Un delitto feroce, di furia inusitata, che ha visto una donna di 32 anni uccidere la suocera dopo un alterco. Il figlio della vittima è stato il primo a giungere sulla scena del crimine. Alle spalle c’è una storia di pesante violenza fraterna.
Pietraperzia – Devastata dalla depressione ammazza la suocera a colpi di oggetti taglienti per poi fumare una sigaretta seduta a cavalcioni sulla vittima. La tragedia familiare si è consumata a Pietraperzia, in provincia di Enna, nella mattinata dello scorso 4 febbraio, in via Sant’Elia, poco prima delle 8.30. Gli inquirenti avrebbero ricostruito gli eventi delittuosi sulla scorta delle prime indagini e sulla successiva confessione dell’indagata, difesa dall’avvocato Salvatore Timpanaro del Foro di Nicosia.
Laura Di Dio, 32 anni, casalinga con due figli, sposata con Francesco Arnone, 38 anni, dipendente di un’azienda di pompe funebri, si sarebbe recata dalla suocera, Margherita Margani di 62 anni, su invito di quest’ultima, per bere un caffè attesa anche la vicinanza delle rispettive abitazioni. Le due congiunte non avrebbero avuto buoni rapporti, ma la vittima avrebbe tentato più volte di ricucirli. Nuora e suocera, per motivi ancora in corso di chiarimento, avrebbero iniziato a litigare e Margani, al culmine del violento alterco, avrebbe avuto la peggio. Margherita sarebbe stata colpita da Laura a colpi di coltello, forchetta e forbice e sarebbe morta quasi subito a causa di una vasta ferita al collo che avrebbe provocato una copiosa emorragia letale.
Subito dopo, forse attratto dalle urla provenienti da casa della vittima, sarebbe giunto in casa Francesco Arnone che avrebbe ritrovato la moglie mentre fumava una sigaretta seduta a cavalcioni sul corpo insanguinato della madre. Sul posto si recavano gli inutili soccorsi del 118 e i carabinieri della locale stazione coadiuvati dai colleghi del nucleo investigativo di Enna, coordinati dal Pm Michele Benintende. Una volta trasferita in caserma per il primo interrogatorio, Laura Di Dio ammetteva ogni responsabilità dichiarando però di essersi difesa da un’aggressione a mano armata: ”Non la sopportavo – avrebbe detto l’indagata – mi ha aggredita lei con un coltello, io mi sono difesa…”. La Di Dio presenterebbe infatti una ferita d’arma da taglio all’indice della mano sinistra che veniva repertata dagli investigatori su richiesta del difensore di fiducia.
Il 6 febbraio scorso il Gip di Enna ha convalidato l’arresto della donna già trasferita nel carcere di Agrigento con l’accusa di omicidio volontario nonostante la difesa sia intenzionata a invocare la legittima difesa o l’eccesso colposo di legittima difesa considerati i forti indizi di una presunta, iniziale aggressione da parte della vittima, ovviamente ancora tutta da dimostrare. Pare che Laura Di Dio fosse affetta da una grave forma di depressione e che per sua scelta non si sarebbe fatta curare nonostante le insistenze del marito. Margherita Margani si sarebbe recata spesso in casa della nuora per badare ai due nipoti cosi da non lasciarli soli con la madre: ”Non voleva curarsi – ha detto Arnone – e da un anno e mezzo vivevamo nell’inferno”.
L’odierna indagata, però, era venuta alla ribalta delle cronache nel luglio del 2018 quando il cognato, Cristian Arnone, all’epoca appena 20enne, aveva sparato diversi colpi d’arma da fuoco all’indirizzo del fratello Francesco, responsabile, secondo il giovane, dei maltrattamenti inferti alla moglie Laura durante il periodo dell’ultima gravidanza. Francesco Arnone riusciva a schivare i proiettili mentre il germano veniva arrestato per tentato omicidio. Laura Di Dio, invece, finiva in ospedale colta da malore. Da allora sembra che la donna, psicologicamente, non si sarebbe più ripresa. A peggiorare la situazione, appunto, il rapporto difficile con la suocera che forse la riteneva responsabile dell’arresto dell’altro figlio.
Per oltre 4 anni le due donne non si sarebbero più rivolte la parola sino a qualche mese addietro quando la vittima avrebbe addolcito il suo comportamento nei riguardi della presunta assassina. Altri particolari del delitto verranno chiariti dalle registrazioni dei sistemi di videosorveglianza di cui le due case sono munite:
”La comunità di Pietraperzia – ha riferito il sindaco di Pietraperzia, Salvuccio Messina – è rimasta scossa da quanto accaduto alla signora Margherita Margani, che conoscevo personalmente come persona tranquilla e socievole e non comprendiamo come sia potuto succedere. Tutti ci stringiamo profondamente addolorati per l’accaduto alla famiglia travolta da questa tragedia”.