All’ultimo Sony World Photography Awards il primo posto è stato assegnato ad una foto scaturita dall’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale. Ma l’autore si è rifiutato di ritirare il premio.
Roma – Te vuo’ fa fa’ ‘na foto era il titolo di un testo a cura di Giuseppe Cioffi e Luigi Pisani. Siamo nel dopoguerra, anno 1947, quando avere una macchina fotografica era qualcosa di sbalorditivo. Era il canto dello spasimante a cui restava nulla in mano, se non i ricordi, quando lasciava fisicamente la ragazza dopo aver amoreggiato. La foto cadde come “il cacio sui maccheroni”. Qui ci si occupa di altro. Correvano voci che il prossimo premio fotografico sarebbe stato dato a un cyborg.
Eppure è successo all’ultimo Sony World Photography Awards, il principale concorso per fotografi e artisti che operano nel settore. Il primo premio della sezione Open Creative è stato vinto dall’artista Boris Eldagsen che al momento della premiazione ha così chiosato: “Il mio intento era di sparigliare il tavolo per discutere sui rischi dell’Intelligenza Artificiale. Ma non ci sono riuscito”. La foto premiata, non come una di quelle conosciute finora, pur con le dovute variazioni, è scaturita da un’Intelligenza Artificiale (IA). La foto dello scalpore è PSEUDOMNESIA|TheElectrician: due donne, una quasi si nasconde dietro l’altra, con lo sguardo perso e delle mani che le toccano.
A prima vista parrebbe una vecchia foto, scannerizzata e ritoccata, o realizzata con una fotocamera analogica. La foto scelta e premiata ha vinto la sezione Open Creative, in cui vengono inviate immagini, che possono essere ritoccate, posate, processate. La componente creativa è alla base per la partecipazione a questa sezione del premio. Hanno provocato molto trambusto le dichiarazioni del vincitore che, sul suo sito, pur ringraziando l’organizzazione per il premio ha scritto: “Le immagini generate dall’Intelligenza Artificiale e la fotografia non dovrebbero competere tra loro in un premio come questo. Sono entità diverse. L’intelligenza artificiale non è fotografia. Pertanto non accetterò il premio”.
“Inoltre sarebbe utile capire se i concorsi di fotografia sono preparati alla partecipazione di immagini generate dall’Intelligenza Artificiale. E, soprattutto capire cosa voglia essere la fotografia, oggi, che abbiamo a che con dispositivi che fino a qualche anno fa forse riposavano nell’anticamera del cervello di qualcuno” ha poi proseguito Eldagsen.
L’agenzia che ha organizzato il premio ha rimosso la sua foto dalla mostra, ma non è chiaro se il premio sia stato ufficialmente ritirato. I critici si sono divisi sulla questione, com’è giusto che sia. L’organizzazione, da una parte, ha tentato di limitare i danni d’immagine della selezione, mentre, dall’altra parte, l’artista, forse, ha voluto strumentalizzare la polemica a vantaggio di una nuova traiettoria professionale di chi genera immagini creative.
Tuttavia è stata un’occasione mancata. Molti esperti di fotografia hanno segnalato che l’immagine ricavata dall’IA è facilmente intuibile che potesse partecipare alla sezione creativi e non a quelle più professionali. Al di là di tutto, la discussione auspicata poteva e doveva essere fatta. Una foto ricavata dall’IA è una foto, o qualcosa di ancora indefinibile? Può partecipare ai concorsi? Sembrano quesiti di basso profilo, ma qualche risposta è necessaria per dirimere una situazione che potrebbe provocare confusione e conflittualità.