Il Senato ha rinviato tutto al nuovo governo mentre la Camera aveva approvato un testo decente per evitare che i boss tornassero nei loro territori. In Commissione Antimafia invece è passata la relazione sulla morte di Attilio Manca, l’urologo siciliano ammazzato a Viterbo nel 2004 in circostanze poco chiare. Prima firmataria Piera Aiello.
Roma – La cronaca dei fatti è presto fatta: la presidente del M5s al Senato, Mariolina Castellone, aveva chiesto di inserire all’ordine del giorno i tre provvedimenti in attesa dell’ultima conversione: ergastolo ostativo, equo compenso e delega fiscale. Tutti gli altri partiti si sono tirati indietro. La Consulta aveva dato 18 mesi di tempo al Parlamento per intervenire sulle norme, considerate anticostituzionali, che vietano la liberazione condizionale dei boss che non collaborano. Tutto da rifare, i mammasantissima ringraziano:
“…Credo fermamente che sull’ergastolo ostativo non ci sia stata la volontà politica di andare avanti. Si è perso tempo di proposito per evitare di affrontare un tema cruciale – dice Piera Aiello, deputata del gruppo Misto, testimone di giustizia e candidata alla Camera per Unione Popolare – alla Camera eravamo riusciti ad approvare un testo decente, correggendo alcune storture che avrebbero facilitato il ritorno di boss mafiosi nei loro territori. Evidentemente al Senato non hanno avuto la stessa sensibilità e hanno rinviato tutto al nuovo governo. Questo significa che dovremo ricominciare tutto da capo. Spero solo che il prossimo esecutivo voglia farsi carico del destino di questo provvedimento e che lo faccia con coscienza e senza convenienze politiche…”.
La Commissione Antimafia si è pronunciata su un fatto di sangue che per 18 lunghi anni è rimasto praticamente insoluto fra indagini lacunose, depistaggi e perizie necroscopiche incongruenti e surreali:
“…Dopo tanti anni, il lungo lavoro portato avanti assieme ai miei colleghi ha dato i suoi frutti – ha aggiunto Aiello – in Commissione Antimafia è finalmente passata la relazione a mia prima firma sulla morte di Attilio Manca, il giovane medico trovato senza vita nella sua casa di Viterbo nel 2004 in circostanze mai del tutto chiarite. Una storia di cui vi ho parlato più volte, oscurata dall’ombra della mafia e del boss Bernardo Provenzano, che proprio da Attilo, giovane e brillante urologo, si sarebbe fatto operare in Francia e che per assicurarsi il suo silenzio lo avrebbe fatto uccidere…Il caso fu seguito per la prima volta dalla Commissione Antimafia guidata da Rosy Bindi, che approvò una relazione vergognosa, calpestando la dignità della famiglia della vittima. Ancora oggi mi chiedo come sia potuto accadere. Spero che questo sia un ulteriore passo verso la verità e serva a riaprire una vicenda archiviata troppo in fretta da autorità irresponsabili…”.