ritrovata carbonizzata dentro l’abitacolo

“Spero che si tratti di una traccia importante – ha evidenziato Maria, la mamma di Nicholas Negrini – anche perché vorrei vedere mio figlio sereno, e anche per la bambina. Era ora che venisse fatto questo test del Dna. Vedremo se questi dati nella prossima udienza verranno confermati, si deve usare precauzione perché dirottano l’opinione pubblica verso una direzione che non è quella giusta. Aspetto il giorno in cui tutto sarà scritto nero su bianco…”.

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