Donna coraggiosa e combattiva difende le disabilità contro tutte le violenze, soprattutto quelle di genere. Dal 2017 è nel mirino di alcuni cyber-delinquenti che la insultano e minacciano. Ilaria Bidini lancia un appello a tutte le vittime del web:”Non mollate e denunciate le vessazioni. Lavorate sulla vostra autostima”.
Arezzo – Da anni ormai è nel mirino dei bulli che frequentano internet e che non la lasciano in pace. Si batte in favore delle disabilità e contro ogni forma di violenza. Adesso cerca il sostegno e la solidarietà dell’opinione pubblica e dei media per difendersi da insulti e minacce. Ilaria Bidini, aretina di 36 anni, dottoressa in Scienze della Formazione, Cavaliere della Repubblica, vive da sempre su una sedia a rotelle a causa dell’osteogenesi imperfetta, una malattia genetica che rende le sue ossa molto fragili e che l’ha costretta a sopportare non solo la sua disabilità, ma anche le cattiverie e gli atti di discriminazione di delinquenti senza scrupoli che non mancano occasione per dimostrarle il loro odio e che sino ad oggi sarebbero rimasti impuniti.
Nonostante le denunce, le archiviazioni, la riapertura delle indagini e le successive estensioni dell’inchiesta all’origine ascritta contro ignoti. La sua è una battaglia di civiltà ma, in concreto, la donna continua ad essere l’obiettivo di un gruppo di criminali della rete:
”…Era il 2017, me lo ricordo come se fosse ora – racconta la dottoressa – mi trovavo in casa con Federico, il mio ex fidanzato, e sotto ad un mio video su You Tube trovai dei messaggi: mi chiamavano cybernana, mi dicevano che facevo schifo, che ero il mostro di Arezzo. Rimasi ammutolita. Poi scoppiai a piangere. La cosa è andata avanti, assumendo dimensioni sempre più grandi. Cominciarono a minacciarmi: “Stai attenta quando esci”.
Avevo paura, mi guardavo sempre le spalle. Presi il coraggio e feci denuncia, quattro per la precisione. Presi un avvocato, andai in Procura, partirono le indagini, speravo che scoprissero chi si celava dietro quel nome falso. Ma niente. Ho fatto ricorso ben due volte perché volevano chiudere il caso…Vorrei che qualcuno prendesse a cuore la mia situazione. I ragazzi mi chiedono sempre: hai fatto denuncia? Hai risolto? No…. Che esempio si dà?..”.
I problemi però sono anche altri e riguardano le barriere architettoniche. Per un diversamente abile attraversare una città, svolgere una commissione, recarsi in banca, in un ufficio pubblico, in ospedale, è davvero un’impresa. Una missione impossibile se non c’è l’aiuto di qualcuno:
”… Dovevo recarmi da casa mia al centro di Arezzo – aggiunge Ilaria – ed ho preso un autobus munito di pedana per disabili. Ma nessuno mi ha aiutato a spingere la carrozzina affinché potessi salire sul mezzo. Lo stesso autista che è sceso dal bus per aiutarmi si rifiutava di spingere la carrozzella per farmi superare il gradino dicendomi che non poteva assumersi la responsabilità di toccarmi e che se avessi voluto avrei potuto chiedere aiuto a qualche passeggero. Cosi dicendo mi indicava un anziano…Morale della favola ho dovuto prendere un taxi per recarmi in centro…”.
Nella strana vicenda è intervenuto il vice sindaco di Arezzo, Lucia Tanti, che avrebbe interpellato il responsabile di Autolinee Toscana il cui regolamento, però, impone al disabile una prenotazione di 48 ore prima di effettuare una corsa affinché l’ente trasporti predisponga la presenza di un dipendente a bordo che aiuti la persona a salire sul bus attraverso la pedana mobile di cui non tutti i mezzi sono forniti:
“…Arezzo è una Città che sta facendo della piena accessibilità e delle autonomie individuali due elementi di forte caratterizzazione – ha detto la vice prima cittadina e presidente della Fondazione Arezzo Comunità – il Comune e la Fondazione Arezzo Comunità sono a disposizione per fare la propria parte, ma Autolinee Toscane faccia la sua senza trincerarsi dietro risposte burocratiche lunari…”.
In effetti come si può preventivare, due giorni prima, una passeggiata in centro o l’acquisto di una medicina urgente in farmacia? Insomma per un diversamente abile la vita non è affatto comoda e se poi a questo aggiungiamo le violenze gratuite e le molestie di chi si crede furbo e imprendibile allora l’esistenza diventa davvero impossibile:
”… A tutti coloro che sono vittime di cyberbullismo dico di non mollare – conclude Ilaria Bidini – denunciate sempre i vostri nemici. Lavorate tanto sulla vostra autostima. Ogni tanto ci ricado anch’io, poi mi do una pacca sulla spalla e uno sguardo a quello che ho fatto fino ad ora e leggo i commenti delle persone che mi vogliono bene. E poi parlate. Se non avessi avuto la mia famiglia, i miei amici non so che fine avrei fatto….”.