E’ forse un ricatto quello dei dipendenti regionali che tengono sotto scacco migliaia di lavoratori senza cassa integrazione? Tutto questo con il fine di ottenere un bonus di 10 euro per la trattativa sindacale? A Palermo arrivano gli ispettori ministeriali mentre montano le proteste dei rappresentanti di categoria, ordine dei Commercialisti e degli stessi lavoratori imbestialiti rimasti senza un euro.
Palermo – Potrebbe arrivare nelle prossime ore il via libera della Regione siciliana al bonus di 10 euro concesso a 140 dipendenti per velocizzare le pratiche relative alla cassa integrazione in deroga. L’assessore alla Funzione pubblica della Regione, Bernardette Grasso, ha dichiarato che “…a questo punto manderà una nota all’Aran perché lo smaltimento delle pratiche per la cassa integrazione in deroga sia inserita come obiettivo per sbloccare i premi già previsti per i dipendenti…”. Insomma quello che fino a qualche ora fa era un vero e proprio mistero con le mancate conferme sul presunto accordo tra la Regione siciliana e alcuni sindacati sul bonus di 10 euro per 140 dipendenti regionali allo scopo di incentivarli a velocizzare la trasmissione all’Inps delle pratiche per la cassa integrazione in deroga, adesso sembra invece una misura in dirittura di arrivo.
Si tratta di una notizia destinata a suscitare reazioni di sdegno e incredulità. Una delle prime a rimanere basita è stata la ministra alla Funzione Pubblica, Fabiana Dadone che, il 5 maggio scorso, ha annunciato l’invio degli ispettori a Palermo:
“….Siamo in un momento delicatissimo per tutto il Paese – ha scritto la ministra su Facebook – e mi lascia attonita apprendere della richiesta di ulteriori bonus retributivi da parte dei sindacati dei dipendenti della Regione Siciliana per lo sblocco delle pratiche sulla cassa integrazione in deroga. La Pubblica amministrazione in queste settimane, come ho più volte detto, deve essere motore della ripartenza del Paese. E non può permettersi di avanzare col “freno a mano tirato”. Ho attivato quindi l’ispettorato del dipartimento Funzione Pubblica per avere chiarimenti in merito alla vicenda…”.
L’Ansa aveva rivelato l’esistenza di un “pizzino” sottoscritto a penna lunedì nel corso di una riunione al dipartimento del Lavoro che prevede un’ipotesi di accordo firmato dai segretari dei sindacati Siad, Cisl-Fp, Sadirs, Fp-Cgil e Uil-Fpl e dal direttore generale del dipartimento del Lavoro Gianni Vindigni che, raggiunto telefonicamente da noi di Pop, ha parlato chiaramente:
“…È solo un’ipotesi, ma al momento non posso aggiungere altro – ha detto il funzionario – nei prossimi giorni ci sarà occasione per fare chiarezza…”. A Repubblica lo stesso Vindigni aveva invece dichiarato che convocherà i sindacati per proporre la firma dell’accordo. Come la mettiamo?
Più dura, invece, era stata la replica dei sindacati che hanno interpretato la diffusione dei dettagli dell’accordo, prima della firma in calce al documento, come un tentativo di delegittimazione dei dipendenti:
“…È paradossale oltre che scorretto e diffamatorio – ha affermato Alfio Mannino, segretario generale della Cgil Sicilia – il tentativo di mettere in cattiva luce i sindacati e i dipendenti del dipartimento Lavoro addebitando loro richieste economiche in cambio delle pratiche di cassa integrazione. La Cgil non ha partecipato ad alcun mercimonio. Così come gli altri sindacati confederali, in tutti i tavoli chiede solo il rispetto delle previsioni contrattuali. Si cerca di gettare fango per sottrarsi alle proprie responsabilità. Si dica piuttosto perché il sistema informatico ha cominciato a funzionare, e male, circa un mese dopo l’accordo sulla Cassa integrazione (dal 25 marzo solo il 20 aprile), si dia conto del fatto che i dipendenti del Dipartimento hanno esitato 1.500 pratiche il 1° maggio senza chiedere nulla in cambio e che stanno tenendo, in smart working, ritmi insostenibili. Si sta solo facendo un’operazione inaccettabile di diffamazione che crea solo confusione, getta discredito sui lavoratori del dipartimento e su chi li rappresenta…”.
Sull’argomento è intervenuto anche il coordinatore regionale degli ordini dei Commercialisti della Sicilia, Maurizio Attinelli, che già nelle settimane scorse aveva sollecitato la Regione e denunciato i ritardi delle pratiche relative alla cassa integrazione in deroga.
“… A nome della Conferenza degli Ordini – sostiene Attinelli – ritengo inaccettabile il ritardo che si è accumulato nel liquidare la CIGD (Cassa integrazione guadagni in deroga). Le imprese e i lavoratori dipendenti attendono da tempo e non vorremmo assolutamente rischiare conflitti sociali. La Conferenza ha avuto modo di confrontarsi sia con il dirigente generale dell’assessorato Lavoro Gianni Vindigni, che, debbo dire, si sta impegnando con tutte le sue energie, sia con la Direttrice regionale Inps Sandra Petrotto, è emerso che entrambi sono stati sin da subito immediatamente disponibili a dialogare con il mondo delle libere professioni. Ma certamente il lavoro devono svolgerlo i dipendenti della Regione e le richieste avanzate, così come riportate dalla stampa, risultano irricevibili…”.
C’è un dato di fatto incontrovertibile in questa vicenda: sono circa 130 mila i cittadini siciliani che attendono ancora la cassa integrazione in deroga. Questi rallentamenti rappresentano forse una forma di “ricatto” nei confronti della Regione? Se 140 dipendenti regionali, che godono già di una retribuzione certa, hanno deciso di tenere all’asciutto 130 mila lavoratori, che si trovano in una situazione di disagio, al solo scopo di assumere maggiore forza nella contrattazione per ottenere il bonus, sarebbe gravissimo.
Aggiornamento:
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Il direttore generale del Dipartimento Lavoro della Regione, Gianni Vindigni, ha rassegnato le proprie dimissioni. La notizia è stata resa nota dopo un incontro riservato avvenuto oggi tra lo stesso Vindigni e il presidente della Regione Nello Musumeci che d’intesa con l’assessore Antonio Scavone, le ha accolte. Su proposta dello stesso assessore, la Giunta, riunitasi nel primo pomeriggio, ha affidato l’incarico ad interim al ragioniere generale Giovanni Bologna, che si è già insediato.
“Il dottore Vindigni – ha sottolineato Musumeci – è persona perbene, trovatasi, suo malgrado, al centro di una vicenda – quella dei ritardi nelle pratiche per la cassa integrazione – sulla quale occorrerà fare chiarezza. Per questa ragione con l’assessore Scavone abbiamo avviato un’indagine interna e stiamo verificando, al tempo stesso, la quantità e la qualità del lavoro prodotto in questi dieci giorni dai dipendenti collocati in “lavoro agile”.
Domani (7 maggio) alle 10.30, il governatore e l’assessore Scavone terranno una conferenza stampa a Palazzo Orleans per fare il punto sui temi della cassa integrazione e sulle risorse ai Comuni destinate all’assistenza alimentare delle famiglie disagiate.