Mafia – In fumo 100 ettari di prezioso grano

La criminalità organizzata, quella che non perdona, continua a intimidire Lazzaro D’Auria, l’imprenditore sotto scorta che ha avuto il coraggio di denunciare estorsioni e pizzo. Gli attentati incendiari sono continuati negli anni ma la volontà ed il coraggio dell’uomo non sono mai venuti meno. Con l’aiuto forte dello Stato che, almeno stavolta, gli è stato vicino.

Foggia – Dopo gli attentati denuncia i mafiosi per non pagare il pizzo, gli danno la scorta, ma la criminalità organizzata brucia i suoi campi di grano ed i tubi per l’irrigazione. Ancora una volta i clan della “Società Foggiana” si accaniscono contro Lazzaro D’Auria, 56 anni, imprenditore agricolo a San Severo, che l’11 giugno scorso si è visto incendiare oltre 100 ettari di terreno coltivato a grano nella sua tenuta di Borgo Incoronata, una zona che ha sempre fatto gola alla criminalità locale.

L’imprenditore sotto scorta (Foto W.S.J.)

Dunque si tratta dell’ennesima intimidazione, con un danno di oltre 300mila euro, nei confronti dell’imprenditore di origini campane, ma trapiantato da tanti anni in Puglia, che ha avuto il coraggio di denunciare estorsioni e pizzo dopo diversi attentati incendiari ai suoi capannoni, ai mezzi agricoli e alle attrezzature. Nonostante l’uomo sia costretto a vivere un’esistenza blindata e difficile, da diversi anni, la mafia prosegue senza scrupoli nelle sue iniziative criminali finalizzate a fiaccare il coraggio e la determinazione di D’Auria che però non cede nemmeno davanti alle minacce di morte:

”…Se non si interviene anche su questi delitti con l’accusa di associazione mafiosaha detto D’Auria – continueranno sempre ad esserci questi episodi. Questa è la mafia foggiana agricola. Ci avevano già provato altre due volte senza riuscirci, ma questa volta mi hanno distrutto i terreni, complice anche il forte vento…”.

Grazie alle denunce dell’imprenditore diversi boss sono finiti in galera dunque dietro questi gesti criminali potrebbe celarsi l’intenzione di vendicare gli arresti di capi e gregari:

Il capannone incendiato al noto imprenditore di origini campane

”…Anni fa ho dovuto scegliere se cedere alle richieste estorsive o denunciareaggiunge D’Auria – ho scelto di non cedere al ricatto ed ho scelto la legalità. Non potevo mandare tutto all’aria per una piccola fascia delinquenziale, seppure pericolosa e cattiva. Così mi sono ravveduto e ho denunciato tutto ai carabinieri…”.

Per tutta risposta nell’agosto del 2021 andavano in fumo i suoi capannoni ma D’Auria ha continuato con coraggio a non farsi intimidire:

Il vasto campo di grano andato in fumo

”… La verità che è che non hanno mai smesso di attaccarmicontinua l’imprenditore – il 70-80% dei redditi di questo territorio è costituito dalle coltivazioni e tanti sono costretti a pagare 200-300 euro a raccolto, in base al tipo di coltura e all’estensione dei terreni. Le forze dell’ordine sono poche per controllare tutto il territorio e c’è chi può dare molta liquidità. Taglieggiano gli imprenditori. Il nostro settore è poco assicurabile, poco controllabile. Il piccolo agricoltore, invece di subire il taglio dei tiranti, paga. E anche i grandi. Colpirci è molto semplice…

Passiamo dai piccoli furti al taglio della coltura, fino all’inquinamento dei campi. Per capire veramente l’estensione del problema, si dovrebbe fare un giro in macchina. La campagna è facilmente attaccabile. Ma non è possibile dover pagare per raccogliere quello per cui si è lavorato un anno intero. Poi ci sono le banche che non ci danno più fiducia perché siamo considerati operatori a rischio. Insomma ci vogliono maggiori tutele e più sicurezza…”.

A fianco di D’Auria, come altre volte, si sono schierati un po’ tutti, dalle associazioni di categoria ad una certa politica mentre l’altra politica, quella delle connivenze e delle complicità, non ha profferito parola. Oggi come ieri:

Altri automezzi dell’azienda agricola incendiati

”…L’incendio che ha distrutto molti ettari nell’azienda dell’imprenditore agricolo Lazzaro D’Auria, ci preoccupa moltissimo – ha detto il senatore Marco Pellegrini, capogruppo M5s in Commissione antimafia – visti i tanti altri attentati e danneggiamenti che ha dovuto subire dopo la sua scelta di denunciare i propri estorsori

Vorrei poter fare molto di più in questo momento che esprimere la mia solidarietà e vicinanza a D’Auria, anche perché immagino la sua rabbia e il suo sgomento nel veder andare a fuoco il frutto di mesi di sacrifici e di duro lavoro. Ma Lazzaro D’Auria non è solo, non lo sarà mai, perché è uno di noi…”.

Lo Stato, almeno questa volta, è stato vicino a chi ha denunciato la criminalità con coscienza e coraggio ma in tanti altri casi imprenditori e commercianti sono rimasti soli.

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