Commemorazione a Palermo a 46 anni dall’uccisione dei Vicequestore. Schifani: «Nel suo ricordo riaffermiamo i valori della legalità»
Palermo – In occasione dell’anniversario dell’uccisione del Vice Questore Giorgio Boris Giuliano, ucciso il 21 luglio del 1979 per vile mano mafiosa, la Questura di Palermo ha ricordato la figura del funzionario della Polizia di Stato che, ancora oggi, per tante poliziotte e poliziotti, è un esempio di rigore ed intransigenza nei confronti della prevaricazione mafiosa.

Il Questore di Palermo ha deposto una Corona di alloro presso il luogo dell’attentato, in via Francesco Paolo Di Blasi, alla presenza delle autorità e dei familiari di Giuliano. A seguire è stata celebrata una Santa Messa presso la Cappella ubicata all’interno della caserma “Lungaro”, officiata dal Cappellano della Polizia di Stato palermitana, don Massimiliano Purpura.
Sette colpi alle spalle
Nato a Piazza Armerina, in provincia di Enna, figlio di un sottufficiale della Marina militare, Boris Giuliano fu assassinato 21 luglio 1979 da Leoluca Bagarella, detto Don Luchino, che gli sparò sette colpi di pistola alle spalle mentre pagava il caffè appena bevuto nella caffetteria Lux di via Francesco Paolo Di Blasi a Palermo. L’omicidio fu attuato nell’ambito dei preparativi dei corleonesi per la presa del potere di Cosa nostra, in quella che di lì a due anni sarebbe degenerata poi nella “seconda guerra di mafia”.
L’omicidio di Giuliano finì nel cosiddetto “Maxiprocesso di Palermo”; per il delitto nel 1995 Bagarella venne condannato all’ergastolo, sentenza poi confermata dalla Cassazione nel 1997.
Il tributo di Schifani
«Nel giorno dell’anniversario della scomparsa del vicequestore Giorgio Boris Giuliano, rinnovo il tributo a un servitore dello Stato che ha incarnato al meglio dedizione, competenza e integrità. Giuliano ha svolto il suo ruolo con profondo senso delle istituzioni, promuovendo legalità e giustizia e contribuendo con rigore alla difesa dell’interesse pubblico», ha dichiarato il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani.
«Il suo nome – prosegue – resta sempre un riferimento per le nuove generazioni delle forze dell’ordine. Ricordarlo oggi significa riaffermare il valore della memoria come fondamento di un autentico impegno civico. A lui il nostro omaggio. Alla sua famiglia, in questo giorno di raccoglimento, esprimiamo vicinanza e gratitudine».